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RANCESCA PATITUCCI
8 marzo Festa della doNNa
Non definirei questo giorno una festa, in quanto si commemora un triste giorno
che ancora è vivo nei nostri ricordi. Vennero bruciate donne all’interno di una
fabbrica, umiliate, sfruttate fino al limite della sopportazione umana. Questo
giorno ci ricorda una lotta estenuante per ottenere il diritto al voto, per il dirit-
to allo studio e per avere una remunerazione adeguata lavorativa e non essere
asservita ai “padroni” che le trattavano peggio di bestie alla loro mercé. Per
non parlare dell’incomprensibile realtà per cui non erano neanche libere di sce-
gliere l’amore, o poter decidere se portare avanti una gravidanza o meno, senza
voler comprendere le loro ragioni. Poi, il risveglio di una coscienza troppo a
lungo schiacciata… la ribellione. E per questo persero la vita e oggi dobbiamo
ad esse se qualcosa abbiamo ottenuto, o forse tanto, dipende dai punti di vista.
Ma ancora dobbiamo farne di strada per ottenere ciò che ci spetta di diritto.
Una lotta impari senza sosta.
Ci hanno accusate di “femminismo” solo perché vogliamo giustizia e poter
guardare un uomo dritto negli occhi senza sentirci esseri inferiori.
Dobbiamo esigere rispetto e non privilegi, non siamo le quote rosa ma persone
che non devono dimostrare di più degli uomini, o mettere al mondo figli e ras-
settare la casa, reperimento ambizioni e sogni. Noi donne siamo tanto altro, e
questa millantata parità non è che una chimera, ancora oggi, dove la paura di
camminare e non essere insultate, aggredite sembra essere lontana dalla nostra
società. E se alziamo la voce per ciò che ci viene negato, in primis in famiglia,
poi nel campo del lavoro… veniamo additate come “isteriche”.
Dobbiamo chiedere se ci è dato vivere???
Molti obiettivi oggi li abbiamo raggiunti, come il diritto all’aborto, alla con-
traccezione, alla carriera, quindi non solo l’angelo del focolare, e non sempre,
visti i femminicidi che sono sempre più numerosi ed efferati!
E comunque veniamo messe alla porta se dovesse sopraggiungere una gravi-
danza, il datore di lavoro non ci tutela, sempre sottopagate rispetto agli uomi-
ni, a parità di impegno e rendimento, se non di più.
Troppe spesso messe alla berlina per come vestono, per le loro scelte, per la loro
libertà di pensiero.
No, non abbiamo ottenuto il diritto a essere trattate e considerate al pari dei
signori uomini, abbiamo ricevuto dei contentini ma siamo ben lontane da poter
alzare la testa e dire che siamo sullo stesso livello.
Continueremo a dover lottare, pagare a caro prezzo la dignità e il riconoscimen-
to del nostro valore come essere umano, innanzitutto… ma ancora c’è chi viene
massacrata se vuole liberare i suoi capelli dal burqa e respirare a viso nudo l’a-
ria che le è stata donata con la vita.
Allora possiamo ancora parlare delle Festa della Donna, in una giornata dedi-
cata che non dovrebbe affatto esistere?
Avete mai sentito parlare delle festa degli uomini?
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