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EDITORIALE






                                                                     LA MEMORIA

                Per una buona memoria, l'importante è dimenticare strano ma vero!

                La memoria non è la trasmissione di informazioni accurate, ma utili: per questo, lasciarne per-

                dere alcune per strada sarebbe essenziale.



                Se vi dimenticate dove avete messo gli occhiali che avevate in mano un momento fa, se non

                riuscite a ricordare dove avete parcheggiato la macchina o non c’è verso che vi venga in mente
                la parola che avete sulla punta della lingua... non preoccupatevi: è normale.




                Di più, perché la memoria funzioni bene, dimenticare è tanto importante quanto ricordare. Lo
                affermano ricercatori canadesi che accendono i riflettori sull’altra faccia della medaglia della

                memoria, il dimenticare. Secondo loro non è un fallimento del meccanismo, ma, anzi, un in-

                granaggio fondamentale per il suo corretto funzionamento.



                L'handicap della troppa memoria. È un concetto non del tutto nuovo, ma valorizzato soprat-

                tutto in ambiti lontani dalla ricerca sulla neurobiologia della memoria. Funes el Memorioso,
                personaggio dell'omonimo racconto di Borges, è capace di ricordare tutto, ma proprio per

                questo è travolto dalla quantità innumerevole dei dettagli: non può pensare un’idea astratta.



                Il paziente S. descritto dal neurologo russo Alexander Luria in Viaggio nella mente di un

                uomo che non dimenticava nulla è allo stesso modo incapace di dimenticare, e vive questa

                forma di memoria pervasiva e assoluta più come un handicap che come una potenzialità.



                IN CONCLUSIONE

                Decisioni intelligenti. Secondo gli autori, un giusto equilibrio tra ricordare e dimenticare ci
                permette di prendere decisioni più intelligenti. Innanzi tutto, perché dimenticare ci consen-

                te di adattarci alle nuove situazioni, lasciando che vadano perse le informazioni sorpassate e

 LE ASSOCIAZIONI  potenzialmente fuorvianti. In secondo luogo, perché in questo modo ci rende più facile gene-
                ralizzare da eventi passati a quelli nuovi, trattenendo l’informazione di base ma eliminando i

                dettagli specifici.



                Insomma, la memoria non ci servirebbe a trasmettere le informazioni più accurate, ma piut-

                tosto le più utili, in modo che possiamo prendere decisioni adattandoci all’ambiente e alle

                circostanze.

                                                                                                              Luciano Zampini
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