Page 93 - RIVISTA NOIQUI NOVEMBRE 2022
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CAROLA CEsTARI
Libro… che bella parola… Adoro i libri con la copertina colorata; quando li prendo in mano
odorano ancora di stampa. Faccio girare le pagine fra le mie artritiche mani, come un prestigia-
IL RESTO NON CONTA tore con le carte da gioco per poter continuare a percepire fra le narici quell’intenso e persisten-
te odore, che il volume poi a mano a mano perderà.
“Buongiorno. Mi dica: cosa vuole denunciare? Furto in abitazione? Eccole il mo- Ricordo il giorno in cui andammo alla presentazione, mentre correvamo per arrivare puntuali,
dulo: scriva in stampatello in modo leggibile e chiaro. Poi riconsegni il tutto, penna tra i greggi di turisti dall’andamento lento e tranquillo, con i nasi attaccati alle vetrine delle bou-
compresa. tique sfavillanti di abiti da sera.
Mi raccomando: elenchi tutti i dettagli con precisione, se vuole che ritroviamo la Mi sovviene che c’era coda all’ingresso, mentre io e mia moglie, trafelati e ansimanti, avanzava-
refurtiva che le hanno rubato.” mo nella stanza semibuia, già predisposta all’ascolto delle pagine dello scrittore.
“Va bene, grazie Agente. Lo compilo subito.” Ci tenevamo per mano, come facciamo ormai da quarant’anni, mentre il tempo avanza e il fiato
…… si accorcia. Ricordo perfettamente quando infine ci siamo seduti, di aver osservato il suo volto
“In data 25 luglio ho subito un furto nella mia abitazione. Rientrandovi dopo pranzo, ho sorridente.
scorto uno spazio vuoto sul muro, e il chiodo che solitario e scuro, faceva bella mostra di sé. E in quel momento, io il resto l’ho scordato.”
Il quadro non c’era più, evidentemente… ……
Non ricordo chi me lo avesse regalato, né in realtà il nome del pittore. Era un paesaggio di “Senta…Ha scritto tutto, è sicuro?”
campagna dopo il temporale, così tetro che faceva sentire l’umidità nelle ossa solo a guar- “Beh, diciamo Agente, che ho scritto le cose importanti.
darlo. Perciò ci facevo poco caso. In quell’angolo della stanza stava bene, se non lo guardavi Il resto… semplicemente, non conta.”
troppo da vicino, con quelle macchie verde-stagno che richiamavano i cuscini della poltrona,
presa al mercatino dell’usato, vicino a casa.
Penso a volte, che gli oggetti che ti scorrono davanti agli occhi quotidianamente, siano pro-
prio quelli che meno ricordi. Li dai, per così dire, per scontati, fanno parte dell’arredamento,
un tutt’uno imprescindibile, una monade compressa di vaghi ricordi e sfumature di colore.
Non rammento più ad esempio, se il vecchio bastone del nonno, quello col pomello d’ar-
gento, fosse anch’esso lì vicino. L’avranno rubato dal portaombrelli di rame che credevo lo
contenesse o giace sepolto in qualche meandro della mia memoria, inscatolato a seguito di un
precedente trasloco e mai riemerso?
Era di legno di quercia, forte e indistruttibile, lavorato a mano e intarsiato con il suo nome,
per non rischiare di perderlo. Quando eravamo piccoli, scherzando, faceva finta di picchiarci
e inseguirci. Mentre noi bambini ridevamo come pazzi e gli correvamo tutt’attorno.
Non so come facesse a tenerci a bada tutti assieme, quattro marmocchi scatenati e rumorosi,
ma era bravissimo a raccontare le storie di guerra, a metà strada tra finzione e realtà.
La sera, quando ci addormentavamo nei nostri letti avevamo ancora negli occhi le scene de-
scritte nei minimi particolari dei due fronti del conflitto che combattevano a pochi metri di
distanza.
Non ricordo più neppure se la cornice di vetro colorata, preziosa ma ingombrante, comprata
a Murano, che non vedo più sul caminetto, contenesse ancora la foto di mio padre. Chissà se
è scomparsa anch’essa nel recente furto o semplicemente l’ho infilata in qualche cassetto per
non vedere più lo sguardo arcigno del vecchio che, piuttosto che sorridere, avrebbe pagato
qualcuno per farlo al posto suo.”
……
“Senta, sta descrivendo gli oggetti con attenzione? È un’informazione importante, capisce?”
“Beh, Agente, insomma… sa alcune cose non le ricordo proprio bene…”
“Faccia mente locale: le aveva davanti agli occhi tutti i giorni; quindi, saprà ben indicare dove si trovavano, di
che colore erano, le loro dimensioni… no?”
……
“Dunque, riprendo da dove ho lasciato, rilevando anche la mancanza della copia di un libro
di Umberto Eco, autografata dall’autore. Trattasi di testo acquistato in occasione di un evento
a Milano, tenutosi in una piccola sala di una biblioteca vicina al centro.
Ma siamo sicuri che nella denuncia debba scrivere tutto ciò? Beh, male non farà avere più
dettagli, come sottolineava il poliziotto all’ingresso.
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