Page 87 - RIVISTA NOIQUI GIUGNO 2021
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IRIs vIGnOLA




               dino. Prese il coraggio a due mani e vi entrò. La giovane donna che abitava in quel luogo
               da favola possedeva una bellezza straordinaria, così come il suo animo buono e gentile.
               Purtroppo i suoi occhi erano spenti: era cieca! L’albero trovò un posto adatto a lui, dove
               sprofondò le sue radici. In uno dei tanti mattini, passeggiando nel giardino come amava
               solitamente fare, la fanciulla, il cui nome era Emmanuelle, percepì una presenza insolita.
               Col timore nel cuore, si diresse dove i suoi sensi più sviluppati la guidavano, annaspando
               con le braccia in aria, fino a toccare qualcosa che, prima, non esisteva. A quel contatto,
               l’albero provò un’emozione tanto grande da materializzare alcune lacrime che scesero
               lungo il tronco, fino a bagnare le dita della sventurata. <Chi sei tu? Certamente non una
               comune pianta. Vorrei tanto che potessi parlare e confidarmi ciò che ti affligge.> Così
               parlando, la giovane abbracciò la pianta e poggiò il suo capo su di essa, piangendo calde
               lacrime che, sfuggendo dalle sue guance, cadevano sul grosso tronco. Era la prima volta
               che qualche essere umano, all’infuori dei suoi cari, stava soffrendo per lui. In men che
               non si dica il sortilegio svanì e lui riprese le sue vere sembianze di giovane uomo, alto e
               affascinante. <Sono il Principe Leonardo – disse – il tuo animo nobile ha spezzato l’in-
               cantesimo che mi possedeva. Anch’io desidero aiutarti, ridare la luce ai tuoi occhi spenti,
               nonostante ciò non so come poter fare...> In quel preciso istante, qualcosa che brillava
               sull’erba attirò la sua attenzione: si trattava di una piccola foglia d’oro, ultima testimonian-
               za dell’accaduto. Al che un’idea gli balenò nella mente: prese tra le sue la delicata mano
               di lei ed esortandola a chinarsi, le suggerì: <Sul terreno c’è l’ultima delle mie foglie. E’
               una foglia magica; ti prego, raccoglila e stringila forte nella mano, mentre esprimi il tuo
               desiderio più grande.> Gli occhi della fanciulla, spenti dalla nascita, si accesero di vita,
               per cui, al culmine della felicità, si strinsero in un forte abbraccio, ringraziando il Creatore
               per averli fatti incontrare.































                                            IRIS VIGNOLA








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