Page 99 - RIVISTA NOIQUI LUGLIO 2023
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anTOnELLA pOLEnTA
Deserti nel mondo
Prima parte: i deserti asiatici
Sono sempre stata attratta dal deserto sia per il suo aspetto sinuoso sia per il colore che va
dal giallo ocra al miele con sfumature rosse derivanti dalla presenza degli ossidi di ferro. In
virtù di questo mio interesse mi sono spinta fino nel Sultanato dell'Oman per ammirare le
sabbie di Wahiba. Un deserto non molto esteso ma affascinante. Caratterizzato da dune alte Giordania: Wadi Rum (foto di Franco Fornaci)
e regolari che si susseguono una dopo l’altra permettendo di effettuare il divertente e moz-
zafiato ‘dune bashing’, una sorta di corsa con il fuoristrada, saltando letteralmente da una
duna all’altra in su e in giù. Mentre si scivola giù dalla sommità di una duna lo stomaco si
contrae e il cuore va a mille. Sembra di stare sulle montagne russe. In questo caso, però, si
teme il ribaltamento, ma come mi hanno spiegato successivamente i mezzi usati sono tutti
dotati di 4 ruote motrici e rinforzati con barre interne, inoltre la pressione degli pneumatici
è regolata prima di ogni corsa.
Incisioni rupestri nel Wadi Rum (foto di Franco Fornaci)
Oman: Wahiba Sands (foto di Franco Fornaci) Procedendo verso est si incontra il più grande deserto asiatico: il Gobi che occupa la parte
centrale della Mongolia e si protrae verso ovest nel Turkestan Orientale, estendendosi senza
Il deserto di Wahiba Sands risale a circa 8000 anni fa. Il suo nome deriva dalla tribù di ‘Banu interruzione, per oltre 3600 km, dal Pamir ai confini della Manciuria.
Wahiba’ e attualmente è sede delle maggiori tribù beduine arabe migranti. Queste tribù si Si tratta di una vasta depressione formata da terreni aridi e sassosi di colore bruno grigiastro
riuniscono presso l'oasi di Al Huyawah tra giugno e settembre per raccogliere i datteri. Du- in cui le dune di sabbia rappresentano soltanto il 3% dell’intera superficie. Le temperature nel
rante la mia escursione ho avuto la fortuna di incontrare due ragazze beduine, vestite con Gobi oscillano da +40 °C in estate e da -40 °C in inverno. Intorno agli anni ’20 l’esploratore
avvolgenti tuniche damascate e recanti sul volto delle mascherine in pelle che ricordavano le statunitense Roy Chapman Andrews riportò alla luce circa cento carcasse di dinosauro tra cui
famose ‘baute’ veneziane. Purtroppo non sono riuscita a fotografarle perché nel giro di po- il Tirannosauro Rex e numerosi Velociraptor. Anche in spedizioni successive sono stati ritro-
chi secondi si sono dileguate scomparendo dalla mia vista. vati numerosi fossili di dinosauro.
Giordania: un altro sorprendente deserto è il Wadi Rum, detto anche Valle della luna situato
a circa 60 km da Aqaba. Si tratta difatti di una valle scavata dallo scorrere lento di un antico
fiume sul suolo sabbioso e granitico della Giordania meridionale. Il punto più elevato del
Wadi Rum è il monte Jebel Rum alto 1754 metri, mentre poco più a sud, al confine con l'A-
rabia Saudita, vi è il monte Jebel Umm al-Dāmī di circa 1830 m, che è il più alto della Gior-
dania. Nel 2011 è stato inserito nella lista dei beni patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Una
prerogativa di questo magico deserto è la presenza di innumerevoli incisioni rupestri attribu-
ite prima ai Thamudeni dell’Arabia Saudita, poi ai Nabatei, due popoli che vissero in queste
zone intorno al I millennio avanti Cristo (vedi foto).
Sia le formazioni rocciose che la sabbia di questo spettacolare deserto sono di un bel colore
rosso sanguigno che si accende ancor di più al calare del sole. Mongolia: Deserto del Gobi e Yurta (foto di Franco Fornaci)
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