Page 3 - RIVISTA NOIQUI NOVEMBRE 2023
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EDITORIALE





 PERCHÈ SI DICONO LE BUGIE?
                                 QUALI SONO I SEGNALI DEL CORPO

 Le bugie sono una forma di comunicazione che altera o nasconde la verità. Le persone dico-  CHE INDICANO UNA BUGIA?

 no le bugie per diverse ragioni, a seconda della situazione e delle loro intenzioni. Alcune delle

 motivazioni psicologiche più comuni per mentire sono:  I segnali del corpo che indicano una bugia sono vari e dipendono dal contesto, dalla persona-
 •   Evitare le punizioni: si mente per non subire le conseguenze negative di aver fatto qual-  lità e dalla cultura di chi mente. Non esiste un segnale universale che riveli una bugia, ma solo

 cosa di sbagliato o di aver infranto una regola.  degli indizi che possono suggerire una possibile incongruenza tra il verbale e il non verbale.

 •   Cercare approvazione: si mente per mostrare una immagine positiva di sé agli altri, per   Alcuni di questi indizi sono:
 impressionarli o per soddisfare il proprio bisogno di sentirsi accettati.  •   Movimenti degli occhi: chi mente tende a evitare il contatto visivo con l’interlocutore,

 •   Mantenere la privacy: si mente per proteggere la propria sfera personale, per non rivelare   a guardare in basso o in direzioni diverse da quelle associate al ricordo o alla costruzione di

 informazioni che si preferisce tenere riservate o per affermare la propria indipendenza.  un’immagine.
 •   Evitare il conflitto: si mente per non entrare in discussione o in lite con qualcuno, per   •   Posizione della testa e del corpo: chi mente tende ad assumere una postura chiusa, con

 mantenere l’armonia nelle relazioni o per evitare di ferire i sentimenti altrui.  le spalle curve, le braccia conserte, le mani nelle tasche o dietro la schiena, i piedi rivolti verso
 Le bugie possono essere di diversi tipi, a seconda della gravità e delle conseguenze che com-  l’interno o verso l’uscita. Inoltre, chi mente può muovere la testa in modo incongruente con

 portano. Alcune bugie sono considerate innocue o addirittura utili, come le cosiddette bugie   le parole, ad esempio annuendo mentre dice “no” o scuotendo la testa mentre dice "sì".

 bianche, che si usano per essere gentili o educati con gli altri. Altre bugie sono invece dannose   •   Tono della voce: chi mente tende a modificare il tono della voce, rendendolo più alto o
 o pericolose, come le bugie patologiche, che si usano per manipolare, ingannare o sfruttare   più basso del normale, a parlare più velocemente o più lentamente, a fare pause troppo lunghe

 gli altri.     o frequenti, a balbettare o a ripetere le parole.

 Le bugie hanno un costo psicologico elevato, sia per chi le dice sia per chi le subisce. Men-  •   Movimenti della bocca e del naso: chi mente tende a coprirsi la bocca con la mano, a lec-
 tire richiede uno sforzo cognitivo maggiore che dire la verità, perché bisogna ricordare cosa   carsi le labbra, a mordicchiarsi il labbro inferiore, a toccarsi il naso o a starnutire. Questi gesti

 si è detto e a chi, e perché si corre il rischio di essere scoperti e perdere la fiducia degli altri.   possono essere interpretati come un tentativo inconscio di nascondere la bugia o di alleviare

 Inoltre, mentire può creare un senso di colpa, di vergogna o di ansia, che può influire negati-  lo stress provocato dalla menzogna.
 vamente sul benessere emotivo e sulla salute mentale.  •   Segnali di tensione e nervosismo: chi mente tende a mostrare segni di ansia e disagio,


                come sudorazione, arrossamento, tremore, respirazione affannosa, deglutizione frequente,

                aumento del battito cardiaco. Questi segni possono essere rilevati da strumenti come il poli-
                grafo o la termografia.

                                                                             Tuttavia, bisogna fare attenzione a non basarsi
 COSA SUCCEDE AL CERVELLO QUANDO                                             su un solo segnale per giudicare se una persona



 SI MENTE?                                                                   sta mentendo o no. Infatti, ci sono molte altre si-
                                                                             tuazioni che possono provocare gli stessi segnali,

                                                                             come l’emozione, il fastidio, il conflitto interio-
 Quando si mente, il cervello attiva diverse aree che sono coinvolte nella pianificazione, nell’e-  re, la paura di non essere creduti. Per questo, è

 laborazione e nella memorizzazione delle informazioni. Queste aree sono principalmente il   importante  osservare il comportamento  com-

 lobo frontale, il lobo temporale e il lobo parietale. Inoltre, il cervello deve inibire la risposta   plessivo della persona e confrontarlo con il suo
 naturale di dire la verità, che richiede l’intervento dell’amigdala, una struttura che regola le   comportamento  abituale. Inoltre, è importante

 emozioni e la paura.                                                        verificare le informazioni  fornite dalla persona

 Mentire richiede quindi uno sforzo cognitivo maggiore che dire la verità, perché il cervello   con altre fonti e porre domande specifiche che
 deve creare una versione alternativa della realtà, mantenere la coerenza tra le bugie e ricorda-  possano mettere in difficoltà il bugiardo.

 re cosa si è detto e a chi. Questo sforzo si riflette in una maggiore attività cerebrale, che può

 essere rilevata da tecniche di neuroimaging come la risonanza magnetica funzionale (FMRI)
 o l’elettroencefalografia (EEG).

 Mentire può anche avere delle conseguenze sul cervello a lungo termine. Infatti, alcuni studi

 hanno suggerito che mentire abitualmente o patologicamente può modificare la struttura del
 cervello, aumentando la quantità di materia bianca nel lobo frontale. La materia bianca è for-             Luciano Zampini

 mata da fibre nervose che collegano le diverse aree del cervello e facilitano la comunicazione

 tra di esse. Un aumento di materia bianca potrebbe quindi rendere il cervello più efficiente
 nel mentire, ma anche più vulnerabile a disturbi psichiatrici come la schizofrenia o il disturbo

 bipolare.
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