Page 67 - RIVISTA NOIQUI MAGGIO 2021
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MARIA cEcILIA pIRAS





                  LA SOFFERENZA


                  Generalmente quando un albero produce la resina sta soffrendo ha una ferita pro-
                  fonda alla corteccia nella tradizione popolare si dice che la resina è l'albero che pian-
                  ge.
                  La resina ha funzione riparatoria nel tronco ed inoltre viene usata come rimedio anti-
                  batterico nelle ferite
                  Dalla sua essenza viene prodotta la mirra unguento usato fin dall'antichità per profu-
                  mare e rendere emolliente la pelle dei morti in preparazione alla vita nell’aldilà.
                  Anche l'albero che spesso ammiriamo nel suo splendore soffre eppure dal suo dolore
                  nasce un unguento di vita per riparare le ferite e profumare il corpo.
                  Il dolore è parte intrinseca della vita in qualsiasi ciclo vitale
                  La stessa vita nasce dalla sofferenza sia negli animali che nei vegetali e soprattutto
                  negli uomini.
                  Noi di fronte alla sofferenza spesso scappiamo per un principio di autoconservazio-
                  ne che è bene se non portato all'estremo diventando
                  egoismo  Desideriamo una vita d'eterna felicità.
                  Si Eterna!
                  Perché anche la morte è dolore ci spaventa per
                  l'incapacità, il limite umano di poter vedere cosa c'è
                  dopo.
                  Forse la sofferenza ci chiama al limite, all'aver bi-
                  sogno dell'altro, ci fa comprendere l'essere definiti
                  temporalmente, non poter essere padroni del tem-
                  po, dello spazio, del corpo.
                  Ci richiama alla nostra piccolezza davanti all'univer-
                  so!
                  Dalla sofferenza può nascere vita nuova diversa è
                  proprio, in quanto estranea alle nostre consuetudini
                  è mal accolta, odiata. Spesso ci chiama alla crescita
                  come il seme che si spacca, muore per germogliare in nuova linfa.
                  Difficile cogliere del nuovo che sia bello quando la sofferenza si fa dura, quasi peren-
                  ne per un’esistenza intera.
                  Servono gli occhi che sanno guardare oltre il male fisico, morale, che riescano a ve-
                  dere il futuro non nella assenza della sofferenza ma d'imparare ad essere suoi sem-
                  plici, piccoli alunni, come ci insegna l'umile natura nella sua flora e fauna in continua
                  metamorfosi sudata e travagliata.
                  Come vogliamo vedere la sofferenza sciagura personale ed unica o Grazia Divina
                  pedagogica di crescita interiore?

                                                                               MARIA CECILIA PIRAS









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