PREFAZIONE
Volendo vivere il significato dell’autunno, i colori che predominano in ogni attimo, e i suoi mille colori sfoglierei senza ombra di dubbio le pagine di Corsi e Ricorsi che si apre con una pennellata di malinconia…il tempo che fugge, la voglia di essere libera o, meglio, liberata dal peso di un passato, il cui ricordo pervade ogni riga, ogni pensiero, ipotecando il futuro.
La sua anima cresciuta in una isola splendida le ha regalato tutta la dignità della riservatezza, tanto che si ha la sensazione che la parte più intima del suo sentire lo nasconde fra le righe. Così come la Sardegna, terra “misteriosa e leggendaria”, sempre sulla difensiva, che nasconde i suoi tesori, ne va fiera e ne è gelosa.
Annalisa parla del suo passato, sacro e inviolabile, delle sue radici. Afferma di aver acquisito oggi la serenità, e ha timore a dirlo…ma quanta sofferenza ha dovuto masticare per arrivare a questo equilibrio?
L’evento principe patito è la prematura scomparsa di sua madre, che Annalisa definisce “ingiusta” perciò mai metabolizzata, un dolore che indossa idealmente ogni giorno sul capo come fosse quel fazzoletto emblema delle donne della sua terra.
E che dire della illusione e poi delusione sul senso dell’amicizia? Per lei sublime sentimento, vicinanza e partecipazione alla vita sentire degli altri.
Fuggire da un prepotente passato la porta ad essere curiosa del mondo con una gran voglia di viaggiare per scoprire realtà sconosciute.
Ricorda l’amore con le sue cicatrici, guarda con stupore il mondo virtuale così lontano dal suo sentire, ama, sicuramente riamata, i suoi alunni, crede nella speranza.
Questo libro è il suo diario, quello che una volta tutte le adolescenti custodivano nascosto in un cassetto, renderlo pubblico le è costato tanto, molto, ha sofferto nel portare alla luce i suoi sentimenti.
Il lettore avvertirà la delicata sensibilità, la profonda solitudine, i toni pacati con cui viene narrato il dolore ma anche la gioia e sarà avvolto da una dolcissima malinconica serenità.
Luciano Zampini
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