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RIVISTA NOIQUI APRILE 2025     https://www.youtube.com/@noiqui/featured
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                     RANCESCA PATITUCCI





                                   L’ALtRA FAccIA DEL buLLISmO




                Si pensa spesso al bullismo come una violenza fisica e non si dà la giusta im-
                portanza alla violenza psicologica, quella che crea ancor più danni, se possibi-
                le, all’individuo malcapitato di turno.
                Le parole, le maldicenze, le ingiurie, possono distruggere una persona, crean-
                dogli il vuoto attorno.
                È vero che non bisogna credere ciecamente a ciò che viene riportato ma è an-
                che vero che la famosa ‘pulce nell’orecchio’ crea quantomeno il dubbio.
                Ho potuto constatare, leggendo e informandomi da varie fonti che questo
                aspetto del bullismo è diventato esponenziale. Ferire con l’utilizzo feroce della
                parola o, peggio, con l’indifferenza, può causare seri danni e destabilizzare
                l’equilibrio di chiunque.
                L’ UNESCO, con dati riferiti al 2024, riporta delle percentuali sempre più in
                aumento di casi di violenza psicologica mediante menzogne e pettegolezzi.
                Pare che le donne ne siano più colpite, neanche a dirlo, che siano esse vittime o
                colpevoli. A scuola spesso sento ragazzi che si coalizzano contro qualche com-
                pagna, facendo terra bruciata intorno a chi è entrato nel loro mirino. O viene
                isolata, ignorata o viene ingiuriata con epiteti davvero vergognosi.
                I genitori di costoro tendono a difendere i carnefici non dando il giusto peso ai
                fatti che vengono riportati circa il comportamento dei loro figli, minimizzan-
                do il tutto.
                Mentre, chi viene leso, a volte tace   per vergogna, pensando che davvero c’è
                qualcosa il lui o lei che non va, piange in silenzio mentre nella sua mente e
                nella sua anima si fa strada un dolore e un disagio che possono degenerare in
                atti tremendi. E questo lo sappiamo bene tutti.
                Le ragazze bullizzate o bulle devono essere seguite al pari, innanzitutto dai ge-
                nitori, senza allarmismi o esagerazioni ma nemmeno con troppa disinvoltura e
                superficiale valutazione dei casi specifici.
                La famiglia è il primo modello comportamentale, a parte le belle parole e i
                discorsi.
                Soni gli adulti che, con le loro azioni, danno dimostrazioni poco edificanti e
                confortanti, per cui i figli sono portati, naturalmente, a comportarsi altret-
                tanto.
                Esiste da poco tempo un Centro nazionale contro il Bullismo, “Bulli Stop”
                nato da un progetto di sensibilizzazione che vede coinvolti genitori, studenti,
                scuole e docenti a confronto e una mail a cui scrivere, che ho appreso anche io
                da poco attraverso dei giornali, info@bullistop.com, nel caso si voglia espri-
                mere il proprio problema/disagio e avere delle dritte da persone competenti,
                pedagogisti, psicologici, avvocati e quant’altro. Il servizio è gratuito.
                La fondatrice del centro è la professoressa Giovanna Pini che, insieme a un
                team di persone qualificate, si mette a disposizione per un primo approccio al
                problema.




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