Daniela Cappanari, autrice della silloge “Risveglio”, non ama definirsi una poetessa
(Scrivere è uno sfogo, un modo per dare spazio alla creatività, un angolo caldo in cui potersi rifugiare e sentirsi ancora viva) eppure, addentrandosi nella lettura dei suoi versi, si viene rapiti come solo un grande poeta è capace di fare.
La poetessa, con una capacità letterale non comune, seppur semplice e comprensibile a tutti, fruga nell’animo con sincerità e senza veli.
Parla a se stessa ma parla ad ognuno e di ognuno in quanto, nei suoi versi, ci si rispecchia la vita.
Questa vita a volte crudele ma che, con il Risveglio, si cestinano zavorre che, un animo sensibile, può raccogliere nel proprio cammino (… tutti abbiamo dolori e pene).
Un richiamo all’Amore (Nel tramonto senza gioia, né dolore), un pensami (Sirena del tuo mare), sono sufficienti a placare solitudine e vuoto… “Amami” … nell’innocenza e nella colpevolezza.
Daniela Cappanari, una poetessa e una donna d’eccezione e, come tale, molte delle sue opere, parlano di donna, parlano alla donna, presentandola in tutte le sue sfaccettature (Sale della vita), anche quando il destino appare come una palude.
Donna madre e fragile di una figlia roccia. Ma la sensibilità non è fragilità e la si rispecchia anche nei momenti luttuosi come quello della perdita dell’amato Mario (Il cielo annunciava piangendo l’ultimo abbraccio).
A Daniela Cappanari, spetta di diritto l’appellativo di poetessa!
La sua penna è leggera come una piuma e possente come un temporale d’estate.
Maria Mollo