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LUCIA LO BIANCO
LA LUCE BELLISSIMA DELLA PRIMAVERA
A word is dead Una parola muore
When it is said, appena detta,
Some say. dice qualcuno.
I say it just Io dico che solo
Begins to live quel giorno
That day. comincia a vivere.
La morbida luce primaverile a tratti visibile in questi mesi ci riporta alla memoria
una delicata poetessa americana di cui il prossimo 15 maggio ricorrerà l’anniver-
sario della morte: Emily Dickinson. Nata nel Massachussetts ed educata secondo
le tradizioni puritane, manifesta sin da piccoli aspetti complessi e contraddittori
nel proprio carattere che la porteranno a vivere da reclusa a partire dai 23 anni
al punto da farle dichiarare di non allontanarsi più da casa se non per brevissime
passeggiate in giardino.
La tendenza a nascondere corpo e anima caratterizza tutta la sua esistenza e il
suo unico contatto con il mondo resteranno le lettere scritte a tanti amici o per-
sonalità di spicco del campo culturale. Sarà grazie a questi ultimi se le sue nume-
rosissime opere, scritte più per esigenza comunicativa che per pura velleità lette-
raria, saranno pubblicate e riusciranno a raggiungere il vasto pubblico dei lettori.
Il merito di questa straordinaria poetessa è certamente stato quello di bilanciare
l’influenza dei grandi scrittori che hanno plasmato i suoi versi, tra i quali ricor-
diamo Shakespeare, Milton e i poeti metafisici, e la capacità di combinare il tutto
con le proprie personali tematiche in modo originale. Le poesie della Dickin-
son trattano d’amore, morte, disperazione per il tempo che passa, Dio e natura.
Ossessionata dal mistero della morte e dal pensiero dell’eternità, Emily si lascia
tuttavia coinvolgere in modo dominante dalla presenza della natura che lei descri-
ve sia in modo oggettivo che come stimolo per lasciar libero sfogo alla propria
immaginazione e speculazione filosofica.
La poetessa parla in prima persona e spesso si identifica con elementi naturali
come un’ ape, simbolo della figura del poeta, o un ragno, un uccello o ancora
un filo d’erba in una visione del mondo che unisce invisibilmente microcosmo e
macrocosmo.
Nella poesia “C’è un altro cielo” il contrasto luce/buio si risolve nella chiara
preponderanza della luce che spinge la poetessa ad esortare il fratello verso gli
aspetti positivi del creato. Austin viene invitato ad osservare il verde delle foglie,
i fiori mai appassiti e l’assenza di gelo del giardino privato dell’artista, capace di
ricreare un piccolo personale mondo incantato dove regna il sole al di là del buio.
Appare evidente che la poetessa si riferisca alla sfera della pura immaginazione
poetica che, per usare le parole del poeta Samuel Taylor Coleridge, è in grado di
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periodico mensile del gruppo NOI