Page 55 - RIVISTA GIUGNO 2025
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RIVISTA NOIQUI MAGGIO 2025     https://www.youtube.com/@noiqui/featured



               MASCHIELLA GIUSEPPE MAURO
               CATULLO E LESBIA

               Quando Eros ci dà sotto con gli strali
               e coglie in fronte un Vate, non c’e` niente
               che gli schiarisce la mente, e una sorgente
               sgorga da lui di cantici immortali.
               Sua moglie Lesbia, ispira tali
               versi e appare a volte un’innocente
               ragazza dal piedino risplendente,
               altre una Circe dai baci fatali.
               Ma Lesbia non ascolta i suoi canti
               e si concede ad altri uomini, tanti.
               Si dice, che sulla sua tomba in via Appia
               qualcuno abbia scritto questa canzonaccia:
               “Di ambigui amori e di baldorie stracca,                           Saveria_Neri
               dopo vita di folli orgasmi piena zeppa                           LO_SPECCHIO
               qui dorme un sonno inquieto una baldracca.”
               Con tradimenti degni di memoria
               alzò il marito al trono della gloria
               lo fece il becco più becco della storia.
               Per queste pene d’amor il sommo Catullo,
               scese all’Ade ancor fanciullo
               Gaio non visse e morì citrullo.


                                                        Quest’opera pittorica di Saveria Neri,  ac-
                                                        compagna e rafforza il laboratorio satirico
                                                        con un linguaggio visivo altrettanto spre-
                                                        giudicato e simbolicamente denso. L’imma-
                                                        gine, coloratissima e pop, mette in scena
                                                        quattro volti femminili allineati in un gran-
                                                        de ombrello nero, ciascuno dei quali segna-
                                                        to da tratti espressivi marcati e da simboli
                                                        che oscillano tra l’ironia e l’allusione. Ma-
                                                        schere, carte da gioco, strumenti musicali,
                                                        oggetti del quotidiano e del desiderio  che
                                                        sembrano orbitare in una danza caotica,
                                                        dove la donna è insieme musa, attrice, pre-
                                                        stigiatrice,  vittima e regista. L’ombrello,
                                                        elemento ambiguo, potrebbe simboleggia-
                                                        re protezione o inganno, mentre lo sfondo
                                                        giallo acceso amplifica la teatralità del con-
                                                        testo. Il tratto naïf  è solo apparente: l’au-
                                                        trice si muove con libertà espressiva e piglio
                                                        critico, mostrando una galleria di stereoti-
                                                        pi femminili che si fa parodia vivace. Una
                                                        satira visuale che, pur senza didascalie, sa
                                                        “parlare” con la stessa forza di una poesia.
                                                        (AmM)


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