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Bimestrale noiquiechidiversi gen feb 2025



            "Quando il vento ha smesso di urlare, ho capito che
            tutto sarebbe cambiato..." (AF)
            Il vento  che si placa non porta solo silenzio, ma segna una
            svolta. È un invito a fermarsi, ad ascoltare. Il cambiamento,
            spesso tumultuoso e imprevedibile, scuote l’anima, ci costringe
            a riflettere e ci trasforma. È proprio nelle fratture, nei momenti
            sospesi, che si aprono le porte a una nuova consapevolezza.
            L’arte ha sempre cercato di dare forma al mutamento. Van
            Gogh, con le sue pennellate vibranti, ha trasformato il tormento
            interiore in bellezza. Monet ha catturato il fluire del tempo sulle
            sue ninfee, mostrandoci la delicatezza del divenire. Turner,
            invece, ha dipinto la forza del  vento  e delle tempeste,
            ricordandoci che il caos è anche un’energia creatrice.
            Anche la letteratura e la filosofia ci offrono spunti profondi.
            Rainer Maria Rilke ci invita ad accogliere ogni esperienza, sia
            essa bella o terribile:
            "Lascia che tutto ti accada, bellezza  e terrore. Continua a
            camminare."
            Leopardi, ne "La ginestra", riflette sull’ineluttabilità del
            cambiamento, mentre Neruda trasforma le emozioni in versi che
            parlano direttamente all’anima. Per Eraclito, il mutamento è la
            legge stessa della vita:  “Panta rei” (Tutto scorre). Nietzsche
            vede nelle rotture l’occasione per forgiare nuove forze interiori,
            e Heidegger ci invita a vivere il divenire come un’esperienza
            autentica dell’essere.
















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