Page 33 - RIVISTA NOIQUI SETTEMBRE 2023
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EmAnuEL FATELLO
calando giù come un missile per poi risalire tra quelle vette ricche di silenzio: immaginando-
I MAGICI AMICI DEL QUADRO lo compiere quelle acrobazie, il bimbo prese sonno sorridendo, immaginando quei panorami
mozzafiato volando sul dorso dell’animale. Il giorno seguente trascorse in maniera tranquilla;
Sebastian era più sereno e quando il buio si avvicinò, sembrò fare meno paura: chi avrebbe in-
Fiaba contrato quella sera? Fu la volta del simpatico bradipo: appena lo vide saltare fuori dal quadro
volle subito abbracciarlo per quanto tenero apparisse; sembrava muoversi davvero al rallentato-
re ed aveva un’espressione troppo buffa. Quel dolce animaletto cercò di spiegargli l’importanza
Occorre spesso ricordare, nelle nostre frenetiche giornate fatte di corse e di impegni, che esistono momenti nei di non correre troppo, perché così facendo si perdono di vista le cose importanti: se la vita ci
quali è importante rallentare, osservare, ascoltare; soprattutto quando abbiamo vicino dei bimbi, bisognosi di scorre davanti troppo in fretta, non riusciamo a coglierne la vera essenza. Per questo, gli spiegò,
coccole, di attenzioni, di noi; che siano figli, cuginetti, nipotini, reclamano giustamente il loro momento, per si muovevano così piano: così da osservare bene tutto; e non essere notati dai predatori in cerca
divertirsi, per sentirsi meno soli, per superare una piccola paura. È bello allora sedersi con loro e raccontare di cibo, altro aspetto da non sottovalutare.
magari una fiaba, accompagnata da una dolce e fumante tazza di cioccolata calda… La magia si ripeté puntuale nei giorni seguenti; l’animale che allietava le sue serate spariva, in
una sorta di girotondo che gli presentava sempre nuovi amici: fu così la volta del re della foresta,
C'era una volta un piccolo paese, nel quale si trovava una piccola casa abitata da un piccolo il mitico leone. Quella sera la paura fu scacciata dal ruggito del grosso felino che balzava fuori
bimbo che là viveva con i suoi genitori: si chiamava Sebastian e aveva una grande paura del dal quadro. “Vorrei essere coraggioso come te e non aver paura di nulla!” gli confidò Sebastian.
buio, che gli impediva di riposare sereno quando era ora di andare a letto. Ogni sera, prima di “Non credere piccolo: anch’io ho le mie paure, come ognuno di noi. La paura ci rende vigili e
addormentarsi, vedeva sempre mille ombre aggirarsi nella sua stanza e sembravano muoversi ci protegge, ma dobbiamo imparare a controllarla o sarà lei a controllare noi. Sai cosa faccio
come tentacoli pronti ad afferrarlo: sentiva i rumori più inquietanti e non riusciva a prendere quando sono spaventato? Mi ripeto che sono forte e che la mia forza è più grande della paura;
sonno se non teneva acceso il lume sul suo comodino; per quanto i genitori tentassero di con- poi penso a qualcosa di bello, per scacciare i brutti pensieri. Prova anche tu!” gli gridò mentre
vincerlo che non c’era nulla da temere, non c’era modo di addormentarsi se si sentiva avvolto tornava nella tela.
nel buio. Fu così che sera dopo sera il giovane spegneva la luce sempre prima e si addormentava sereno;
Un giorno, mentre giocava in giardino, gli si avvicinò una vecchia signora: indossava un lungo anzi attendeva il buio della sera per immaginare sempre nuove e fantastiche avventure.
abito nero, arricchito da tanti bottoni dorati, che ricordava incredibilmente una notte stellata; Intanto, col passare del tempo, le immagini nel quadro apparivano meno nitide e cominciavano
lei aveva però un bel sorriso, dolce e radioso, che ricordava una falce di luna tanto appariva a sfumare sempre più, finché un giorno rimase solo uno sfondo blu; quella sera Sebastian spen-
luminoso. “So che hai paura del buio, – gli disse - vedo sempre dalla tua finestra la luce accesa se immediatamente il lume e chiuse gli occhi felice per ritrovare tutti gli amici nella luce del suo
sul comodino”. cuore: finalmente aveva imparato a sognare.
“Infatti il buio non mi piace” replicò il giovane, rapito dalla bellezza della sua veste. “È come
se ci fossero brutte creature pronte ad uscire, non appena spengo la luce”. Emanuel Fatello
“Voglio farti un regalo mio caro: prendi questo piccolo quadro e appendilo sul tuo letto pri-
ma di andare a dormire; vedrai che ti aiuterà”.
Il bimbo la ringraziò educatamente e seppure perplesso, prese il dono, raffigurante un sim-
patico orsetto. Quella sera stessa lo appese sopra il suo letto, come le aveva detto di fare la
signora che glielo aveva donato. Appena Sebastian si rifugiò sotto le coperte e accese il lume,
l’animale prese vita ed uscì dal quadro, saltando sul suo letto e cominciando a raccontargli
fantastiche avventure: lo fece divertire narrandogli di come avesse imparato a rubare il miele
alle api senza farsi pungere o i cestini dei picnic ai villeggianti senza mai farsi scoprire; gli rac-
contò di come amasse fare il bagno nei fiumi pescando i pesci con le sue grandi zampe o di
come amasse ritirarsi nelle grotte buie per trovare un po’ di quiete; andò avanti così finché il
bimbo non si addormentò.
L'indomani al suo risveglio scopri che l’orsetto era sparito dal quadro ed al suo posto era
comparsa una simpatica scimmietta: toccò il disegno non capendo come avesse potuto cam-
biare, ma non trovò nulla di strano; possibile che nella notte qualcuno lo avesse sostituito?
La sera, quando Sebastian si mise a letto, anche la scimmietta prese vita, così come aveva fatto
l’orso la sera prima e scherzò con lui tirandogli noccioline sgusciate che il ragazzo tentava,
spesso invano, di prendere al volo con la bocca; oppure gli faceva il solletico lungo tutta la
schiena, finché, a furia di ridere, non si addormentò: quella notte sognò di essere un piccolo
Tarzan e di saltare da una liana all’altra assieme alla sua piccola amica.
La mattina successiva accadde la medesima cosa: la scimmietta era sparita e al suo posto era
comparso un falco; il giovane ne fu di nuovo sorpreso ma anche felice, perché forse avrebbe
conosciuto un nuovo amico animale. E la magia si avverò anche quella sera: il falco spiegò le
sue ali ed uscì dalla cornice; giocando con le ombre sul muro, gli raccontò dei suoi voli spe-
ricolati che si perdevano tra le nuvole del cielo azzurro e delle discese dalle cime dei monti,
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