Page 2 - RIVISTA NOIQUI LUGLIO 2021
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LA NOTTE DELLA RISCOSSA



                ORMAI TUTTI NUMERI PRIMI

                Avevo scritto così tanti fogli che mancava lo spazio dove continuare, come uno sveni-
                mento vennero a mancare anche gli alberi per produrre altri fogli.
                Mi venne un’idea geniale: li lavo in lavatrice.
                Raccolsi quelle rime sparse tra il divano, la soffitta, andai persino nell’angolo più buio di
                me e, con grande coraggio e speranza mi incamminai verso quel mezzo meccanico che
                promette lo sbiancamento fino a togliere lo sporco più assurdo.
                Inforcato gli occhiali cominciai a leggere la ricetta più efficiente e quindi: una dose di
                calma, due cucchiai di amarezza, un secchiello di felicità, quella dei bambini quando
                stanno sulla spiaggia e, per ultimo ci misi tanta speranza, quella che ho sempre dentro
                di me.
                Chiusi l’oblo come se fosse un sommergibile e dieti il via al vortice, ovviamente pro-
                gramma per lana delicata
                Aspettai senza parlare, quella poltiglia a volte come una palla altre come stelle filanti
                danzavano senza sosta, lasciavano come un abbandonarsi a se stessi quelle macchie che
                erano state il sunto di un prezioso esposto.
                Dallo scolo anche l’acqua sembrava parlare un lessico antico ma vero, si dimenava tra
                l’infuocato e la riproposizione di fatti veri e mai dimenticati.
                Alcune erano così ispide che increspavano lo scorrere modificando il defluire di quel
                fiume, parole, parole e sempre parole.
                Sentimenti acidi, caldi, affannati, trovati, persi, mancati e carichi di passione che solo
                l’amore può germogliare.
                Assorto osservavo lo scorrere
                quando  l’allert  indica  “fine  pro-
                gramma” anche l’asciugatura aveva
                finito il suo ciclo storico di compia-
                cimento
                Felice apro e raccolgo il vociare che
                stordisce come le papere in festa.
                Che  solitudine  quei  fogli  non  più
                foglie, si sentivano ormai tutti nu-
                meri primi!
                LUCIANO ZAMPINI
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