Page 6 - RIVISTA NOIQUI GENNAIO 2023
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GRAzIELLA DE ChIARA
Qualcuno potrebbe dirmi che anche i laboratori fanno parte dell’istruzione ma io rispondo, da
interna, che tutto è possibile quando non si abbandona il motivo principale dell’esistenza della
scuola.
LA SCUOLA E I SUOI FANTOMATICI PROFESSORI IMPROVVISATI Un laboratorio di canto, di ballo non mi insegna a leggere, a scrivere e far di conto; se passo il
tempo a fare quello non mi esercito ad altro che dovrebbe avere la precedenza.
In questi giorni sta spopolando sul web il monologo sarcastico sulla scuola di Paolo L’arricchimento culturale si impoverisce mentre si concentra su qualcosa di diverso per cui è
Sorrentino, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano. chiesto; l’arricchimento culturale si snellisce quando non lo carichiamo con altrettanta cultura.
Nelle sue parole recita così: “Dio, occupati tu dell’istruzione. Non dei figli, dei geni- Scegliere una scuola in base ai laboratori del genere è il fallimento di essa e il nostro Paolo Sor-
tori”. rentino ha ragione a parlare di “entusiasmo immotivato”.
Sono rimasta molto colpita dal suo dire, considerato che, ha centrato in pieno una Non c’è entusiasmo dove manca una mente aperta a tutto, non c’è entusiasmo dove i genitori si
delle problematiche che affligge oggi la nostra scuola; Sorrentino ha espresso nel suo sostituiscono in scelte che non sono proprie.
monologo ciò a cui molti genitori oggi, danno la priorità quando scelgono una scuola La scuola, lo studio aiutano a formare ragazzi che da uomini decideranno come vivere la propria
per i propri figli. vita e cosa voler fare da grandi.
Il monologo è scaturito dalla descrizione degli incontri scuola famiglia che lui chia- Gli insegnanti sono educatori non macchine da show da sfruttare a favore di chi nella scuola
ma “la cosa più prossima alla morte” aggiungendo che “nella scuola si può trovare il non dovrebbe proprio entrare!
sentimento più orrendo dell’essere umano: l’entusiasmo immotivato”.
Citando un pezzetto del suo monologo vi farò capire meglio cosa intendo e cosa in-
tende il regista.
"Ha cominciato un genitore che suonava la batteria, dicendo di poter fare un corso pomeridiano di
batteria, scatenando entusiasmo. La moglie, che insegna macarena, si è proposta di insegnare la ma-
carena di pomeriggio, la macarena è importante, sprigiona la creatività, un altro si è proposto di fare
corsi di ciclismo. Applausi, giubilo dei genitori, come in preda ad una droga. La maestra mi ha poi
guardato, dicendomi che potevo, da regista, riprendere tutti i corsi. Lì il consenso è stato più moderato.
Io ho detto che i miei figli sono grandi, ma quando erano piccoli andavano a scuola e giocavano di
pomeriggio per fatti loro. E tutto sommato mi sembrano felici sti ragazzi".
Ecco, io ora mi domando e chiedo a questi “fantomatici professori”, ossia a questi ge-
nitori che improvvisano azioni e si arrogano il diritto di poter insegnare un qualcosa,
che non ha nulla a che vedere con l’ istruzione, cosa chiedono per i propri figli.
Alcune trasmissioni televisive stanno rovinando le menti delle famiglie; i ragazzi fanno
casting per canto, ballo…dimenticando che vi sono altre tipologie di professioni che
potrebbero interessare.
La poca voglia di studiare, la scarsa volontà di applicare la mente per fare altro, porta
loro a scelte che credono meno faticose e che senza una cultura di base morirebbero
sul nascere.
Uno sguardo attento verso la nostra scuola, ci fa assistere a come è entrata già da tem-
po nella fase di azienda. La scuola italiana ormai si mostra a gareggiare soprattutto
nei periodi delle iscrizioni con gli ormai famosi open day, giornata aperta a proposte
d’ogni genere (spesso provenienti dalle menti dei genitori) per accaparrarsi più alunni,
quindi più soldi per le scuole in progetti extrascolastici e risorse che potrebbero essere
gestite in modo diverso.
Giornata in cui milioni di insegnanti sono a disposizione dei genitori per mostrare
loro laboratori, attrezzature e disponibilità di quella scuola in cui lavora; giornata in
cui si ritrovano a fare in primis, ciò che non hanno scelto di fare dandone la priorità e
poi ad un dispendio di energie in attività che rubano tempo alla didattica, allo studio
vero e proprio.
I genitori non hanno più interesse sulle materie disciplinari ma concentrano la loro
attenzione su cosa possa offrire la scuola al di fuori della didattica.
Parto dal presupposto che ogni attività, anche laboratoriale, sia un arricchimento per i
ragazzi, ma quanto tempo bisognerebbe dedicare a queste e quanto alla didattica vera
e propria.
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