Page 10 - RIVISTA NOIQUI LUGLIO 2023
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MARIA MOLLO






                L’amicizia tossica






                Il termine amicizia, lo si incontra in Empedocle, filosofo e politico vissuto ad Akragas, in
                Grecia, nel V secolo a. C. come concetto fisico e con il significato di “forza cosmica” e “di-

                vinità”, atta a tenere in armonia i quattro elementi: aria, acqua, terra, fuoco.

                Si parla di amicizia quando tra persone si crea una relazione basata sulla fiducia, il rispetto, la
                sincerità, l’onestà reciproca.

                L’innato bisogno d’amore dell’uomo è appagato nella bellezza dell’amicizia.

                Il vero amico è sempre presente nei momenti difficili, bui, senza nulla chiedere in cambio;
                altresì condivide successi e traguardi come fossero propri. Per “l’amico del cuore”, si sarà

                sempre al primo posto e sempre si potrà contare sul suo aiuto e sostegno.

                Ciò non implica essere inseparabili ma consiste nell’aprirsi nel profondo l’uno all’altro, senza
                riserva; “svelarsi” e mostrarsi per ciò che davvero si è.

                Nascono confidenza e fratellanza, simpatia e complicità.

                Ma come capire se si è riposto l’affetto in un’amicizia falsa?
                I falsi amici sono i maestri della menzogna, del doppio gioco. Tendono a ridicolizzare debo-

                lezze e difficoltà “dell’amico”, raccontano ad altri i segreti ricevuti e, non di rado, per mettersi

                in mostra e far valere la propria superiorità, inventano storie bugiarde.
                Si entra, in tal modo, nella cosiddetta amicizia tossica. L’altra persona, in cambio di niente,

                pretende tanto; è gelosa e possessiva, prepotente e con sindrome da vittimismo e tende ad

                intossicare la propria vita, soprattutto la relazione con se stessi.
                Si instaura una dinamica di potere nella quale l’altro manipola, svilisce, umilia, producendo,

                in chi la subisce, senso di inadeguatezza, stanchezza, senso di colpa.

                Favori e tempo da trascorrere insieme e, se questo non succede, rimproveri e musi lunghi.
                L’amico tossico, come unico rapporto, concepisce quello di rinchiudere l’altro in un non

                confronto con altre persone; tende all’isolamento dell’altro per meglio gestirlo e manipolarlo.

                Non si mette mai in discussione, è convinto di avere sempre ragione e non chiederà mai scusa
                perché, in fondo, è sempre colpa degli altri.

                Con questo tipo di persone, sarà impossibile parlare dei propri successi o delle esperienze

                positive, gioiose.
                Chi non ha cura dei sentimenti altrui, spesso è ipercompetitiva anche se afferma il contrario,

                pettegola e invidiosa e tende a copiare l’altrui modus operandi, spacciandolo per proprio.

                Non sempre, però, risulta facile riconoscere l’amicizia tossica, specialmente quando ci si fre-
                quenta da vecchia data.

                È pur vero che si diventa vittima se vige uno scarso amore per se stessi; quando manca l’auto-

                stima, si è inclini ad accettare qualsiasi rapporto pur di non perdere quella che si crede essere
                amicizia.

                È quando si è insicuri che, l’amicizia tossica, trova terreno fertile; l’insicurezza non aiuta a
                capire che, l’amico vero, aiuta a far emergere la parte migliore dell’altro.

                Il primo passo per uscire da un’amicizia tossica è quello di cambiare atteggiamento verso se

                stessi. Utile parlare del forte, personale disagio con l’amico che lo genera che, quasi sempre,
                rifiuta di mettersi in discussione, adducendo ad altri le proprie colpe.

                Risulterà palese che non ha senso mantenere un rapporto malato e che è giunta l’ora di fare

                nuovi incontri che fanno assaporare la gioia del vivere.



                                                                                                                               Maria Mollo












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