PREFAZIONE

La silloge dell’autrice Teresa Ghigo è un’immersione nella bellezza di nostra madre Terra, nelle più piccole sfumature che accoglie come creature da accudire, carezzare, sublimare attraverso il senso di appartenenza.

Dolci note versate su pagine vuote prendono forma pian piano, facendoci respirare una melodia spesso ignorata, nell’oggi che corre verso altri valori, perdendo il senso delle fondamenta del quotidiano vivere.

Quello che avverte l’autrice è un continuo scambio d’amore con la natura, che ritroviamo tema centrale in molte sue liriche.

Decanta la pioggia, il vento, il mare, la neve, l’estate con la stessa passione, ad assaporare tutto ciò che ci è stato donato dalla nascita; pertanto, da custodire come fine cristallo d’altri tempi, da proteggere dalle intemperie, ma soprattutto dalla stolta brama tutta umana.

È un percorso di tenero incanto, fanciullo, quello che Teresa ci regala, in uno stile semplice ma altrettanto denso di significato.

La nostalgia fa spesso capolino a far riemergere momenti vissuti che tiene ancora stretti al suo fiato.

Le sue diverse forme di scrittura non si discostano del suo contenuto primordiale: amore per la vita!

A tratti si apre uno scenario volutamente onirico, perché è ciò che lei vede e sente e lo esplicita in morbide righe di poesia e ne “La vera bellezza” esprime tutta la grandezza dell’età non più giovane, ché nonostante abbia mani ossute e spalle ricurve, conserva sul viso un eterno sorriso all’incedere dei giorni a venire.

E il suo canto alla vita è sempre intriso di speranza, pur tra le spine e i dolori… ed è proprio in questo essenziale concetto che lei racchiude tutto il senso del suo poetare.

La sua anima, qui magnificamente espressa, è un ruscello che scorre rigoglioso e limpido tra i liquami e le nefandezze, quasi a farci dimenticare di tutte le negatività, espressione di un uomo senza scrupoli, chiuso nel suo sordido potere e la sua superficialità. 

Attraverso il suo sentire, stressa il tema che, oggi più che mai, ci sta a cuore… salvare il meraviglioso posto in cui siamo entità di passaggio, per noi e per i posteri. Dovremmo fare incetta dell’elevata sensibilità di Teresa Ghigo.

Leggere la sua raccolta è un tuffo in un mare cristallino, in una notte di mezza estate.

Francesca Patitucci