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RIVISTA NOIQUI MAGGIO 2025     https://www.youtube.com/@noiqui/featured



                1)     CARISSIMA GIANNA, IL TUOI DIPINTI CATTURANO GLI OCCHI AL
                PRIMO SGUARDO E, COME TU DICI, NON HANNO BISOGNO DI ESSERE
                SPIEGATI, COME L’ARTE TUTTA. A CHE ETÀ HAI INIZIATO A TENERE
                IL PENNELLO TRA LE MANI?
                Mi è sempre piaciuto disegnare, i pennelli però ho iniziato ad utilizzarli alla
                scuole media con Educazione Artistica ed è nato un amore.
                2)     TI SEI MAI ISPIRATA A QUALCHE PITTORE DI FAMA O SEMPLI-
                CEMENTE A UN ARTISTA CHE TU AMMIRI PARTICOLARMENTE?
                Non posso dire di essermi ispirata a qualche pittore nello specifico perché mi
                beo ad ammirare e studiare le pennellate di tanti pittori del passato come Mo-
                net, Fattori ed addirittura Michelangelo che, da ragazzina, usavo a riferimento
                per copiare i suoi disegni a sanguina. Amo tantissimi contemporanei, impres-
                sionisti russi ed iperrealisti italiani che mi lasciano senza fiato. A tutti cerco di
                “rubare” qualcosa ed interiorizzare il più possibile.
                3)     LE TUE TECNICHE PREFERITE QUALI SONO E PERCHÉ LE PRE-
                DILIGI?
                In assoluto amo i colori ad olio perché riesco ad ottenere le sfumature e le luci
                che desidero. Quando voglio un dipinto materico però, utilizzo gli acrilici che
                permettono, pur con spatola e parecchio materiale, un’asciugatura in tempi
                brevi. Purtroppo, con il mio carattere impulsivo, quando ho un’idea in testa,
                voglio vederla realizzata in tempi brevi e non ho la pazienza di aspettare asciu-
                gature di giorni o addirittura settimane.
                Ho in testa però di riaccostarmi anche agli acquerelli, che avevo abbandonato,
                magari con soggetti e tecniche più contemporanee di quelle canoniche che mi
                avevano suggerito agli inizi.
                4)     QUALI SOGGETTI CREANO IN TE QUEL SACRO FUOCO CHE DIVIE-
                NE ESTRO E PRENDE IL SOPRAVVENTO SU UNA TELA INTONSA?
                Normalmente l’urgenza di esprimermi arriva con un tema sociale. La discrimi-
                nazione, la violenza sulle donne, la richiesta di pace, la discriminazione.
                5)     RACCONTACI LE EMOZIONI CHE TI HANNO PROCURATO LE PER-
                SONALI E LA TUA PARTECIPAZIONE A DELLE COLLETTIVE.
                Esporre il proprio lavoro è sempre emozionante. Quando si esegue un dipinto è
                sempre un racconto intimo. Vengono trasferite sulla tela le proprie emozioni e
                tutto il non detto che si ha urgenza di esprimere.
                Nel momento che decido di esporre, è come se rendessi pubblica la mia intimi-
                tà.  Ovviamente tutte queste sensazioni sono personali ed il pubblico con ogni
                probabilità vede solo un quadro che può piacere o meno. Nelle collettive spesso
                vedo espressioni distratte, sguardi che vagano da un dipinto all’altro senza ve-
                ramente “vedere”. Nelle personali il rapporto è più stretto ma i complimenti
                mi imbarazzano e penso sempre che siano di circostanza. Mi gratifica maggior-
                mente quando vedo qualcuno che fotografa un mio lavoro perché allora, proba-
                bilmente è piaciuto davvero.
                6)     PENSI DI VOLERE O DOVER SCOPRIRE ANCORA TANTO DEL FAN-
                TASTICO MONDO ARTISTICO?

                Certo che vorrei scoprire ancora tanto perché penso di non conoscere quasi
                nulla.


                7)     PARLI DELLA PITTURA CHE EMOZIONA E POI COME TERAPIA



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