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Bimestrale noiquibrido gen feb 2025
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.”
L’amore tra Eugenio e Drusilla non è stato ideale. Eugenio ha
amato anche altre donne. Ma Drusilla è quella con cui ha scelto
di camminare, gradino dopo gradino, fino alla fine. I due
amavano viaggiare, ed era proprio Drusilla a occuparsi
dell’organizzazione di quei viaggi. Ora che il viaggio di Eugenio
continua senza di lei, il poeta si sente perduto:
“Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.”
La realtà non è quella che si vede: c’è un mistero in più che
l’amore può fare intuire, sembra dirci il poeta. Che, nel finale,
torna sul tema dello sguardo, riferendosi alla forte miopia di
Drusilla, per la quale la donna veniva soprannominata Mosca,
dato che indossava occhiali grandi e spessi.
“Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.”
Sulle scale, nella vita passata, era Mosca ad appoggiarsi al
poeta. Ora Eugenio afferma il contrario: era lui in realtà ad
appoggiarsi a lei, perché la miope Drusilla era paradossalmente
una donna che sapeva vedere nel profondo la realtà e le
relazioni, dando sicurezza al poeta. Era Drusilla la sola ad
avere buone pupille dell’anima.
Che l’amore cambi il modo di vedere le cose è un’esperienza che
anche mio nonno fece dopo che mia nonna, improvvisamente e
prima di lui, era mancata. Mio nonno continuò a vivere da solo
per qualche mese, prima che la sua salute si aggravasse. Un
giorno entrai in casa sua, mi sedetti al tavolo con lui. Mi fissò,
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