Page 3 - RIVISTA NOIQUI MARZO 2022
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EDITORIALE






               Mi ricordo vecchi giochi, da tavola o da conviviale, comunque tutti
               volti ad allietare la compagnia fino all’ora stabilita.
               C'era il re dei giochi che assegnava la sorte, ve lo ricordate? Si chiama-
               va, anzi no, si chiama ancora “testa e croce”, l’arbitro del momento,
               amico o no non era importante, l’importante che fosse imparziale, lui
               lanciava una monetina in alto e una volta a terra, secondo la facciata
               scelta, nel caso di vittoria si decideva per primi.
               Che tempi! sembrano passati secoli, per la precisione quasi duemila

 PAG 6 GRAZIELLA DE CHIARA    anni o forse più.
               La moneta di scambio chiamata a giudice imparziale tra due conten-
 PAG 16  CONTEST NOIQUI  denti…


               Devo riconoscere, che questa invenzione è stata geniale e vanno fatti gli onori a chi lo ha pensato.

               Oggi nell’era del terzo millennio, dove l’umanità pensa di sbarcare su Marte per conoscere il mondo che ci
 PAG 14 FRANCESCA PATITUCCI  circonda, c’è chi sulla Terra pensa di usare altre forme di compromesso, sembra che bombe e fucilate siano
        INTERVISTA  GIOE’  un congruo sostituto all’antica arte.
               Vero, la guerra è sempre stata l’arma dell’essere umano, senza di lei non si potrebbe vivere, c’è sempre qual-
               cuno da odiare, sopraffare, inglobare, rendere schiavo.
 PAG 26  ARTISTI DEL GRUPPO
               E allora eccoci a mostrare i muscoli con portaerei, sommergibili e la più eccitante di quest’era, attacchi me-
               diatici.
               A dire il vero agli eventi mediatici siamo stati svezzati presto, prima con le campagne “mussoliniane” e suc-
               cessivamente il ritorno negli anni 80, dove ci siamo fregiati di un governo fondato sugli spot pubblicitari.
               Per chi è di quegli anni, forse in pochi lo ricordano, ma gli autobus all’epoca erano tappezzati di cartelloni

 PAG 28  NOIQUI  pubblicitari che recitavano semplicemente così: stiamo arrivando.
               Come possiamo lamentarci adesso, che diritto abbiamo se perennemente siamo come il diavolo e l’acqua
               santa?
               Come ritenersi indignati di un trattamento non paritario!
               Una cosa però è bluffare con la mente umana, altro è bloccare interi sistemi, rapire informazioni “ritenute
               top secret” per poi farne uso proprio e ritornare allo spavaldo tentativo di ricatto e sudditanza.


               Un tempo, raccontato dalla storia, esisteva un grande impero, si vero, nella storia c’è sempre stato un impero

 PAG 44 ANNALISA POTENZA  da ammirare o farne parte per ovvie motivazioni, una semplice era la fame, l’altra era ed è sentirsi apparte-
               nere a una forza riconosciuta suprema!
 PAG 38  TIZIANA DI RUSCIO  PAG 46  PIERA PISTILLI
               Quest’ultima oggi ci fa sorridere, ma se togliamo “la forza monetaria” e gli “armamenti” resta ancora un
               emblema per i popoli e la rispettiva appartenenza.

               In una globalizzazione totale, nell’aver traghettato masse inizialmente ignare in un contesto virtuale, Fa-
               cebook uno per tutti, ci insegna che non esistono più confini, dove immediatamente possiamo trovare a
               parlare con tizio e caio sparso per la superficie terrestre, e cosa ancor più bella assurgere alle usanze e modi
               di essere dell’altro, resta difficile pensare alla sopraffazione fisica.

               Eppure, oggi nel terzo millennio, abbiamo ancora bisogno di imporre la supremazia, di inculcare con modi
               DISUMANI, l’egemonia del potere.


               A che vale la parola, a che serve la globalizzazione? Forse dietro c’era una lungimiranza ancora nascosta o
               forse ce ne siamo accorti troppo tardi e uscire da questo circolo vizioso è come amputare una parte di noi?


               Quello che sta accadendo ha il potere di sovvertire ogni logica di globalizzazione, ogni forma di umanità
 PAG 49 ROSY BELLOCCO  PAG 52 ANNA MARIA VARVANO  immaginabile.


               La GUERRA, l’uccisione di persone indifese può essere l’unico strumento per condurre alla sottomissione
               un intero popolo?


               E’ ovvio che mi riferisco ai nostri giorni, è ovvio che sono contro qualsiasi forma di violenza, è sperabile,
               almeno nel mio cuore è così, che tu che mi leggi ti allontani da questo modo di intendere il potere.


               Mentre scrivo la mente intona una delle più celebri canzoni patriottiche italiane “IL PIAVE MORMOVA-
               RA”, brano composto nel giugno 1918 dal maestro napoletano Ermete Giovanni Gaeta, dove concludeva
               con questo verso: “La Pace non trovò né oppressi, né stranieri” .


               Che ci sia un nuovo 24 maggio da rivivere? Dio assolvi l’uomo che non ha capito la tua morte!
               Come non onorare l’orgoglio di un popolo, come non schierarsi dalla parte di quelle anime che ancora ado-
               lescenti salutano in lacrime i loro genitori, non per vita vissuta, ma per vita rubata!


               Quelle mani piene di sapienza dove sono finite, adesso che anche i muri hanno ferite sanguinanti?




 PAG 54 FERDINANDO CAPUTI  PAG 58 VITTORIO ANGINI
                                                                                                       Luciano Zampini





 PAG 62  ANTONELLA POLENTA
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