MARIA CRISTINA POLTERO
BRANDELLI DI VITA
Dettagli prodotto
ASIN : B0CNCJGDFP
Editore : NOIQUI (13 novembre 2023)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 104 pagine
ISBN-13 : 979-8867583040
Peso articolo : 195 g
Dimensioni : 14.81 x 0.61 x 21.01 cm
PREZZO : 14,56
PREFAZIONE
Scrivere una poesia non è mai facile, l’esternare se stessi e mettersi al giudizio degli altri e ancor più difficile.
La consapevolezza di essere giudicati, fa della scrittrice la sua forza maggiore.
Apre i suoi racconti poetici con la poesia che dà il titolo a questa silloge “brandelli di vita”, (Brandelli sfilacciati, scuciti, di scucita vita del cuore che oscilla a pendolo…) e poi (Brandelli come sabbia a raccoglierli con le braccia terse di candido bianco…)
Dove conclude con (tutti via, via tutti ancora.). Una solitudine cercata, dove poter rinascere nell’unica compagnia, sé stessi, nel confronto con la propria anima.
La similitudine in “barca bianca” dove si trasporta ai tempi, forse, della sua gioventù e ora (attende nuove tormente del cuore, dove consegnarsi “consumata dal tempo” (il legno sciupato). Toccante, stravolgente, consapevolezza di una maturità pagata con il sale e le ferite della vita.
C’è una vena che scorre sofferente attraverso “pietra filosofale” e poi “fucile puntato”, “scudo” dove in pochissimi righe sembra urlare a sé stessa un cammino da fare, a testa bassa, rimboccandosi le maniche e proseguire, perché fermarsi è solo perire.
Eccola a interrogarsi del tempo che è stato, dove in “sedici anni” va lontano e come un colloquiare su due livelli asserisce: (ti offro un passaggio) perché la vita può avere anche strappi nel cuore, per una vita non voluta.
In modo interrogativo fa un richiamo anche al credo religioso, in “il peso delle omissioni” qui coglie l’essenza di quel battersi in petto nella sacralità di un luogo e poi basta uscire per dimenticarsi di quanto affermato. Richiama al peccato, così come è il richiamo dei dieci comandamenti, e non vi è salvezza per chi professa e non opera!
Potrei continuare per ogni poesia, dove in esse mi sono soffermato lungamente, prima di scrivere questa prefazione. Non c’è rifugio al non incontrarsi nelle riflessioni, in quei sentimenti, cupi o gioiosi, perché la VITA è così, alternanze di sorrisi e pianti sottovoce.
Non è mai stato facile, dice Maria Cristina, eppure: l’amore, l’odio, la tristezza, la gioia, è tutto così amplificato…
La Poltero chiude questa silloge con alcuni piccoli racconti, mi piace riportare un suo incipit;
Sono passati due anni e l’esperienza
ha preso il sopravvento sulla scrittura
Credevo non fosse possibile
andare oltre e la mia è stata una pausa
di scoraggiamento, non di riflessione.
Il tempo renderà sovrane questi scritti, non credo che possa esistere una sola persona che non si ritrovi in almeno una di queste poesie, a me è accaduto.
Luciano Zampini
BIOGRAFIA
Maria Cristina Poltero nasce il 14 luglio del 1983 a Cetraro (CS), dove vive fino all’età di 14 anni. Nel 1997 si trasferisce, con la famiglia di origine ad Acquappesa a pochi km dal paese nativo. Nel 2002 consegue la maturità, presso il liceo classico di Cetraro, nel 2006 si laurea in Ostetricia all’Università degli studi Magna Graecia di Catanzaro e nel 2014 laurea specialistica in Scienze infermieristiche e ostetriche, presso l’università degli studi di Verona. Dal 2006 vive a Verona, lavora in ospedale ed è mamma di due bambini. I suoi spazi interiori sono lungamente dedicati alla lettura e scrittura di poesie. Nel mondo dei versi ricerca e svela in parte il suo inconscio rintracciando il rapporto con il luogo nativo, il legame con la famiglia e l’amore per il mare. L’infanzia è spensierata, ricorda i giochi e le corse in bicicletta, nel borgo nativo. L’adolescenza segnata da una presa di consapevolezza, dello schizofrenico “doppio registro” del suo contesto sociale cit. nel “paese del chi”. In età adulta decide di staccare parte di quelle radici e trasferirsi definitivamente altrove. Il legame con la famiglia di origine la porta a ritornare periodicamente nei posti in cui è cresciuta, a rivivere quei paesaggi e ad assaporarne quei profumi. La ripartenza è accompagnata da malinconico ricordo. Dentro le sue poesie si evidenzia il conflitto tra desiderio di denuncia e nostalgia, tra i “cristalli di ghiaccio “delle campagne veronesi e “l’oscillar delle onde” del mare cetrarese.
I suoi versi non salvano, il bianco foglio è il momento di attesa in cui le parole diventano linguaggio universale.