Page 18 - RIVISTA NOIQUI MAGGIO 2023
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cezione spirituale, sembra proiettarsi nella continua e sterminata metamorfosi di ogni concetto                                                               Sinding, come tinteggiate di fresco con i vividi colori che sembrano scaturire dalla tavolozza

               artistico, quasi a cercare nei meandri della propria coscienza l’origine primordiale dell’esistenza                                                           di Vittorio Angini, ci scostiamo dai percorsi immaginari dei suoi dipinti per affiancare l’artista

               dell’uomo e delle proprie emozioni. Tra le molteplici discipline artistiche intraprese da Vittorio                                                            nella sua incessante ricerca della bellezza quale raggiungimento della propria meta spirituale, nel
               Angini nel corso del tempo, che consentono di intravedere l’anima dell’artista paradossalmente                                                                comune tentativo di riscoprirci più puri e più pronti a socializzare e soprattutto a non stupirci

               suddivisa in sfaccettature simili al perfetto taglio di un brillante, si evidenziano diversi aspetti                                                          se, nell’osservare attentamente un’opera d’arte, ci sembrerà di percepire le medesime emozioni

               della sua eclettica, raffinata produttività creativa, tra cui non possono passare inosservate le                                                              provate nello scorgere, per la prima volta, una delle tante meraviglie che la natura sa offrire sen-
               meravigliose sculture bronzee dei pagliacci giocosi e la loro metamorfica trasposizione in veri                                                               za chiedere in cambio nulla.

               e propri gioielli, nei quali la raffinatezza dell’argento e la peculiarità della vetreria di Murano si                                                                                                                                              JOSÉ VAN ROY DALÌ (2010)

               fondono e prendono vita dal talento di questo eclettico artista. Ho avuto modo di scoprire que-
               sto Maestro attraverso varie fasi della sua produzione artistica, in periodi diversi e in discipline

               artistiche dissimili, in cui fantasia e ricerca si amalgamano adeguatamente in un magico risultato.

               Nell’accarezzare con lo sguardo le opere di Vittorio Angini e nel perdersi concretamente nei
               fantastici scorci dei suoi paesaggi colmi di colori e di poetiche tematiche, che invitano alla ri-

               flessione e si insinuano benevolmente nell’anima dello spettatore esigente, è gioco forza entrare
               nell’universo multicromatico del suo immaginario e colloquiare immediatamente con l’Artista

               nel linguaggio a lui più congeniale, quello della sua tavolozza. Approdare con la mente al po-

               etico mondo che l’artista Vittorio Angini ci invita a visitare attraverso le sue vivacissime opere
               iridescenti, scansionate sapientemente e offerte allo spettatore alla stregua di una meravigliosa

               lettura che induce alla intelligibilità globale, o proposte come gradevoli sinfonie in grado di

               produrre, nell’anima di chiunque, sensazioni capaci di travolgere e rivoluzionare i cardini della
               comune immaginazione, è come immergersi nella luce di un nuovo giorno foriero di gioiosità

               che induce a profonde riflessioni. Diversamente da altri suoi contemporanei che, fossilizzando

               ogni ulteriore ricerca nel nome dell’umano egoismo, talvolta si adagiano sui risultati raggiunti,
               egli propende con certosina applicazione alla continua ricerca di nuovi linguaggi pittorici, for-

               tificando la propria attitudine alla comunicazione universale, attraverso la naturale vocazione

               all’insegnamento dettata dal personale istinto di porgere, attraverso liriche visioni, un esplicito
               invito alla contemplazione e all’apprendimento, quale fantastico dono di emozioni naturali sca-                                                                           La primavera

               turite come magicamente dalle sue creazioni, per quell’innato bisogno di divulgazione del sapere

               immortalato magistralmente in ogni sua opera. Talvolta l’artista sembra voler sottolineare, con
               le sue tematiche, alcuni aspetti paradossali della natura meravigliosa che ci circonda, e che forse

               non siamo più in grado di apprezzare senza l’ausilio di qualcuno in grado di farci riflettere sulla                                                                                                                                                       Il concerto

               sublime perfezione della semplicità e della complessità della vita. Il paese dei colori, Notturno,
               La ruspa ferita, Tornano le rondini, Paese delle meraviglie, La musa, Visione, Festa di colori,

               sono solo alcuni titoli delle composizioni pittoriche di Vittorio Angini: opere alternativamente

               cariche di colore e nel contempo come scolpite sulla tela con la delicatezza di un antico incisore.
               L’approccio coloristico, prevalentemente solare, alla fervida creatività compositiva di Angini

               consente, talvolta, all’osservatore più preparato di trasformare virtualmente segni, colori e ta-

               gli di luce, armoniosamente prevalenti in ogni opera dell’artista aretino, in brani musicali in
               netto contrasto tra loro, quasi che l’andamento regolare di una sinfonia melodica eseguita da

               una grande orchestra, si trasformi all’improvviso, alla stregua di una immediata doccia gelata,

               in una modernissima e apprezzabilissima esecuzione di jazz dall’effetto dirompente. Nel gioco
               artistico professionale abilmente gestito dalla capacità dell’artista, nell’impatto della materia che

               si fa messaggio meticoloso di una minuziosa ricerca, anatomia del colore e sintesi mnemonica

               di ogni visione si fondono egregiamente, quasi scaturissero dalla prima stesura del trattato L’e-
               lemento spirituale nell’arte di Wassily Kandinsky, restando miracolosamente in bilico tra una

               remota volontà liberatoria di “fuga” verso un’espressione totalmente astratta e l’immediata “re-

               denzione” costituita dal recupero della forma e dalla consistenza delle immagini, composte e
               intercambiabili come nel magico caleidoscopio della nostra infanzia.

               L’approdo naturale all’intercambiabilità del nuovo concetto pittorico assurge così verso una

               nuova dimensione in cui tutto può sembrare sublimazione estetica, simile a una lezione di uma-                                                                                                                                                 Concerto immaginario
               nità e di moralità essenziale, protesa a comunicare quel messaggio propedeutico di apertura a

               quel mondo ideale, purtroppo ancora immaginario. Sulle note di Mormorio di primavera di                                                                                Scorcio



                18   periodico mensile del gruppo NOIQUI                                                                                                                                                                                            periodico mensile del gruppo NOIQUI                       19
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