Page 8 - RIVISTA NOIQUI GENNAIO 2023
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nabili dal punto di vista fisico e psichico. Basti pensare alla sedia elettrica, usata in alcuni stati
QUANDO LO STATO UCCIDE: LA PENA DI MORTE dell’America che può comportare un elevato numero di scariche per più di 10 minuti con la
“Caino disse al fratello Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in campagna, Caino possibilità di ustioni dolorose e l’espulsione dei bulbi oculari. Insomma, una tra le più atroci
alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. Allora il Signore disse a Caino: «Dov'è Abe- torture. Nei giorni che precedono l’esecuzione si ha un rituale dal forte impatto psicologico.
le, tuo fratello?». Egli rispose: «Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?». Riprese: Infatti, al condannato, messo in totale isolamento, vengono tolti gli effetti personali, vengono
«Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo! Ora sii maledetto, prese le misure dei vestiti per la sepoltura e in sua presenza si prova per tre volte il funziona-
lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. Quando mento dello strumento elettrico. Un particolare non di poca importanza è il divieto di assu-
lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra». mere dei farmaci ansiolitici, in modo da rendere l’attesa ancora più consapevole e drammatica.
Disse Caino al Signore: «Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono? Ecco, tu mi Il condannato viene posto nella death row, in una cella di senza mobili tranne il letto, e l’unica
scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fug- compagnia che ha è se stesso. In questa situazione di deprivazione totale può perdere la per-
giasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere». Ma il Signore gli disse: «Però cezione della realtà e entrare in una psicosi di tipo autistico, come strategia di difesa. Tutte
chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, queste sofferenze hanno maggiore difficoltà ad essere accettate nel condannato innocente. Nel
perché non lo colpisse chiunque l'avesse incontrato (Genesi” 8 – 15). Il testo biblico appare tentativo di ridurre quella che in psicologia è chiamata la dissonanza cognitiva, il condannato
molto chiaro al lettore, a prescindere dall’avere fede o meno o dal fatto che lo si creda ispi- innocente cerca di trovare nel suo passato dei comportamenti delittuosi che possano giustifi-
rato da Dio oppure semplicemente un racconto metaforico con finalità dottrinali ed etiche. care una simile punizione. In senso opposto, ma per lo stesso meccanismo mentale di dare un
La vita umana è sempre inviolabile, non è giusto uccidere il colpevole, ma è ancora più grave significato alla punizione, alcuni condannati colpevoli non mostrano alcun rimorso e salgono
uccidere l’innocente. Eppure, la varie religioni ed istituzioni che si riferiscono ad esso, han- in modo spavaldo sul patibolo. Le figure presenti intorno a loro, il prete, il medico, l’infermiere,
no sempre praticato la pena capitale anche per presunti colpevoli di reati molto meno gravi giocano dei ruoli del tutto innaturali rispetto ai propri profili professionali.
dell’omicidio. Il ricorso ad essa è stata supportato fin dall’antichità da molti teologi e dottori
della Chiesa. Così Sant’Agostino nella sua opera “La città di Dio” scrive “dal momento che
l’autorità agente è una spada nelle mani di Dio non vi è contrarietà nei confronti del coman-
damento non uccidere per quanti rappresentano l’autorità dello stato e mettono a morte i
criminali”. Dello stesso parere erano San Tommaso D’Aquino, San Roberto Bellarmino, che
si pronunciò a favore dell’esecuzione di Giordano Bruno, Tommaso Moro, Francisco Suarez
e tanti altri. Il ricorso alla pena di morte per motivi religiosi (eresie, stregoneria) o per reati
comuni è stato largamente praticato nei territori sotto il dominio del papato. Basti pensare
che dal 1796 al 1864 Giovanni Battista Bugatti detto Mastro Titta, il famigerato boia dello
Stato Pontificio, compì ben 616 esecuzioni nei modi più crudeli e orribili quali impiccagioni,
uso del martello, decapitazione. Il boia iniziò il suo “lavoro” all’età di 17 anni con un vero e
proprio squartamento effettuato con azioni rocambolesche facendo poi a pezzi la salma con
l’arte di un provetto macellaio. Seguirono altre esecuzioni crudeli che descrive nelle sue me-
morie con dovizia di particolari raccapriccianti e orrida morbosità. Suscita disgusto l’idea che
associa una religione nata dalla sofferenza di un Cristo offeso e beffeggiato dal potere dello
stato e incoronato di spine, con l’azione di un boia che agisce proprio in nome di quel Cristo
e di quella religione. Successivamente nella Città del Vaticano la pena di morte è stata legale
fino al 1969 quando ad opera di Paolo VI venne rimossa e poi abrogata definitivamente dagli
Statuti Vaticani nel 2001 ad opera di Giovanni Paolo II. Comunque, a onor del vero, indipen-
dentemente dalla legislazione, di fatto l’ultima esecuzione avvenne molti anni prima, nel 1870
nei territori dello Stato Pontificio. Alla fine, recentemente con Papa Francesco, dopo tanti
distinguo e tentennamenti, la Congregazione per la Dottrina della Fede ha posto la parola
fine ad ogni eccezione dottrinale, modificato il punto 2267 del Catechismo con l’espressione:
“la pena di morte è sempre inammissibile perché costituisce un attentato contro l’inviolabilità
e la dignità della persona”. Questo cambiamento del pensiero della Chiesa viene giustificato
dal fatto che oggi vi sono sistemi di detenzioni più efficaci che in passato quando il ricorso
alla pena capitale era considerato come legittima difesa sociale di uno stato sostanzialmente
debole nei confronti del reo. Tale concezione recepisce l’avversione alla pena di morte con-
divisa da gran parte dell’opinione pubblica in considerazione delle possibilità di cui dispone
il moderno stato democratico di reprimere e contenere efficacemente il delitto.
La pena capitale, in molti casi, non costituisce solo la soppressione legalizzata di un essere
umano, ma, a seconda delle modalità di esecuzione, comporta spesso sofferenze inimmagi-
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