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BRUNO BRUNDISINI
l’annunciaZionE, luca, Maria
MadrE di gEsÙ di naZarEt
Di Maria, madre di Gesù, non vi è traccia nel Vecchio testamento ed i vangeli,
anche quelli canonici ne parlano poco. Dal vangelo apocrifo di Giacomo sap-
piamo che era figlia di Gioacchino e di Anna. La sua famiglia pare fosse molto
religiosa anche da un punto di vista formale, con una stretta osservanza della
legge e della liturgia. Non si hanno notizie certe sul luogo della nascita, per
Luca forse a Nazareth che è un villaggio della Galilea, di una regione della Pa-
lestina molto povera e contraddistinta da un forte degrado sociale. All’età di
3 anni Maria fu presentata al tempio. L’annuncio del concepimento verginale
di Gesù viene fatto con modalità diverse nel vangelo di Matteo rispetto a quel-
lo di Luca. Nel primo, Maria resta incinta dello Spirito Santo ed un angelo ap-
pare in sogno a Giuseppe per comunicargli di non ripudiarla. In Luca, invece,
un angelo entra in casa di Maria e le comunica che concepirà il figlio di Dio.
Si tratta di una differenza sostanziale, che ha una grande importanza sotto il
profilo sociale. Infatti, Matteo scrive, rivolgendosi principalmente ai cristia-
ni convertiti dal giudaismo, tenendo presente la loro tradizione culturale, in
particolare le reazioni che un uomo poteva avere, secondo la legge mosaica,
in una situazione compromettente quale quella di una promessa sposa che
si ritrovasse incinta. Il tutto viene avvalorato dalla citazione della profezia
messianica di Isaia “Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà
chiamato Emanuele”. In Luca, invece, l’attenzione è tutta rivolta alla sensi-
bilità femminile e alla sua elaborazione interiore. Egli, infatti, ha un profondo
rispetto per la donna, come appare anche in altri passi della sua narrazione
e nei confronti della Maddalena. Nell’annunciazione di Luca, per avvalorare
le parole dell’angelo, non viene citata la profezia di Isaia, come in Marco,
ma l’esperienza di un’altra donna: “anche Elisabetta, tua parente, nella sua
vecchiaia ha concepito un figlio”. Commuove l’annunciazione raccontata da
Luca, ove l’angelo, rivolgendosi a Maria, diretta interessata dell’evento, e non
a Giuseppe, dimostra grande sensibilità nel cercare di rassicurarla col parago-
ne, in realtà improprio, della vicenda di Elisabetta. Tutto ciò fa pensare che
nel team che ha scritto la versione del vangelo con riferimento a Luca, fosse
presente una componente femminile.
Nell’Antico testamento la donna era considerata poco più di niente o la causa
di tutti i mali. “Meglio la cattiveria di un uomo che la bontà di una donna
“(Gen3,8). Era oggetto del marito come gli altri oggetti. Non poteva man-
giare con gli uomini, ma in cucina dopo averli serviti. Dopo la nascita di una
bambina la madre era impura per tre mesi. La donna non poteva ricevere
un’educazione scolastica e la sua vita si svolgeva all’interno delle mura dome-
stiche.
L’adulterio poteva essere punito dal fidanzato o dal marito con la lapidazione
o lo strangolamento. Da qui si può comprendere la necessità dell’annuncia-
zione e la trepidazione con cui Maria, una ragazzina palestinese semplice e
ingenua, ha vissuto i nove mesi di gravidanza. Nella narrazione dei vangeli si
nota la preoccupazione degli autori di fare coincidere gli eventi con le profezie
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