Page 91 - RIVISTA NOIQUI NOVEMBRE 2023
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TRA MITOLOGIA E LEGGENDA  fERDInAnDO cApuTI

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                                                                                         ci volle molto per constatare ciò che ave-
 C’ERA UNA VOLTA L’EGITTO                                                                vo appreso, personalmente rimasi stupito

                                                                                         dall'indifferenza dei turisti che, ignari di

                                                                                         ciò che avevano di fronte, proseguivano
 LA PIRAMIDE DI CHEFREN (Quarta parte) – IL TEMPIO DELLA VALLE

 Ora noi, comuni mortali rispettosi della sovranità antico egi-                          tranquillamente nella loro visita senza che
 zia, non ci permettiamo di scendere dalla Rampa cerimoniale                             la guida richiamasse la loro attenzione su

 (anche perché non è che sia molto agevole) ma percorriamo la                            ciò che stavano osservando. Io avevo tro-

 strada asfaltata che in parte la costeggia. Superiamo la Sfinge                         vato quello che cercavo. Osservate le foto
 che si trova sulla nostra destra e poco oltre ci dirigiamo verso                        che ho  scattato alle pareti, i massi non

 sinistra ed arriviamo allo spiazzo dei Templi di Chefren e della                        sono sistemati in modo regolare, alcune

 Sfinge. Poniamoci ora di fronte al due templi, a destra si trova                        pietre hanno degli incastri particolari pur
 il Tempio della Sfinge, che vedremo in un altro articolo quan-  combaciando tra loro in modo perfetto. Tranne forse alcuni documentari, non ricordo di aver

 do parleremo della Sfinge stessa, si trova oggi in pessime con-  trovato informazioni ufficiali più dettagliate sull'argomento che trovo decisamente importante.
 dizioni. A sinistra verso sud, separato da uno stretto corridoio,   Non credo esistano in Egitto altri edifici che presentino una metodologia di costruzione simile

 troviamo il Tempio della Valle di Chefren, l'unico tempio della   al Tempio di Chefren. Mi chiedo quale sia la ragione che giustifichi una simile disarmonia nella

 Valle ancora esistente in Egitto che si sia conservato e che ci è   sistemazione dei blocchi in una parete che si presenta perfettamente piana. E non solo ma se
 pervenuto in buono stato. Si tratta di un edificio nel quale av-  osservate come sono stati ricavati alcuni angoli dove il blocco enorme è stato completamente

 veniva il culto del re, dall'imbalsamazione alla cerimonia dell'a-  scalpellato per formare un angolo retto. Stiamo assistendo a quello che assomiglia ad un gioco

 pertura della bocca. A scoprirlo fu Auguste Mariette nel 1852   di incastri eseguito su di una scala molto più grande. Perché i suoi costruttori hanno dovuto
 che erroneamente, in un primo momento, lo attribuì alla Sfinge, salvo poi ricredersi. Esso era   adattare i blocchi scolpendoli con più angoli ma perfettamente combacianti? Qual è la logica

 collegato al Tempio Funerario di Chefren per mezzo della già citata Rampa cerimoniale lunga   che ha indotto i costruttori ad adottare una tecnica così complicata e senz'altro più dispendio-

 circa 500 mt. che superava il dislivello di 46 mt. per arrivare al Tempio Funerario situato ac-  sa? Per me questo è il mistero del Tempio della valle. E' strano ma una tecnica simile, in tempi
 canto alla piramide sul lato est, di cui abbiamo già parlato.  Il Tempio della Valle in origine do-  diversi, era molto usata nell'America precolombiana. Basta osservare le ciclopiche mura del Ma-

 veva avere l'aspetto di una mastaba a pianta quadrata di 45 mt. di lato per 13 di altezza. La cosa   chu Picchu, quelle della città di Cusco e quelle della fortezza di Ollantaytambo, nell'America del

 che lascia più impressionati sono le poderose mura, costruite con blocchi di calcare di Tura   sud, migliaia di chilometri oltre oceano. Qui i blocchi presentano forme irregolari ma sono stati
 di enormi dimensioni per un volume di circa 55 metri cubi che sviluppano un peso di quasi   fatti combaciare perfettamente nonostante non sia stata utilizzata alcun tipo di malta per legare

 150 tonnellate. Ciascuna parete è poi rivestita all'interno con blocchi giganteschi di granito   i blocchi tra di loro al punto che non è possibile infilare nemmeno la lama di un coltello. Anche

 rosso di Assuan, del peso di circa 45 tonnellate ciascuno, perfettamente combacianti e privi   qui gli scavi archeologici e i ritrovamenti non hanno portato alla luce strumenti di lavoro adegua-
 di decorazioni, ad eccezione di alcuni geroglifici incisi (forse in tempi successivi) sui montanti   ti a costruire simili opere. Non avendo nulla da aggiungere, a questo punto mi fermo lasciando

 delle porte, che lo rendono impressionante per il severo ed elegante aspetto. Nella grande sala   il seguito all'immaginazione di ciascuno di voi. A puro titolo di curiosità ci tengo a ricordare che

 a forma di T rovesciata sono presenti 16 pilastri monoliti in granito rosso alti circa 4 metri che   nel piazzale antistante i Templi della Valle di Chefren e della Sfinge, il 17 novembre 1869 ci fu
 sorreggono imponenti architravi sempre monolitiche in granito. La pavimentazione in alaba-  l’inaugurazione del Canale di Suez, per l'occasione Mehmed Emin Âli, Pasha ottomano in Egit-

 stro con le pareti in calcare rivestite di granito nero creavano uno spettacolare contrasto cro-  to, organizzò una cerimonia solenne cui fu presente anche l’imperatrice Eugenia de Montijo,

 matico che colpiva ed impressionava il visitatore. In origine la sala conteneva 25 enormi statue   consorte di Napoleone III, ultima sovrana di Francia e per l'occasione risuonarono le note della
 di Chefren assiso ricavate da diorite verde del deserto nubiano, alabastro e grovacca. Nella   Egyptischer Marsch, composta da Johann Strauss. Fu in quell'occasione che al teatro Kedivale

 prima anticamera era stato ricavato un pozzo nel quale furono riposte le statue del sovrano   del Cairo fu rappresentata la prima dell’Aida di Giuseppe Verdi. Un’ultima curiosità per i turisti
 allo scopo di preservarle dai profanatori e dai ladri. Auguste Mariette, nel 1859 scoprì il pozzo   è assistere ad uno spettacolo dei “Dervisci Rotanti” eseguito nel piazzale di fronte ai due tem-

 ma purtroppo solo una statua era intatta ed è oggi esposta al Museo del Cairo. Erano inoltre   pli. In abito tradizionale e accompagnati da una partitura musicale, danzano mossi dal dolore

 presenti altre camere con vari corridoi e vestiboli oltre ad ambienti atti a contenere forse altre   per la separazione da Dio e dal desiderio ardente di ritrovarlo nell’estasi del ballo. “La danza dei
 barche solari. Quando visitai il Tempio di Valle di Chefren lo feci a ragion veduta. Avevo già   Dervisci rotanti” è un rapimento irresistibile per gli occhi. La danza estatica dei Dervisci Sufi,

 studiato la struttura dell'edificio tempo prima ed avevo maturato il desiderio di poter consta-  porta i danzatori a volteggiare interrot-

 tare di persona le notizie che avevo appreso anche perché pochi ne parlano e chi lo fa viene   tamente per più di 45 minuti. Durante la
 spesso tacciato di eresia o, nella migliore delle ipotesi di fantarcheologica. Lungi da me l'idea   danza i danzatori si spogliano di alcuni

 di avanzare ipotesi che non sarei in grado di sostenere in una discussione con gli esperti, ma   strati del loro abito, usanza che equivale

 dopo aver visitato personalmente il monumento posso dire qualche parola in più. Nel Tempio   al ripulire l'anima dai peccati. L'incanto
 ci troviamo di fronte ad una architettura ciclopica difficilmente riscontrata in altri luoghi. La   ipnotico della danza dei dervisci è uno

 perfetta armonia delle massicce colonne monolitiche di granito disposte seguendo un ordine   degli spettacoli più suggestivi e antichi a

 quasi maniacale. La possente consistenza delle architravi che dovevano sostenere la copertura   cui potete assistere nella città del Cairo.
 del Tempio e la perfetta esecuzione delle pareti con blocchi enormi di puro granito; confesso

 che rimasi incantato per parecchio ad osservare cotanta magnificenza. Tornando agli studi e





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