Page 70 - RIVISTA NOIQUI NOVEMBRE 2022
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tIzIAnA DI RusCIO
HA AVUTO GIUSTIZIA?
GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE, UNA SOPRAVVISSUTA A "Anche lì, la giustizia è lentissima. Sono passati 8 anni dall'avvio del processo, due dei nove
TGCOM24: "MANCA L'ASCOLTO DELLE VITTIME, HO LASCIATO L'AGGRESSORE anni di condanna sono andati prescritti. Il 25 novembre, per una strana coincidenza con la
E HO TROVATO UN BRANCO" Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, la Cassazione riterrà inammissibile il
La testimonianza di Tiziana Di Ruscio, presidente dell'Associazione Il Nastro Rosa: "Il 25 ricorso dell'ex marito contro la condanna a 7 anni. Io ho voluto partecipare a tutte le udienze,
Novembre? Per me ha doppio significato: dopo 8 anni, dalla Cassazione aspetto conferma è stato durissimo, una ferita sempre aperta; fa troppo male testimoniare e ascoltare il raccon-
sulla condanna dell'ex" to dei propri figli. Certo, sono cambiate molte cose, per fortuna, a livello legislativo dal 2008
a oggi, ma anche il codice rosso è una misura troppo limitata nel tempo. Bisogna impedire
"Ho lasciato l'aggressore, dopo oltre 20 anni di violenze su di me e sui miei figli, e ho trova- di fare del male e di continuare a farlo. La violenza va arginata nel momento in cui si chiede
to un branco a livello istituzionale". aiuto".
COSA SI SENTE DI DIRE A UNA DONNA MALTRATTATA?
Era il 2014 quando finalmente Tiziana Di Ruscio di Pineto (Teramo) trovava la forza di pre- "La violenza domestica è diffusissima, più di quanto si creda, nelle grandi e nelle piccole città.
sentare quella denuncia che per anni aveva tenuto nel cassetto. Il suo percorso di riscatto La donna vittima di violenza manda segnali che purtroppo chi è vicino non riesce a cogliere.
contro un marito violento su di lei e sui tre figli era iniziato nel 2008 quando la scuola avver- E neanche le istituzioni sanno comprendere i campanelli d'allarme: troppa burocrazia, poca
tì la famiglia del comportamento insolito di uno dei bimbi. Inizia l'iter con i servizi sociali, sensibilità, poca preparazione. Io posso dire di non essere stata capita. Bisogna essere fortu-
"per qualche mese, poi scompaiono tutti e a quella denuncia già scritta rinuncio su richiesta nate, mi creda, anche quando si va a denunciare, perché spesso ci si sente giudicate invece che
della famiglia di lui - racconta tra le lacrime a Tgcom24 Di Ruscio, dal 2018 presidente e ascoltate. Io ero costretta a fare terapia di coppia, avevo per un periodo l'educatore che veniva
fondatrice dell'associazione contro la violenza di genere Il Nastro Rosa. - Ho sopportato per a casa, eppure, in realtà, io continuavo a rischiare la vita. Ma bisogna comunque denunciare, si
altri sei anni prima di andar via di casa e ho preso la decisione quando io e i miei figli erava- deve denunciare. Per se stesse e per i figli. E si deve pretendere protezione".
mo arrivati ormai a rischiare ogni momento la vita". E' da lì che Di Ruscio ha capito che "La
violenza non è il mio destino", che è anche il titolo della sua autobiografia pubblicata nel E' ANCHE PER QUESTO CHE HA DATO VITA ALL'ASSOCIAZIONE IL NASTRO ROSA?
2021. "Sì, io sono una sopravvissuta e ho il dovere di testimoniare per salvare altre donne. E ho il
dovere di farlo anche per chi non c'è più, per chi è vittima di femminicidio. Ogni giorno è un
COSA LE HA DATO LA FORZA PER DIRE BASTA A OLTRE 20 ANNI DI VIOLENZE?
"Quella volta che, andando ad acquistare un vestito per la cresima di mio figlio maggiore, bollettino di guerra. Io posso sapere in quegli ultimi istanti quali sono stati i pensieri di una
il mio ex marito ci ha fatto salire in auto e, infuriato perché non aveva trovato niente in ne- donna uccisa per mano di un compagno, le sue paure le ho provate troppe volte. Io posso
gozio, cominciò a sfrecciare a tutta velocità, contro senso, in una strada molto trafficata. comprendere ogni parola, ogni racconto di maltrattamento. L'aggressore, per paradosso, vive
Io ero seduta dietro con i bimbi più piccoli e osservavo inerme e con dolore il più grande, in un cerchio di protezione e la vittima è sola rinchiusa in questo cerchio, ha paura, nella sua
seduto accanto al padre, che piangeva mentre venivamo minacciati: ci avrebbe ucciso tutti. solitudine".
Lui a casa aveva le armi, puntava il coltello contro i miei figli per un nonnulla, ma, se chie- COSA FA DUNQUE ORA?
devo aiuto intorno a me, mi veniva risposto: 'E' colpa tua che lo hai sposato, sapevi che era "L'associazione ha dato vita a uno sportello di ascolto, un luogo dove le utenti non vengano
un violento già da quando eravate fidanzati'. E pure dopo la denuncia mi sono sentita sola e 'selezionate' in base al 'grado di violenza subita', come accade se ci si rivolge alle istituzioni
isolata anche dalle istituzioni, che, nella freddezza della burocrazia, devono valutare il grado pubbliche. Il legislatore deve sapere che non esiste un grado di violenza, che la vittima non
di violenza subito e non ti danno ascolto. Anzi, devono convocare l'aggressore per ascoltare va mai valutata. Organizziamo anche corsi di autodifesa. Io per prima penso che mi sarebbe
le sue ragioni. Lì mi sono sentita persino umiliata, sapevo che la situazione in casa dopo la stato utile sapere come potermi difendere. E, poi, andiamo nelle scuole. Perché non c'è solo
convocazione poteva solo peggiorare". il 25 Novembre per parlare di questa tragedia".
COME HA SUPERATO LO STIGMA SOCIALE?
"Sono arrivata a registrare con il telefonino le violenze sessuali che subivo pur di farmi cre-
dere, perché è troppo difficile non solo raccontare e denunciare, ma anche mostrare i segni
delle violenze che spesso non sono visibili. Non c'è solo la violenza fisica, ma anche quella
psicologica, quella economica.
Una donna dopo la denuncia si ritrova sola, e nel mio caso con tre figli minori ma con
un'età superiore ai 3 anni, senza casa e senza lavoro. E ho provato sulla pelle che la legge
prevede più attenzione per l'aggressore, che va socialmente reinserito, che per la vittima.
Dopo la denuncia alle vittime serve protezione.
E io, ancora oggi, a distanza di anni devo fare i conti per strada con parenti e conoscenti di
lui che mi additano come colpevole. '
Tu l'hai voluto', mi sento ancora ripetere. Porto addosso l'etichetta della persona fragile, che
ci ha messo troppo tempo a denunciare". HTTPS://WWW.FACEBOOK.COM/ASSILNASTROROSA/
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