Page 47 - RIVISTA NOIQUI AGOSTO 2021
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sfiorare e accarezzare. Vedo la terra, non è lontana, non è nervosa, infastidita, è in attesa,
sbalordita, che, come in un’illusione, si vede nuda. Nulla è morto, ma vive in riserva di
nascosto. La terra si diverte seminando spontaneamente, come un tempo le era concesso,
se voleva farlo e per utilità. Si ritrovano più lunghe le onde sulla scogliera non più irritata,
sul bagnasciuga pulito, si rilassano fino a bagnare la sabbia leggera, calpestata solo dal
vento libero. La libertà che corre e rimbalza dalla costa, alla groppa dei monti con tanto
eco, che gorgheggia da parete a parete senza corde. L'armonia si unisce con la quiete in
un abbraccio. Si baciano senza timore di trasmettere la fine. Mi fa sentire in colpa di averla
derisa, quando la potevo vivere, quando mi aveva accolto fiduciosa della mia promessa,
che ho mantenuto finché mi sono accordata con l'egoismo che ha nutrito la mia cecità. La
guardo ad occhi stanchi, vecchi quasi pronti a chiudersi per non scorgere i miei rimorsi.
Rimango pallida, nel pensiero di poterla riconquistare.
Conto le mie rughe che in questi mesi si sono posate per ricordarmi che il tempo non
sempre si lascia scorrere, ma che sa scrivere su di noi il suo percorso.
Mi chiudo nella mia cabina ansimando il ritorno. Aspiro l'aria che entra generosa con la
luce.
L'aria carica di verità libere. L'aria preziosa, che sta guarendo. L'aria che mi fa paura ades-
so e che un tempo non temevo. L'aria che guarirà, ma che ci ha fatto inginocchiare. L'aria
che si è appesantita da lacrime e preghiere. L'aria che si è sporcata di sangue e morte.
Rimango ancora dentro il mio spazio, non per codardia, ma per non ucciderla più, finché
mi sarà concesso di scrivere ancora le mie promesse. Rimango nella cabina, in attesa di
una sua concessione, di una nuova vita con lei.
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periodico mensile del gruppo NOIQUI