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Cortocircuito poetico

02/05/2025 | pubblicazioni_autore | Nessun commento

CORTO CIRCUITO

Autore: FRANCO CARTA

Prezzo: 11,00 € €

Anno di pubblicazione: 2024

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Biografia:

Franco Carta è nato a Cagliari nel 1961, pratica la professione medica odontoiatrica dal 1986, collabora come volontario con l’Onlus “Operazione Africa” dei Padri Gesuiti dal 2011. Scrive poesie in vernacolo sardo e racconti e poesie in italiano. È conosciuto con lo pseudonimo Poeta Ibrido. Numerose partecipazioni a eventi culturali e festival di poesia.
Vincitore di premi e menzioni nazionali e locali.
Ha pubblicato come produzione personale:
“Girasoli in solitudine”, Vitale edizioni, 2021;
“Liriche dalle isole”, Edizioni Billeci, 2021;
“Verso la luce tra identità e radici”, LFA Publisher, 2022.
“L’Atropo e i falsi idoli” CTL Editore Livorno 2024
“Cortocircuito Poetico” Edizioni DrawUp 2024
"Su papéri de s'ammentu" (La carta del ricord) edizioni Noiqui 2025
Ha pubblicato nelle Antologie:
prima e seconda e terza edizione de “Versi di Sardegna”, Tomarchio Editore, 2021, 2023; Edizioni DrawUp 2024
Prima edizione de “Racconti di Sardegna”, Tomarchio Editore, 2022;
“Dea madre terra verso il cambiamento”, LFA Publisher, 2023 (di cui è stato curatore);
“Tutto il mondo è paese”, GIA Edizioni, 2024.
“Poeti e Scrittori d’Italia” Tomarchio Editore, 2024
“Conversazioni Poetiche” Tomarchio Editore, 2025.
Presente in numerose altre pubblicazioni in antologie di Poesie e Racconti in vernacolo e in italiano.
Attore teatrale di prosa.
Giurato esperto in concorsi letterari nazionali.

Prefazione:

Ho conosciuto il dottor Franco Carta presso la sala consiliare del comune di Assisi, luogo speciale considerati i tempi. Ero lì con alcuni altri autori che avevano contribuito alla pubblicazione del volume Regalami la Pace. Un’occasione per manifestare la nostra preoccupazione per i paesi in conflitto ed immaginare possibili soluzioni. Durante quell’evento, Carta mi ha colpita per la sua empatia, per le sue idee esplicate con garbo ma anche con autorevolezza. Ho, quindi, conosciuto l’autore di Cortocircuito Poetico prima come persona coinvolta nelle problematiche sociali e poi come poeta. Ho, infatti, solo di recente, letto questa sua raccolta di poesie che mi ha dato modo di entrare, pian piano, pagina dopo pagina. Il suo mondo poetico si presenta con varie sfumature di colore. Egli svela, i moti della sua anima, con disinvoltura e senza pudori, raccontandosi quasi come in una catarsi, passando dai colori ad acquerello a quelli a tinte più forti come nei dipinti di Nicolas Party. Con i suoi versi, Carta conduce, il lettore nei meandri della sua anima ove si pone a confronto con le sue emozioni, le sue passioni attraversando labirinti a volte luminosi altre meno. Si stabilisce, così, quasi un contatto intimo con l’autore che scopre la vastità del suo mondo interiore: “Guardo le Stelle e conosco l’estensione del firmamento comunque vedo più dell’infinito quando rivolgo questi miei occhi dentro” ‒ da La Mente è un Chicco di Grano I lettori potranno riconoscere alcuni loro momenti di vita in questi versi di Carta. Momenti in cui, l’autore rivolgendo lo sguardo dentro prova la sensazione di trovarsi in un oceano mai conosciuto, difficile da navigare, che lo fa sentire perso. Un vuoto più immenso dell’infinito! Molti sono i momenti di interlocuzione dell’autore con se stesso nelle poesie di questa antologia. Versi nei quali l’autore cerca un contatto con il suo io più profondo per carpirne i bisogni, forse i segreti, le aspirazioni nascoste ponendosi domande che spesso non hanno risposte e che esprimono i suoi dubbi, le sue incertezze qualche volta la sua angoscia. In questo assolvendo a quello che il sommo poeta asiatico, Yayati Madan Gandhi, definiva un aspetto della ‘poesia alta’ che si realizza nello svelare denominatori comuni nei quali il lettore può riconoscersi e non sentirsi solo nel vasto universo ma consapevole di avere compagni che condividono gli stessi fardelli nel lungo viaggio. “Il compito di sistemare viti, pile e piccoli attrezzi ben presto cedette al bisogno ineluttabile di prendersi cura di un altro cassetto, quello all’interno del petto il mondo reale è sempre un invito per sfuggire al mio abisso” ‒ da Cassetti Ed è in versi come questo che il lettore attento riconosce ‘il poeta non per caso’. Il tema dominante in questa raccolta di poesie resta, tuttavia, l’amore declinato in tutte le sue forme e momenti. Carta riempie righi bianchi di versi per aprire la sua anima di uomo che ama l’amore narrandolo anche con la sensualità, i desideri, le voglie che questo sentimento richiama. E l’autore ne fa una rappresentazione vivida, sollecitando la curiosità ad entrare, attraverso porte aperte o finestre senza veli, nel privato di uno spirito poetico che vede parte della realizzazione del sé nell’atto d’amore. Non ci sono segreti, né ipocrisie. L’autore narra l’amore con sincerità, con chiarezza espressiva e al lettore donna offre la opportunità di en- trare in un mare di sensazioni ed emozioni tutte al maschile: “Nel nero delle curve la mia lingua naviga, brivido, spasmo, desiderio umido. Caldo, scuro, sudato giungendo allo spasimo puoi sentire un gemito che giunge sino all’animo. Abbiamo fatto un corpo in mezzo alle lenzuola” ‒ da Un Corpo Certo, in questi versi si sente tutta la distanza dalla narrazione dell’amore dei poeti stilnovisti, quella tradizione letteraria italiana fulcro del poetare ricercato e aulico e che metteva al centro la celebrazione delle doti spirituali della donna e non il piacere dei sensi. Ma, le espressioni artistiche seguono i cambiamenti delle società riflettendoli nelle loro opere. La nostra epoca, il nostro periodo storico è definito era ‘post-moderna’, definizione che tenta di conglobare tutta la complessità della realtà del momento cogliendone gli aspetti e gli eventuali sviluppi. Carta fa parte di questa ondata di nuovi poeti. La sua poesia è scritta in una forma libera che spesso riflette il pensiero attraverso un flusso di coscienza. Tecnica narrativa che ci riporta alle opere di Virginia Woolf, James Joyce, Eugenio Montale e molti altri autori modernisti. I suoi temi riguardano anche la mancanza di significato o la mancanza del senso della realtà per esprimere, magari, un suo punto di vista esistenziale: “Hanno paura del vicino? sono innamorati di uno sconosciuto robot con la mela che soffoca tutte le notti. Sono soggetti a orrori contemporanei” ‒ da Assenze Virtuali Spesso, i versi richiedono pause o riflessioni che conducono fino all’anima di chi quei versi li ha scritti, stabilendo con lui contatti indelebili, tracce incancellabili. Il lettore saprà apprezzare il senso e la originalità dei versi di Carta che offrono una fonte inesauribile di emozioni. Questa sua antologia sarà certamente una fonte di arricchimento.
Dottoressa Maria A. Miraglia
Poeta,
Membro dell’Accademia Europea delle Scienze e delle Arti di Salisburgo

Su papèri de s’ammentu (LA CARTA DEL RICORDO)

Autore: FRANCO CARTA

Prezzo: 15,00€ €

Anno di pubblicazione: 2025

Acquista qui: Acquista

Facebook: Profilo

Biografia:

Franco Carta è nato a Cagliari nel 1961, pratica la professione medica odontoiatrica dal 1986, collabora come volontario con l’Onlus “Operazione Africa” dei Padri Gesuiti dal 2011.
Scrive poesie in vernacolo sardo e racconti e poesie in italiano.
È conosciuto con lo pseudonimo Poeta Ibrido.
Numerose partecipazioni a eventi culturali e festival di poesia.
Vincitore di premi e menzioni nazionali e locali.
Ha pubblicato come produzione personale:
“Girasoli in solitudine”, Vitale edizioni, 2021;
“Liriche dalle isole”, Edizioni Billeci, 2021;
“Verso la luce tra identità e radici”, LFA Publisher, 2022.
“L’Atropo e i falsi idoli” CTL Editore Livorno 2024
“Cortocircuito Poetico” Edizioni DrawUp 2024
“Su papéri de s’ammentu” (La carta del ricord) ediziono Noiqui 2025

Ha pubblicato nelle Antologie:
prima e seconda e terza edizione de “Versi di Sardegna”, Tomarchio Editore, 2021, 2023; Edizioni DrawUp 2024 prima edizione de “Racconti di Sardegna”, Tomarchio Editore, 2022; “Dea madre terra verso il cambiamento”, LFA Publisher, 2023 (di cui è stato curatore);

“Tutto il mondo è paese”, GIA Edizioni, 2024.
“Poeti e Scrittori d’Italia” Tomarchio Editore, 2024
“Conversazioni Poetiche” Tomarchio Editore, 2025
Presente in numerose altre pubblicazioni in antologie di Poesie e Racconti in vernacolo e in italiano.

Attore teatrale di prosa.

Giurato esperto in concorsi letterari nazionali.

Prefazione:

Ho letto con molto interesse “Su papéri de s’ammentu” di Franco Carta e fra tutte le poesie ce n’è una che ho scelto per scrivere questa prefazione, “Una luga minore”.
L’ho scelta perchè quando scrive: “cerco un senso in una piccola luce” mi ha fatto pensare a quando ogni giorno mi chiedo chi me lo faccia fare di impegnarmi a cercare di svegliare la gente dalla loro pigrizia mentale… ma poi come scrive Franco mi aggrappo a una piccola luce per insistere ogni giorno.
E in ogni cosa che faccio cerco di capire come ciò possa servire alla causa dei sardi e a questa terra che certi giorni sembrerebbe condannata alla povertà e alla dipendenza.
Ma la poesia di Franco prosegue dicendo che propri quando non te lo aspetti che puoi trovare la vita in una piccola fiamma, fino a quando ho capito che il gioco è proprio questo: camminare senza confini. È un altro modo di dire che non ci dobbiamo fermare mai, che i nostri obbiettivi si devono seminare ogni giorno, con le persone che la vita ci mette accanto. Ogni poesia di questa silloge è un gioiello prezioso, da leggere fermandosi in ogni parolae, se mi è permesso, da cagliaritano, che sta scrivendo in campidanese, le poesie di Franco sono scritte in logudorese ma ho capito tutto, o quasi. È così solo perché non possiedo un grande vocabolario in logudorese.
Quindi questo libro è “un’arveschida” (come un’altra poesia di Franco)
“un’alba” nuova che può regalare la luce a questa terra antica, e a coloro che volessero imparare il sardo, o lo0 volessero rinfrescare, migliorare o, ancora meglio ancora che volessero imparare la scrittura; vedranno che dopo averne letta una ne vorranno leggere un’altra ancora :
“le mie voglie salgono a divorare nuove metafore nella delirante attesa che le parole galoppando in gola sazino le anime” come è scritto nella poesia “A s’impuddile” “Al canto del gallo”.
Scrivere e parlare in sardo è un modo di tenere in vita questo gioiello prezioso che è la nostra lingua, il Sardo.
Giuseppe Melis Giordano
Professore di Economia aziendale turistica all’Università statale di Cagliari
Presentada
Apu lìgiu cun meda interessu su Paperi de ammentos de Franco Carta e de totus is poesias, ndi ddoi at una chi apu scioberau po scriri custa presentada, “Una lughe minòre”.
Dd’apu scioberara ca candu scriit “Abbisto sa fàlta de alénu e chirco unu sénsu in d-una lughe minòre ch’istiddhat in su prus profundhu chelu”, m’at fatu pensai a candu dònnia dii mi pregontu chini mi ddu fait fai de circai de m’atropelliai po ndi scidai sa genti de sa callella insoru. Apustis perou fatzu comenti scriit Franco, “m’afràcu a una lughe minòre pro sighìre” a fai su chi fatzu dònnia dii”. Ca in dònnia cosa chi fatzu circu de cumprendi comenti custu podit serbiri a sa càusa de sa genti de Sardìnnia e a custa terra chi certas diis parit chi siat cundennada a sa poburesa e a sa dipendèntzia.
Ma sa poesia de Franco sighit narendi chi est pròpiu candu no ti dd’aspetas chi podis agatai “sa vida in sa pampa pitica”, finas a candu apu cumprèndiu ca su giogu est pròpiu cussu de “caminare chene làcanas”. Est un’àtera manera dei nai ca no si depeus mai firmai, chi su sentidu nostu est cussu de semenai dònnia dii, cun sa genti chi sa vida nosi ponit acanta.
Dònnia poesia de custu libru est una prenda pretziosa, de ligi frimendi-sì apitzus de dònnia fueddu e, si m’est permìtiu, deu seu casteddaju e seu scriendi in campidanesu, is poesias de Franco funt scritas in logudoresu ma apu cumprèndiu totu o gasi. E gasi est scéti ca no tèngiu unu vocabolàriu mannu.
Duncas, custu libru puru est una “arvèschida” (un’àtera poesia de Franco) noa chi podit donai luxi a custa terra antiga e a is chi bolint imparai su sardu, o ddu bolint infriscai, abbiatzai, o, mellus ancora, chi bolint imparai a biri comenti si scriit. E eis a biri chi apustis chi ndi ligeis una, nd’eis a bolli ligi un’àtera puru: “alziant sos disizzos meos a lambrìre metàforas noas in delirànte ispètu chin paraulas chi galoppendhe in gùtturu consolent sas animas”, comenti est scritu in sa poesia “A s’impuddile”.
Scriri e fueddai in sardu est una manera de apoderai bia custa prenda pretziosa chi est sa limba cosa nostra, su sardu.
Zusepe Melis