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Dante e la ciclica comedia

29/08/2021 | Articolo, Narrativa | Nessun commento

Adoro Dante, ma fidatevi non per le sue poesie, mi piace piuttosto il suo utilizzo della matematica a sostegno delle sue idee.
Nessuno può dall’altro canto esimersi dal riconoscere all’Alighieri conoscenze che esulano dal suo impegno letterario.
Oserei affermare che lo scrittore Alighieri sia la perfetta rappresentazione dello studioso Dante. Della sua ricerca sulla vita e sulle esperienze che il suo stato sociale gli concedeva, della sua narrazione storica, delle conoscenze a cui egli poteva accedere e a cui poteva dedicare la sua attenzione.
certo nel settecentesimo anniversario della sua morte, per altro avvenuta intorno al 14 settembre del 1321, grande rilievo è stato dato al suo testo più conosciuto “La Comedia”, lui l’aveva chiamata così, divina si sa fu aggiunto da uno dei suoi più grandi estimatori, il Boccaccio, e tale è giunta fino a noi.
Chiunque si ritrovi a studiare la poesia e il linguaggio dell’Alighieri, infatti, non può che incontrare milioni di quesiti e pochissime risposte, poiché compito del letterato è offrire visioni aperte a interpretazioni personali alla riflessione sul mondo e sulla vita.
Quanti errori ci mostra Dante, a passeggio fra l’inferno e il Purgatorio? Eppure alla assolutezza dell’inferno lontano da ogni luce e ogni forma di calore, si affianca, la misericordia divina, il cuore misero di un Dio che perdona e dona speranza a coloro che lo cercano.

Il Purgatorio appare così il canto del pellegrino che nel suo viaggio si purifica avvivinandosi a un Dio che diventa amore impareggiabile e non cirvumscrivibile.

Un dio che lo.stesso autore disegna attraverso la scrittura via via più raffinata ed elegante. Una teosofia che si perde fra le braccia della cultura di riferimento e che trova la sua realizzazione nell’incapacità dell’Alighieri di proferir parola, fino alla perdita dei sensi. Ossia fino alla perdita di ciò che umanamente ci permette di assaporare il sapere. Un Dio, che non si può raggiungere se non nella condivisione con i fratelli. Il viaggio spirituale infatti diviene occasione per affrontare il dovere spirituale di ogni uomo verso insuoi fratelli. Un dialogo che Dante non disdegna di attuare attraverso il femminile, la sua Beatrice. Utilizzando una lettura diversa da quella strettamente letteraria , Dante, riconoscendosi come Virgilio, uomo, poeta e letterato, lo seguirà per i primi due regni, ma sarà la sua mutazione spirituale verso Beatrice, a renderlo degno della completezza spirituale, che conduce alla visione divina. Una unione che deve procedere per gradi, per poter raggiungere la consapevolezza di ogni umana potenza, la stessa che rende manifesta l’energia che muove il sole e le altre stelle, l’amore!

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