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YuLI CRuZ LEZCAno

               Nata vicino a Odessa, in Bolshoi Fontan, il 23 di giugno del 1889, con il nome Ana Andreievna
 “HO LETTO CHE NON MUOIONO LE ANIME”  Gorenko, pubblicò la sua prima raccolta di poesie all’età di 17 anni sotto pseudonimo, visto che

 (articolo di Yuleisy Cruz Lezcano)  i poeti non erano ben visti, poi successivamente all’età di 23 anni pubblicò il suo primo libro

               di poesie “Il pomeriggio”. Trascinata nella maledizione dallo sguardo permanente del “grande

 Dopo avere letto la poesia di una donna, ho cercato ovunque il suo nome e una grande sorpresa   fratello”, suo marito, il poeta Gumilev, fu accusato di essere un controrivoluzionario e messo
 mi è apparsa davanti agli occhi, in tre lingue diverse l’autrice aveva un diverso nome d’arte. Ogni   a morte. Molti dei suoi colleghi e amici letterati subirono l’epurazione scatenata dalla “Grande

 lingua dava una nuova interpretazione al suo nome Anna Achmatova (23 di giugno 1889- 5   Rivoluzione d’Ottobre”. I gulag si nutrirono della sua carne eccessivamente sensibile. In quel

 marzo del 1966) in italiano, Ana Ajmátova in spagnolo, Anna Akmatova in inglese e, in russo?   crudele secolo che le toccò vivere, la sua anima subì profonde lacerazioni e l’umiliazione più
 Non conoscendo la lingua madre dell’autrice ho dovuto fare un copia incolla del suo nome   grande che può subire un poeta, la censura. La sua voce fu successivamente azzittita e con grande

 per riportarlo in questo articolo Анна Андреевна Ахматова, poi che importanza ha un nome   dolore la poeta vide cadere i suoi amici uno dopo l’altro, fucilati o deportati. Lev, suo figlio, fu

 prima dell’ultimo brindisi? Ed è così che si chiama questa poesia letta in varie lingue “L’ultimo   arrestato e dopo una serie di ingiustificate e assurde accuse, fu deportato per ordine di Stalin
 brindisi”.    in Siberia. Così dalle azioni di Anna sarebbe dipesa la vita di suo figlio. Il freddo di Leningrado

 Sinceramente non ricordo in quale luogo dello spirito ho letto questa breve poesia, in quale   non ebbe clemenza della sua sofferenza e della sua attesa e per paura Anna finì bruciando tutti

 mercatino in Italia o in qualsiasi parte del mondo ho girovagato… mi sono imbattuta in questa   suoi scritti che potessero in qualche modo comprometterla.

 poesia e ho trovato tanto di mio. La verità è che Ana Achmatova con la poesia “Ultimo brindisi”   Quella che è considerata la sua opera maestra il libro Requiem (1935-40) appare nel 1963, è
 era lì, religiosamente silenziosa, e questa è arrivata tra le mie mani, portata dalla traduzione di   proprio in questo libro che è contenuta la poesia “L’ultimo brindisi”, in cui vediamo il motivo

 José Luis Reina Palazón, uno studioso, traduttore e poeta spagnolo.  di tanto dolore. Bisogna dire che questo non è stato pubblicato nella vecchia URSS fino al 1987,

 Evidentemente un giorno, qualche anno fa, ci siamo guardati nello stesso specchio di questa   ma sotto il mandato di Gorbaciov, nonostante in Germania circolasse già da tanti anni.

 poeta russa. Questa poeta tradotta in varie lingue, è stata tradotta da Belén Ojeda con “La liebre   Nel 1964 la poeta viaggiò in Italia dove gli venne assegnato il Premio Internazionale di poesia e
 libre”, della quale lascio scorrere queste parole presenti in una nota inserita oggi come parte di   nel 1965 fu nominata dottore honoris causa dall’Università di Oxford.

 un libro: “Una voce densa contiene il dolore. Un respiro sordo riempie lo spazio dove il pianto   “Brindo alla casa in rovina.” Il Paese – il suo Paese – era quella casa, vessata dalle grinfie di un

 si placa nel silenzio. Anna Achmatova, sconosciuta e distante, rude e tenera, nel mezzo di una   potere insensato. Vicino alla capitale, a Domodedovo, Achmatova morì nel 1966. Il suo spirito
 diabolica persecuzione...”  cominciò a viaggiare per il mondo, con disappunto dei dinosauri di quel processo che si concluse

 Dopo anni la leggo anche in italiano e vi confesso che non è cambiato nulla da quella prima   in un mucchio di parole vuote, che non hanno riabilitato la vita di esseri umani distrutti.

 lettura, solo che questa volta le traduzioni che ho trovato danno una certa durezza alla poetica   Questo brindisi, tanto amaro quanto pieno di speranza, ci sta molto a cuore. Ci rende complici
 di Anna. Anche questa durezza avvicina un po’ di più l’autrice ai lettori, poiché rivela l’atmosfera   della vita che questa donna ha sofferto, e ci trascina fino alla riva dove il sangue si è fermato per

 di chi ha sofferto i rigori di un lungo processo rivoluzionario che si è concluso –. come tutti gli   non macchiare le acque di un fiume immaginario.

 altri – in molestie, torture e morte.  In quest’ora di cielo coperto, scrivo questa nota per ricordare questa donna che ha salvato parte
 Il poema, scritto in prima persona, è ricco di dettagli di una vita che conobbe il freddo delle   del nostro universo intimo.

 steppe e la desolazione dell’esilio.

               Requiem
 Brindo alla casa in rovina,  1935-1940

 per la vita sciagurata,

 per le solitudini vissute in due,  Nessun cielo straniero

 e anche per te-  mi proteggeva,
 per la menzogna di labbra traditrici,  nessuna ala strana

 per il morto gelo dei tuoi occhi  faceva da scudo al mio volto,

 per un mondo crudele e rude,  sono stata testimone di un

 Per Dio che non ci ha salvato.  destino comune,
               sopravvissuta di quel tempo,

 Achmatova scrisse sempre in tono d’addio. Il segno lasciato da questa poesia imprime delle tracce   di quel luogo.

 e riapre ferite a tutti coloro che sono stati vittime del tradimento, dell’oblio e della lontananza.   (1961)
 Ecco perché non è facile leggere il dolore, tanto meno quello che si somma all’abbandono di

 Dio, al trattamento “crudele e rude” del mondo. Questa poesia riassume l’universo poetico, la   Alcuni percorrono un sentiero dritto

 vita di questa donna che è vissuta e morta molto intensamente.
 Perseguitata dallo stalinismo più feroce, formò una squadra sofferente con Ossip Mandelstam   Alcuni percorrono un sentiero diritto,

 e Boris Pasternak. Quelli di noi che l’hanno letta anni fa si rammaricano di non averlo fatto   altri camminano in cerchio,

 prima, ma questa era la poesia clandestina sovietica, un suono congelato nella sua stessa eco   desiderano tornare alla casa
 dalla mano ferrea di una dittatura tanto stupida quanto palesemente bugiarda. Gli “occhi freddi   paterna

 della morte” erano anche lo sguardo delle statue dove riposava il delitto del “piccolo padre”   e attendono l’amica di altri

 Josif Stalin.  tempi.




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