Page 131 - RIVISTA NOIQUI GIUGNO 2021
P. 131

MARIA GRAzIA MARRuccI





               smarrimento, che asfissiano la vita in un acidulo veleno. E quelle nocche sul volto im-
               maturo, vergine di cattiverie sataniche, incredulo che potesse avere tanta forza nelle car-
               ni tenere e fragili, così potenti, così sicuri, così vigliacchi senza giustizia, parando i colpi
               con il pianto. Era un desiderio fantasioso quello di essere amata e in quel pugno stretto
               ha trovato la fatale e vergognosa morte. Una morte apparente, forse rasente in quella
               pazzia, di riconquistare un uomo che l'ha uccisa mille volte, sempre nella stessa forma,
               nella stessa bastarda maniera. Quella violenza calcolata, soppesata, partorita nell'istante
               quando la debolezza in lei affiorava, con quello strisciante e metodico piano di toglierle
               il fiato quando avesse avuto l'affanno. Infliggendole la vergognosa incapacità di rialzarsi,
               di spingersi, di risalire, di liberarsi, di amarsi. Gettandola nel buco profondo, affogata
               dalle sue stesse colpe, senza ossigeno, svilita in un'esistenza inutile.









                    IL SENSO



                    Il cielo era dipinto di splendide sfumature di rosa fino ad arrivare al giallo. Il
                    giorno avrebbe salutato tra poco la notte in un abbraccio fugace. La giornata
                    stava per concludersi in un addio perenne. Lo scoccare delle lancette definiva
                    la fine di un giorno lavorativo, con il suo svolgersi di abitudini.
                    Si posò il soprabito sulle spalle, prese la borsa di fretta notando il peso, sorrise
                    pensando che prima o poi l’avrebbe svuotata di quelle cose inutili. Aveva deci-
                    so di uscire dall’ufficio più tardi, oramai aveva salutato tutti, anche il portiere
                    del palazzo. Il piazzale era vuoto, nessuno dei colleghi  aveva condiviso l’orario
                    straordinario. Il fine settimana aveva una rapida definizione della giornata per
                    loro. La luce stava diluendosi con lo scuro della sera di un inizio di primavera.
                    Pochi rumori intorno, forse qualche macchina in lontananza che frettolosa-
                    mente passava lungo la strada limitrofa. Frugando nella borsa, si rese conto
                    della totale inutilità degli oggetti che ingombravano lo spazio. Non riuscendo
                    a trovare le chiavi di macchina, posò la borsa sul cofano ed alzando una spalla,
                    fece scivolare per terra il soprabito color miele. Quando si accorse, dal rumore
                    del metallo, che le aveva lasciate in tasca. Si volto per raccoglierlo, e con stupo-
                    re notò due figure scure avanzare verso di lei. Non riusciva a vedere i volti ma
                    dagli indumenti, era certa che non fossero colleghi. Si irrigidi al pensiero che
                    fosse sola e che quegli sconosciuti la potessero importunare. Di fretta si diresse
                    verso lo sportello di guida, ma una mano potente affero quella esile di lei. Il
                    cuore della ragazza si arrestò. Non c’era bisogno di spiegazioni futili per capire
                    cosa fosse accaduto tra pochi secondi.  Senti riavviare il cuore in un assordante
                    battito causando l’affanno , come all’arresto di una corsa in salita.
                    Non erano due mani a rovistare sul suo corpo, erano di più. Guardando in
                    basso vide i piedi, forse quattro, forse sei, o forse cento. Chiuse gli occhi in



                                                                                                           131

                                                                  periodico mensile del gruppo NOIQUI
   126   127   128   129   130   131   132   133   134   135   136