Page 9 - RIVISTA NOIQUI OTTOBRE 2022
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MARIA RITA CuCCuRuLLO   MARIA MOLLO






 QUANTE STORIE COMUNI VIAGGIANO sul binario della ricerca delle origini biolo-  FIABA COME STRUMENTO EDUCATIVO-RELAZIONALE

 giche anche se non tutti i viaggi portano alla stessa destinazione. Un viaggio di speranza che   Fiaba: da Fabula, racconto breve, fantastico e popolare, inizialmente divulgata oralmente.
 a chi mancano elementi essenziali del proprio esistere, è familiare.   La sua origime, risale tra il 1314 e il 1322 quando l'Europa attraversò una grandissima care-

 Accomunati da una necessità comune, forte, imprescindibile, fondamentale. Come farlo giun-  stia al punto che, non di rado, si assistevano a casi di abbandono di minori e infanticidio. Per

 gere agli addetti ai lavori, a quanti sono impegnati ed operano nell’ambito del diritto di fami-  esempio “Pollicino”, tratta proprio di un abbandono per povertà anche se, prevale l'amore e,
 glia? Solo chi vive una condizione comune può capire!  Tutti, proprio tutti, hanno il diritto di   di conseguenza, il ritorno a casa del bimbo abbandonato. Prevalgono l'amore e il perdono.

 sapere chi sono biologicamente, tutti hanno il diritto di conoscere la propria appartenenza, il   Da tempi lontani, dedicata ai più piccini ma con la capacità d'attrarre anche gli adulti che in-

 proprio essere. Essere con un nome fittizio, attribuito è un po' come essere a metà.   tendono sognare, che si lasciano trasportare tra i meandri della fantasia. Adulti che, seppure
 È vero che siamo il risultato di una combinazione cromosomica e di fattori emotivo/am-  per un lasso di tempo limitato, riescono a “tenere a bada” le controversie del difficile cam-

 bientali, socioculturali che ci connotano, ci contraddistinguono, ma prima di tutto siamo noi,   mino della vita.

 il colore dei capelli, degli occhi, dell'altezza e altre caratteristiche psicofisiche. Tuteliamo la   L'adulto, durante la lettura della fiaba, entrerà in simbiosi col piccolo ascoltatore; tra i due si
 maternità segreta ma l'identità segreta chi la tutela?   creerà una sintonia che difficilmente viene riscontrata in altri campi nel loro interagire.

 È giusto non sapere, è giusto non sapere chi vi ha concepito? Non si può rimanere al mondo   Grande e piccolo, vivranno la stessa avventura della fiaba trattata.
 ed essere figlio/a con un’identità attribuita.  Nell'educazione dei bambini (e ce lo dice anche lo psicologo e psipedagogista Guido Petter),

 Ci sta che dei genitori adottivi diano possibilità di vita a bimbi abbandonati ma l'identità bio-  la lettura della fiaba, dovrebbe essere un elemento spontaneo per genitori, educatori, nonni,

 logica?  Un grido accorato che faccia pressione perché a tutti venga riconosciuto il diritto di   insegnanti, fratelli.
 ESSERE a tutti gli effetti.   Già dai due anni, i bambini sviluppano il piacere dell'ascoltare una storia che, successivamen-

 Un figlio destinato all’abbandono è abbandonato per sempre. Mi spiego! È vero che la vita si   te, dai sei anni, potranno autonomamente leggere.

 allarga in un ventaglio di più o meno fortunate possibilità e risorse che aiutano a vivere, ma   Ascoltare una fiaba, dunque, sviluppa il pensiero narrativo in quanto fa sì che si acquisiscano
 un riconoscimento concreto è d'obbligo!   elementi logici e nuovi vocaboli.

 Chi siamo, da dove veniamo? Una diversità che apparterrà sempre, fino a quando non viene   Il bambino, si affeziona ai personaggi; subisce uno sviluppo emotivo e affettivo in quanto

 data la possibilità di ritrovare sé stessi attraverso l'identificazione in occhi che avranno avuto   s'immedesima nelle emozioni, le riconosce dando loro un nome. Altresì, acquisisce attenzio-
 mille motivi rispettabili o meno per non tenere un figlio, ma non ritrovarsi è come perdersi   ne e concentrazione.

 una seconda volta.   Fiaba che, nel passato, ha intrattenuto intere generazioni, fiaba, oggigiorno, messa in discus-

 Rispettare la madre che ha lasciato una prima volta un figlio e che magari sceglie di lasciarlo   sione dai benpensanti, relegata in un angolo e tacciata come elemento diseducativo.
 una seconda volta attraverso la scelta, una volta interpellata di non voler sciogliere l'anoni-  Sostituita, ahimè, da cartoon moderni che, di educativo, molto spesso, non hanno proprio

 mato, va bene, ma l'accesso ai dati biologici da parte dello stesso, quello si, deve essere con-  nulla, anzi, presentano contenuti violenti, discriminatori, con personaggi dalle forme viscide

 sentito.        e mostruose e che possono provocare incubi notturni.
 Ciò è dovuto in quanto esseri umani a tutela della dignità individuale.  Ma torniamo alla fiaba.

 Forse solo così si può cominciare ad abbattere la diversità. Questo grande capitolo è uno dei   Il fatto che la fiaba racconti di orco, strega o lupo, è stata tacciata come traumatizzante per i

 tanti che non può e non deve essere sottovalutato!  bambini.
                 In realtà il bambino, determinate emozioni, le vive con l'adulto e protetto da quest'ultimo,

                 ragion per cui, riesce ad elaborare le proprie in modo autonomo.

                 Dunque, la fiaba, ha un valore educativo-relazionale, in quanto, il bambino, impara a rico-
                 noscere relazioni positive tipo collaborazione, aiuto, perdono, solidarietà e relazioni negative

                 tipo imbroglio, menzogna, gelosia. Sentimenti tutti esistenti nella vita.
                 Leggere una fiaba prima di andare a letto, fa sì che il bambino venga supportato nella cono-

                 scenza del suo mondo interiore.

                 E via allora, senza indugio... “C'era una volta, nel mare incantato” ....












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 Street-Art-a-Bordeuax.






 8   periodico mensile del gruppo NOIQUI                                             periodico mensile del gruppo NOIQUI                         9
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