Page 9 - RIVISTA NOIQUI LUGLIO 2023
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MARIA RITA CuCCuRuLLO









 Il volto dell'assenza.


 Quando a mancare sono le origini biologiche







 Ci sono assenze che pesano. Pesano come il silenzio che si fa vuoto, inesistenza. E poi ci

 sono assenze scavate dentro. Quelle lasciate dagli eventi della vita e complicate dal difficile
 andare del tempo. Assenze che si sommano e non lasciano scampo. E quando la mancanza

 di certezze, dilata, si creano lontananze, oblii che trovano spazio in realtà edulcorate da una

 sorta di normalità... "perché scavare troppo, un po' fa male!" Accade allora che anche certe
 assenze, anche certi vuoti, certi dolori finiscono con il diventare parte integrante di una con-

 dizione personale alla quale ci si adatta, per così dire, un po' come in un abito su misura. Si,
 perché la vita continua e non dà tregua. È un po' quel che accade a chi la vita qualche certezza

 l'ha tolta. Qualche certezza che attende di essere conquistata ed è indipendente dalla propria

 volontà. La certezza legata alla consapevolezza dell'assenza di un'identità biologica, quella
 che a molte persone, ancora oggi, è negata.  Quella dimensione in cui sono relegate le tante

 che non conoscono i genitori biologici e hanno vissuto l'esperienza del distacco. La separa-

 zione alla nascita dalla donna che li ha messi al mondo. Vuoti, lacune aggravate dalla lentezza
 di una macchina legislativa ancora sorda alle necessità imprescindibili di quanti ignorano le

 proprie origini, rimaste per anni, meteore vaganti in uno spazio muto. Ciò che paradossal-

 mente, appartiene e accomuna è l'esistenza di una mamma "certa" esistente da qualche parte
 del mondo. Una condizione difficile da rilevare, portare alla luce. Intanto, il tempo, sappiamo,

 non fa sconti. Spesso si perdono momenti preziosi nel tentativo di effettuare ricerche. Tutto

 ciò è molto limitante, soprattutto se si considera che dietro ogni desidero di sapere, dietro la
 sete di verità esistono l'impegno ed il logorio derivante dal tentativo di superare le difficoltà,

 le frustrazioni legate ai fallimenti. I tentativi di costruire puzzles mancanti che a lungo anda-

 re sfiniscono e riaprono ferite. Il diritto alle origini biologiche, rimane, dunque, inascoltato,
 secondario, marginale. La vita di una persona non riconosciuta alla nascita, a mio avviso, non

 è marginale, né secondaria ad altre condizioni, e come tale, merita priorità.  La persona non

 deve essere condannata a navigare nell'oceano sconfinato dell'incertezza, nella remota spe-
 ranza di risalire in qualche maniera a dati, numeri, cartelle. Iter comuni appartenenti a passi,

 sentimenti comuni. Destini di persone mosse dal desiderio legittimo di guardare almeno una

 volta negli occhi, la persona che ha dato loro la vita.
  Se ancora oggi, un diritto così importante, deve essere vissuto in termini di sforzo, conqui-

 sta, traguardo da raggiungere... be', allora, vuol dire che c'è ancora tanto da realizzare in ter-
 mini di diritti, bisogni, rispetto, tutela e sostegno della persona!

 Maria Rita Cuccurullo





































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