Page 86 - RIVISTA NOIQUI GIUGNO 2021
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L’ALBERO DALLE FOGLIE D’ORO
C'era una volta, in un grande bosco, un albero. Certo vi chiederete che cosa ci sia di stra-
no, nei boschi sono sempre esistiti gli alberi, tuttavia questo aveva una particolarità unica:
le sue foglie erano d'oro. Non era nato albero, molto tempo prima era stato un bellissimo
giovane, un principe di nome Leonardo, ma una cattiva strega, tramite un sortilegio, lo
aveva mutato in una pianta, concedendogli il potere di esaudire i desideri di chi avesse
staccato le sue foglie d'oro. In un primo tempo, era rimasto piantato nel giardino della
reggia, ma nel momento in cui realizzò di avere la possibilità di potersi muovere a suo
piacimento, fuggì lontano, poiché la vista dei suoi cari in pena per lui gli procurava una
terribile sofferenza. Nel suo vagabondare trovò il grande bosco e decise di fermarvisi. La
vicinanza dei suoi simili contribuì a mitigare la tristezza per aver abbandonato il luogo
sereno della sua infanzia, dove aveva vissuto momenti indimenticabili, amato dalla sua
famiglia. Si era ormai rassegnato al suo destino, quando, in una mattina di primavera,
il bosco si riempì di voci e di rumori. Gli alberi erano allarmati. <Che cosa diavolo sta
succedendo?> Chiese, concitato, un castagno. <Ho sentito un uomo ordinare a un altro
di abbattere parte delle piante!> Rispose una grande quercia. <Poveri noi, ci uccideranno
tutti!> Fecero gli alberi in coro. Era il progresso che avanzava e, con lui, il disboscamento.
Da ogni lato proveniva il rumore delle seghe all'opera. Gli uccellini fuggivano spaventa-
ti, abbandonando i loro comodi nidi. Venne la notte e tornò il silenzio rotto, a tratti, da
un pianto sommesso. Il grande albero dalle foglie d'oro era impotente di fronte a tanto
dolore. Il bosco presto sarebbe scomparso per far posto alle case degli uomini. <Addio
amici miei. Non vi dimenticherò mai...> Le sue radici affiorarono dal terreno e la possen-
te mole si allontanò nel buio. Così riprese il suo vagabondare. <Oh me sventurato, dove
andrò adesso?> Si domandò, camminando senza sosta. All'improvviso, si accorse di una
luce in lontananza. Si avvicinò. La luce proveniva da una casetta che appariva cadente e
desolata. "Mi fermerò un poco in quest'orticello. Sono curioso di sapere chi abita qui."
Pensò fra sé. Il mattino seguente, l’uscio della vecchia casa si aprì e ne uscì una frotta di
bambini allegri e spensierati, a dispetto dei miseri panni che indossavano. Certamente si
trattava di una famiglia molto povera. Che enorme sorpresa per quei piccoli trovare quel
maestoso albero dalle foglie tanto scintillanti, nel loro orticello! Lo assalirono da ogni
parte, arrampicandosi sul grosso fusto fin quasi sulla cima, urlando e chiamando a gran
voce la loro mamma e il loro papà, che arrivarono di corsa e rimasero allibiti sulla porta di
casa. <E’ meraviglioso!> Esclamarono entrambi. <Guarda, cara, le sue foglie sono d’oro.
Non ho mai visto nulla di simile in tutta la mia vita!> Così dicendo, il marito si avvicinò
a un ramo e ne staccò una. All’istante l’umile casa si mutò in una magnifica residenza,
come l’uomo aveva sempre desiderato per la sua famiglia. Era un miracolo! La moglie
seguì l’esempio del marito e ne staccò un’altra, dopodiché corse subito nell’immensa casa.
In un salone del piano terra, proprio al centro, era situata una ricca tavola imbandita. Vi
era sopra ogni ben di Dio! La donna si inginocchiò ringraziando il Signore per la grazia e
l’abbondanza che aveva donate loro. I bambini fecero altrettanto e si ritrovarono vestiti
di tutto punto e immersi in un mare di giocattoli. Persino il loro sogno si era avverato. La
notte successiva, appagato per quanto era riuscito a donare a quella famiglia, l’albero si
trasferì in un altro piccolo orto, davanti a un’altra povera casa. E lì avvenne, più o meno,
la medesima cosa. Passò molto tempo a compiacersi del suo operato, ciononostante si
sentiva stanco di quel vagare senza meta, quando giunse nei pressi di un incantevole giar-
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periodico mensile del gruppo NOIQUI