Page 3 - RIVISTA MARZO 2025
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RIVISTA NOIQUI FEBBRAIO 2025 https://www.youtube.com/@noiqui/featured
cibile, illumina le zone d’ombra dell’anima, trasforma il caos in armonia. È un
atto di resistenza contro l’omologazione, un rifugio nella confusione del mondo
iperconnesso.
Oggi si scrivono poesie anche perché il bisogno di autenticità è più forte che mai.
Viviamo in un’epoca di comunicazioni rapide e spesso superficiali, ma la poe-
sia richiede il tempo della lettura, dell’ascolto, della comprensione. È un modo
per fermarsi, per riscoprire il significato delle parole, per trovare bellezza anche
nell’incertezza.
Forse la vera domanda non è perché la gente scriva ancora poesie, ma come po-
tremmo vivere senza di esse.
Scrivere è un’esperienza intensa e personale, che può generare una gamma infi-
nita di emozioni. Per alcuni è una liberazione, un modo per trasformare il dolore
in bellezza, per dare forma ai pensieri confusi. Per altri è un gioco con le parole,
un piacere estetico, un esperimento creativo.
Si può provare sollievo, come se la scrittura fosse una valvola di sfogo per qual-
cosa che preme dentro. Oppure euforia, quando le parole sembrano scorrere da
sole e tutto si incastra perfettamente. A volte c’è frustrazione, perché trovare
l’espressione giusta può essere difficile. Ma poi arriva la soddisfazione, quella
sensazione unica di aver catturato qualcosa di vero, di essenziale.
Le poesie possono essere un viaggio dentro sé stessi, un dialogo silenzioso con il
proprio io più profondo.
In un mondo veloce e distratto, SCRIVERE offre un momento di pausa, un
rifugio, un frammento di verità. Che sia su un foglio ingiallito o in un post su
uno schermo, la poesia resiste perché appartiene all’essenza umana: un bisogno
antico che continua a pulsare nel presente.
È un modo per sentirsi connessi agli altri, perché ogni verso, anche il più intimo,
ha il potere di risuonare nell’anima di chi legge.
Luciano Zampini
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