Autore: Francesca Patitucci

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Nel naufragio del mondo

03/05/2025 | pubblicazioni_poesie | Nessun commento

Nel naufragio del mondo

 

E che male avean fatto
‘ste creature arenate sulla spiaggia
all’interrotto respiro?
Vedi Dio, a volte penso
– ma dove sei, ci sei davvero… ? 
Ti cerco disperatamente, nella anse
più buie… ti chiamo…          ti prego.
E tu… sei sordo e cieco        al mio implorar la pietà tua.
Poi, nel tempo, la tua pena  e il tuo immenso amore
si palesano.
Nello sconforto, uno scampolo di luce
m’infervora ancora anima.
Certo non è semplice percepire te
nei marosi quotidiani
dentro gli sguardi feriti…
Ma tu affondi la spada dell’amore
nella sofferenza più atroce…
E alla fine mi chiedo di cosa s’empie
il mio inutile lamento…
E tu apri le porte al mio cinico egoismo
a guardare oltre il naufragio del mondo.
Ora vedo la tua luce.

© Francesca Patitucci

 

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✍️ Pubblicata da Francesca Patitucci

Ha voce la mia penna… per te

03/05/2025 | pubblicazioni_poesie | Nessun commento

Ha voce la mia penna... per te

I vestiti un po’ stretti fan da arredo nei cassetti, semiaperti
li guardo a mezzo sorriso
nelle memorie carezzate dal tenero d’una madre.
Le gambette corte facevan fatica
ad accordare pensieri vispi e veloci.
Il silenzio, ora, morde la lingua, ché il verbo appare inconcludente
per quanto ancor ti vorrei dire.
A lume di candela mi seggo
e un fiume di parole si scaglia su una timida ragione
a donarti una luce che vorrei abbracciassi, quando il mondo s’oscura alla tua fiducia
ai tuoi sogni imbrattati
da chi non ti comprende.
Non so se sciorinare le brutture
della vita o la sua bellezza raccontarti
figlio mio
ché l’andazzo in su e giù come emozioni alle montagne russe è pane quotidiano
che appaga e dispera.
E la mia penna, stasera
elemosina il suono
di spalle alla luna incantatrice
acché io non perda il filo dei
pensieri
a svuotare i grumi e le gioie
appesi a occhi e fiato che vegliano
sui tuoi passi incerti e orgogliosi
di giovane uomo.
E poi, chissà… se avrò coraggio
a consegnarti questo foglio misero
pieno di me, di noi
come feto a nutrirsi del caldo e liquido
nido d’amore ch’ancor non carpiva luce.
Ma era già amore immenso.
È quasi l’alba, il caffè è freddo
un’altra notte
ho piegato all’insonne desio
d’entrare nel tuo cuore
e soddisfare tutto il bene imploso
che aliterà sul mio giaciglio
notte e giorno, come solo una madre fa.
Perdonami, figlio, se altro vorresti
da me, accetta ciò che io riesco a donarti.
La mia penna poggio sui tuoi occhi
che bei sogni possano essere
i tuoi affanni, nei miei!

Francesca Patitucci
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✍️ Pubblicata da Francesca Patitucci