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RIVISTA NOIQUI DICEMBRE 2024 https://www.youtube.com/@noiqui/featured
ANTONELLA POLENTA
un Magico natalE
In un paese lontano lontano viveva un nano. Malgrado la sua ridotta statu-
ra, aveva un cuore molto grande, quasi sproporzionato. Aveva sempre donato
tanto amore, aiutato persone in difficoltà, regalato calore, senza mai essere
completamente corrisposto. Forse perché gli altri, a parte quel difetto di alcu-
ne decine di centimetri in meno, lo consideravano fortunato.
Possedeva una bella casa con tutti i confort, un pony con un mantello setoso e
un giardinetto ricolmo di piante meravigliose che, a seconda delle stagioni, si
tingeva di svariati colori.
Con buone dosi di concime, acqua e amore lui curava di persona le sue creature
vegetali.
Però ogni anno succedeva una cosa strana, accanto alle piantine da lui semina-
te ne nascevano delle altre che avrebbero potuto essere considerate delle erbe
infestanti, se non avessero posseduto caratteristiche inconsuete.
Erano particolarmente lucenti e resistenti e i fiori a dir poco sorprendenti.
Inoltre ogni anno se ne aggiungeva una diversa.
Invece di estirparle, come si fa con le erbacce, lui le lasciava crescere accanto
alle altre.
All’approssimarsi del Natale, il nano pregava Gesù Bambino affinché lo faces-
se crescere un pochino, magari quel tanto sufficiente a rendere un po’ meno
opprimente il suo dolore; addirittura da piccolo, quando ancora il suo nanismo
non si era reso manifesto, desiderava poter fare il pompiere.
Con il trascorrere degli anni alla speranza era subentrata la rassegnazione.
E così a ogni festa natalizia sottraeva spazio alle preghiere. Mancavano solo
tre giorni al Natale.
Il nano promise a se stesso che quello sarebbe stato l’ultimo anno: non solo non
avrebbe più pregato, ma neppure allestito un presepe. Era un giorno partico-
larmente freddo e il fuoco divorava la legna.
Per non rischiare di rimanere senza quel caldo tepore, si imbacuccò ben bene e
uscì nel giardino con l’intento di prelevare un po’ di ciocchi.
Un vecchio avvolto in uno sfilacciato mantello se ne stava in prossimità del suo
cancello. Batteva i denti e tremava come una canna esposta al vento.
Il nano lo salutò con entusiasmo, poi lo invitò a entrare.
«Se avessi delle verdure potrei farti una buona zuppa, così da poterti riscalda-
re» disse il nano premuroso.
«Ma ne hai tante e di buona qualità.
Basta coglierne qualcuna.
Se ti fidi di me, vado io a prelevare le migliori».
E così ne risultò una zuppa succulenta e gustosa.
A ogni cucchiaiata, il nano oltre ad apprezzare il buon sapore sentiva una
strana sensazione lungo le sue membra, come se qualcosa da dentro lo tirasse,
allungandolo.
Nell’alzarsi dalla sedia, che non riusciva più a contenerlo, si accorse che era
diventato normale di statura.
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