Page 69 - RIVISTA NOIQUI GIUGNO 2023
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EMAnuEL FATELLO


 RAGAZZO, VIVI TU LA TUA VITA


 Sono  passati  ormai  quasi  vent’anni  dall’abolizione  del
 servizio militare obbligatorio e periodicamente si torna

 ad affrontare il dibattito sull’utilità o meno della leva.

 All’epoca, infatti, uno dei peggiori incubi per i giovani
 che raggiungevano la maggiore età era quello di dover

 svolgere  il  temibile  servizio  militare;  certo  la  bontà  di

 questo anno "offerto” allo Stato era discutibile ed ap-
 pariva per certi versi anacronistica. Un aspetto, però, ha

 sempre alimentato pareri contrastanti: allontanarsi mo-

 mentaneamente dalla propria famiglia poteva rappresen-
 tare un bene? Per un giovane è utile o controproducen-

 te essere costretto a tagliare questo cordone ombelicale,

 dovendo muovere da solo i primi passi? Naturalmente,
 come spesso accade, il discorso si mostra estremamen-

 te soggettivo; eppure, questa forzata indipendenza per

 molti poteva rappresentare uno stimolo per raggiunge-
 re una certa maturità. Diciamo che per ottenere ciò non

 servirebbe il servizio di leva, ma questo rappresentava

 senz’altro un'occasione: uscire di casa, imparare a gestir-
 si, essere costretti a provvedere a sé stessi, confrontarsi con situazioni e realtà differenti; tutto

 ciò portava ad una necessaria crescita, legata alla “sopravvivenza”. Le statistiche parlano di figli

 sempre più “mammoni”, che hanno poca voglia e ancor meno possibilità di staccarsi da casa;
 purtroppo, però, questo distacco è necessario e talvolta avviene in maniera brusca e repentina,

 prima che i giovani abbiano avuto modo di imparare a sopravvivere e cavarsela da soli. Trovarsi

 all'improvviso a dover provvedere a sé stessi non è certo semplice per chi ha sempre avuto “la
 pappa bella e pronta"; allontanarsi dall'ambiente familiare permette di trovare una certa indi-

 pendenza ed offre inoltre la possibilità di confrontarsi con gli altri, di aprirsi a nuove esperien-

 ze, di conoscere la vita. D'altra parte, però, la famiglia deve restare un caposaldo, un punto di
 riferimento necessario, che purtroppo sta venendo sempre meno, come dimostrano numerosi

 tragici eventi che riempiono spesso le cronache: baby gang che aggrediscono selvaggiamente

 coetanei, studenti che sparano agli insegnanti, suicidi filmati quasi per gioco. Certi fatti deno-
 tano senz'altro la carenza di valori ed affetti fondamentali per la crescita di un ragazzo: giovani

 abbandonati a sé stessi, senza la guida di una famiglia stabile ed amorevole, vanno incontro

 ad un futuro senz'altro precario. Ultimamente molti ragazzi vengono lasciati soli e sono così
 costretti a crescere con leggi dure e nocive; l'affetto della famiglia è fondamentale per guidare,

 consigliare, accompagnare l’adolescente, ma allo stesso tempo non deve soffocare la libertà

 dell'individuo, che ha il diritto di vivere la propria vita, effettuare le proprie scelte, fare le pro-
 prie esperienze. Arriverà però il momento in cui ognuno dovrà scegliersi la strada e vivere la

 propria vita; e non sarebbe male se allora i ragazzi sapessero già muovere da soli i primi passi,
 senza doversi affacciare per la prima volta in questa nuova realtà. La vita rappresenta un lungo

 sentiero, spesso impervio: gli amici, la famiglia, gli affetti, potranno sostenerci sempre: ma sa-

 remo noi a dover condurre le danze ed i passi della nostra esistenza, dando forma e contenuto
 al nostro destino.

 “Io credo fortemente nella vita,

 in chi non si assoggetta e non demorde
 e non accetta mai che sia finita

 neanche quando stretto giù alle corde”.



 Emanuel Fatello







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