Page 54 - RIVISTA NOIQUI GIUGNO 2023
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TERO AZALN
DA UNA STORIA VERA
Anka era cresciuta nella città di Ptuj, una delle più antiche della Slovenia lungo il fiume Dra-
va, nel punto in cui forma un lago.
Veniva da una famiglia molto modesta e aveva appena vent’anni quando, alla fine degli anni
Novanta, decise di seguire in Italia il suo fidanzato Igor di origine ucraina che voleva cam-
biare vita in seguito alla forte crisi che aveva colpito il suo paese.
Li conobbi a Caserta nell’ambulatorio per stranieri irregolari di cui mi occupavo in quel pe-
riodo e mi colpì il loro amore vissuto con la voglia di superare ogni ostacolo e poter realiz-
zare il sogno di farcela
Venivano spesso per curare una cardiopatia di Igor da tenere sotto controllo.
La ragazza aveva grandi occhi azzurri e capelli chiari lunghissimi, era la prima di quattro fra-
telli e mandava tutto il guadagno alla sua famiglia: - hanno bisogno di tanti soldi per mangiare
- diceva.
Una sera ascoltavo il telegiornale e una notizia attirò la mia attenzione: “Sarà l’autopsia a
stabilire la causa che ha provocato il decesso del signor Angelo La Torre nel tardo pomerig-
gio di ieri. Per ora si indaga su di un ucraino di ventisei anni, di nome Shiskij Igor, privo di
permesso di soggiorno, che ha lavorato per alcuni mesi presso l’anziano in pensione e di cui
sembra si siano perse le tracce”.
L’accusa fu smentita qualche giorno dopo, quando fu chiarito che il decesso era avvenuto
per cause naturali. Ma l’ignaro ragazzo, distrutto dall’angoscia, già si nascondeva insieme alla
compagna nel soppalco di una stamberga abbandonata al centro della città di Caserta. Incon-
sapevoli del risvolto delle indagini, che non ritenevano più Igor perseguibile, raggiungevano
la soffitta arrampicandosi lungo il muro, reggendosi su cavi elettrici e corde improvvisate
con stracci.
Dormivano per terra, sopra un materasso fatto di cenci.
Unica consolazione il loro amore li univa con la disperazione di due esiliati perseguitati senza
più patria né dimora, due clandestini fuorilegge sopra un suolo ostile.
Un pomeriggio come tanti se ne stettero abbracciati al freddo, a fissare la fiamma del tra-
monto che lentamente si spegneva.
Fu proprio quella notte che la donna, rendendosi conto di un improvviso malessere del suo
ragazzo, si precipitò in strada per chiedere aiuto. Giunse l’ambulanza e pure la telecamera a
reclamizzare una morte inaccettabile in un solaio assurdo.
Quell’episodio ebbe enorme risonanza per un lungo periodo.
Non vidi più Anka e sperai che avesse fatto ritorno al suo paese e non fosse finita in mezzo
alla strada, a svendersi il corpo e l’anima come tante ragazzine straniere.
Ma poi un suo connazionale mi tradusse una notizia presa da un giornale sloveno:
“Il corpo di una ragazza è stato trovato questa mattina nel fiume Drava. Dai primi rilievi si
è accertata l’ora della morte che risale alle prime luci dell’alba e l’identità della vittima che
risulta essere una Slovena di venticinque anni di nome Anka Majatska”.
(Maria Perrella)
NOTTURNO IL TERRAZZINO DELLA GABI' ARMIDA PELLEGRI
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