Page 17 - RIVISTA NOIQUI OTTOBRE 2022
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In una società altamente chiassosa e satura di stimoli superflui, finalizzati a intorpidire, a stor-
dire (il divertissement di Pascal) e a indebolire le menti per poterle meglio influenzare, seguire
la via del cuore appare una tendenza controcorrente che si dimostra in grado di apportare be-
nessere e salvezza a tutti e al pianeta. Dunque, se determinate persone, invece di ingegnarsi ad
ingaggiare con il prossimo futili lotte, cominciassero ad uscire dallo stato di ignoranza (avydia)
e a concepire se stesse e gli altri non solo come mero assemblamento di cellule soggetto agli
stimoli delle parti più arcaiche del cervello, ma soprattutto come Esseri potenzialmente evoluti
in virtù della presenza in sè di un Maestro che suggerisce come comportarsi e che dirige le loro
azioni, probabilmente, si sentirebbero meno frustrate e più facilmente propense ad abbandona-
re la visione conflittuale per entrare in una nuova in cui si agisce non per “dovere” (Kant) ma
per “amore”. In altre parole, queste persone non sarebbero più sottoposte alla sensazione di
separazione rispetto al prossimo (utile nelle fasi iniziali dell’evoluzione), bensì alla sensazione di
Unione.
Questa presa di coscienza, inoltre, consente di affrontare con un approccio diverso la lotta per
l’esistenza (karsati) ovvero la sfida che il mondo materiale rappresenta, sapendo che il conflitto,
la vera guerra, se proprio vogliamo individuarne una, non è quella che combattiamo dentro noi
stessi o contro gli altri, ma quella causata dalle difficoltà che il mondo, pur nella sua immensa
bellezza, pone inevitabilmente ogni giorno sul nostro cammino: catastrofi naturali, terremoti,
malattie e pandemie.
In poche parole, la considerazione sia della nostra fragilità fisica sia del fatto che non siamo solo
“animali evoluti” ma anche Coscienza, è la condizione più efficace per spezzare il meccanismo
di cieca soddisfazione di desideri non idonei ad alleggerire la pesantezza del percorso terreno. A
riguardo, filosofi come Schopenhauer, Kierkegaard e Pascal avevano posto particolare attenzio-
ne sul fatto che gli esseri umani sono inclini a trascorrere la loro esistenza alla ricerca di piaceri
effimeri, soddisfatti i quali, ne cercano altri, con la conclusione che essi ci rendono solo infelici
e annoiati.
La proposta di liberarsi da queste situazioni spiacevoli attraverso la pratica dell’ascesi ovvero
del “non attaccamento al corpo e alla mente” (Schopenhauer), la devozione nei confronti del
Divino (Kierkegaard), il ritorno ad ascoltare il proprio cuore inteso come guida interiore (Pa-
scal),
potrebbe apparire ad alcuni piuttosto fantasiosa e poco concreta, ed invece si rivela estrema-
mente efficace e pratica in quanto è legata al contatto con il proprio Maestro interiore e cioè con
le elevate vibrazioni del cuore e del Sé Superiore, le uniche che consentono di vivere in pace con
se stessi e con il prossimo, in modo da non dover sottostare a norme restrittive, divieti, censure
e pene di morte (che purtroppo esistono ancora in diversi Paesi).
Questo tipo di approccio all’esistenza che è tipo “spirituale” (a prescindere dal fatto che si
segua o meno un determinato tipo di religione) non implica affatto il disprezzo per la vita nella
materia, anzi, suggerisce, semplicemente, che la relazione con essa e ciò che offre avvenga senza
morboso attaccamento, quasi fosse un viaggio che la Coscienza/ Anima/Sé Superiore compie
per fare esperienza e trarne insegnamento.
Se tutti avessimo questo tipo di consapevolezza, come sostiene Nichiren Daishonin nel suo fa-
moso Sutra del Loto, i nostri progetti ed azioni non sarebbero messi a servizio di desideri bassi
e controproducenti, con la conseguenza di sentirci non più separati dagli altri ma uniti non solo
da una rete virtuale (internet) ma soprattutto da una concreta fatta di solidarietà e amore. Allora
sì che il percorso terreno non sarebbe più cosparso di spine e di “bombe”, ma di petali di rosa.
L’essere umano sa che la propria natura è molto complessa e contraddittoria, tuttavia può li-
beramente scegliere chi essere e come vivere. Al pari del fiore di Loto che, maestoso, si innalza
dal fango verso l’alto, anche noi, mediante l’attivazione delle nostre qualità più nobili, abbiamo
la possibilità di elevarci verso il Sole per riceverne la luce e fare dono al mondo di una nuova
Visione.
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