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TRA MITOLOGIA E LEGGENDA fERDInAnDO cApuTI
ciò grosse schegge di granito, che componevano lo zoccolo, sono state ritrovate alla base della
C’ERA UNA VOLTA L’EGITTO piramide. A differenza di quella di Cheope, l'interno della piramide di Chefren era conosciuto
fin dall’antichità, fu visitata numerose volte in epoca cristiana ed anche musulmana, a tal propo-
sito esiste una scritta interna, (in arabo), che nomina un certo Muhammad Ahmed, muratore in
LA PIRAMIDE DI CHEFREN
Lasciamo ora Abu Rawash e scendia- un tempo impossibile da definire. Poi sopraggiunse l'oblio tanto che nel 1548 Jean Chesneau,
mo in direzione sud ovest, dopo circa scrittore e segretario dell'ambasciatore francese presso l'Impero Ottomano in Egitto, descriveva
8 chilometri ci ritroviamo nella piana la piramide come impenetrabile. Da secoli circolavano leggende che raccontavano di fantasiosi
di Giza. Spieghiamo ora perché inve- tesori, Erodoto affermava che questa piramide non aveva alcuna stanza al suo interno, mentre
ce di proseguire con le altre piramidi Diodoro Siculo raccontava che le piramidi erano le tombe dei faraoni che però non erano ivi
di Giza siamo andati a visitare quella sepolti. Alcuni storici arabi gli attribuivano ben 30 camere contenenti armi misteriose, storici
di Djedefra. Come accennato nel pre- cristiani affermavano che vi era stato inumato il corpo di Adamo con un ricchissimo tesoro in
cedente articolo alla morte di Cheope oro, incenso e mirra. L'interesse suscitato in seguito alla campagna di Napoleone in Egitto, sulle
avrebbe dovuto succedergli il figlio costruzioni di Giza, era diventato ormai l'argomento principale in tutti i salotti europei e non
primogenito predestinato Kawab ma solo, schiere di archeologi, e pseudo tali si precipitavano in Egitto in cerca di tesori prima ancora
questi premorì al padre per cui la lotta per la successione si svolse tra Chefren e Djedefra il che di reperti. Quando dico pseudo archeologi intendo esploratori e avventurieri il cui scopo
quale prevalse e riuscì a salire al trono regnando, secondo alcuni per pochi anni ma, come primario era quello di arricchirsi vendendo i reperti trovati e, se del caso, trattenersi eventuali
abbiamo già visto, alcuni ritrovamenti ci inducono a pensare che il suo regno sia durato mol- tesori. Tra questi spicca un italiano Giovanni Battista Bolzon, nato a Padova, (più noto come
to di più. Alla sua morte, Chefren, con l'appoggio degli altri fratelli, tra cui Hardedef, e della Belzoni), (1778 – 1823), ingegnere idraulico, è considerato un pioniere dell'archeologia. Belzoni
madre, ricondusse il trono nella linea di discendenza principale escludendo da questa i figli del dapprima viaggiò in lungo e in largo per l'Egitto recuperando reperti per conto del British Mu-
predecessore. Col nome originale di Khafra e Hor Userib, Chefren regnò, secondo Maneto- seum. Come accennato vi era la convinzione che la piramide di Chefren fosse priva sia dell’in-
ne, (che nei suoi scritti lo chiama Shuphis II), per 66 anni. Erodoto e Diodoro Siculo gliene gresso che della camera mortuaria, in seguito agli inutili tentativi di accedervi; si pensava quindi
assegnano 56. Manetone non aggiunge altro ma Erodoto e Diodoro Siculo, che grecizzarono che fosse un imponente e massiccio monumento impenetrabile. Fu così che durante un suo
il suo nome Khafra in Chefren, asseriscono che fu un tiranno almeno quanto il padre Che- viaggio in Egitto, dopo aver ricevuto in prestito il denaro necessario, Belzoni si lanciò nell'im-
ope, despota e megalomane che avrebbe fatto patire al popolo le stesse, sofferenze che fece presa di penetrare all'interno della piramide di Chefren. Dopo i numerosi tentativi già effettuati
patire Cheope in precedenza. Come si sa gli storici greci che scrissero la storia dell’Egitto de- in precedenza da parte di molti archeologi, fu proprio Belzoni a riuscirci il 2 marzo 1818.
scrivendo fatti accaduti duemila anni prima non danno molta affidabilità, utili le notizie che ci
riportano ma come ogni storico che si rispetti dove queste vengono a mancare si ricorre alla << CONTINUA >>
fantasia. Sovrani che costruiscono monumenti così imponenti sicuramente stupirono i greci e
gli stessi sacerdoti del Nuovo Regno per cui si crearono un’immagine forse un po’ distorta dei (Fonti e bibliografia:
sovrani. Se a ciò aggiungiamo che durante il regno di Chefren era vietato esporre negli spazi Grimal Nicolas, “Storia dell'antico Egitto” - Editori Laterza,
aperti sculture diverse da quelle del sovrano, le quali erano quasi sempre scolpite in materiali Bari 2008
pregiati, si può capire che i posteri non potevano che pensare ad un ipotetico carattere me- Cimmino Franco, “Dizionario delle dinastie faraoniche” -
galomane dei sovrani. Sulla scia del padre Chefren scelse la piana di Giza per la sua piramide; Bompiani, Milano 2003
non cercò di superare quella del padre in altezza ma scelse però un posto più in alto così che, Alberto Siliotti, “Giovanni Belzoni alla scoperta dell’Egitto
come detto in precedenza, al turista appare più alta di quella di Cheope, proprio per il fatto perduto”, Ed. Geodia, 2017
che è stata costruita su uno zoccolo di roccia più alto circa 10 metri, apparirebbe ancora più Luigi Montobbio, “Giovanni Battista Belzoni: la vita i viaggi le scoperte”, Edizioni Martello,
alta se avesse ancora parte della cima e il pyramidion. La piramide di Chefren in origine dove- 1984.
va essere alta 143,5 m, (oggi 136,4), con i lati lunghi 215,25 m ed una pendenza 53°10', il suo Gianluigi Peretti, “Belzoni: viaggi, imprese, scoperte e vita”, Pa-
volume è pari a 2.230.000 metri cubi circa. Lo zoccolo di roccia alto 10 metri ha rafforzato dova, Edizioni GB, 2002
la stabilità dalla costruzione al punto che i primi corsi di pietra sono scavati direttamente nel Gardiner Alan, “La civiltà egizia” - Oxford University Press
fondo roccioso. La parte inferiore, fin oltre metà altezza si presenta composta da grandi bloc- 1961 (Einaudi, Torino 1997
chi grezzi, disposti in modo irregolare senza la precisione che abbiamo riscontrato in quella Alberto Siliotti, “Viaggi in Egitto e in Nubia”, Geodia Edizioni
di Cheope. Il nucleo, infatti, si presenta molto meno curato, gli strati non sempre sono perfet- Internazionali, 1999
tamente orizzontali ed i massi non combaciano presentando delle fughe molto larghe spesso Tiziana Giuliani, “2 marzo 1818: Giovanni Belzoni entra nella
neppure corrette con della malta. La causa va forse ricercata nei vari movimenti sismici che piramide di Chefren”, Mediterraneo Antico, (Web))
si sono succeduti nei millenni causando lo spostamento dei blocchi. La piramide si doveva
presentare con alcuni strati inferiori in granito rosa mentre la restante parte era in calcare.
Sulla sommità, per un breve tratto ha mantenuto la copertura originale in calcare bianco di
Tura che originariamente ricopriva l'intera struttura, è mancante di parte della cima e priva del
pyramidion… Alla base è ancora presente parte del rivestimento di "pietra etiopica variega-
ta", (così come la definisce Erodoto), ovvero granito rosso e grigio di Assuan. A conferma di
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