Page 76 - RIVISTA NOIQUI OTTOBRE 2023
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Yuleisy Cruz Lezcano






                                                                              PASSEGGIANDO NELLA VITA                                                                                                       LA MORTE NON È NIENTE

                                                                                                                                                                                                                 di Henry Scott Holland

                                                                          La morte non mi lascia mai indifferente (anche se di

                                                                          morti, per lavoro, ho assistito a tante.), nell'ospeda-                                              Sono solamente passato dall’altra parte: è come fossi nascosto nella stanza accanto.

                                                                          le sembra la routine, ma sentire nella stanza accanto                                                Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
                                                                          la voce meccanica del defibrillatore e le infermiere                                                 Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.

                                                                          che urlavano lungo il corridoio " chiamate un medi-                                                  Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare; parlami nello stesso modo

                                                                          co, c'è un arresto cardiaco" e una madre che urlava                                                  affettuoso che hai sempre usato. Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solen-
                                                                          fuori da una porta... sono stati minuti troppo brevi                                                 ne o triste. Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto

                                                                          per salvare una vita. So solo che quando la voce                                                     ci piacevano quando eravamo insieme. Prega, sorridi, pensami! Il mio nome sia sempre la

                                                                          meccanica si è fermata, non è stato per il lieto fine                                                parola familiare di prima: pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
                                                                          ma per la fine... ho sentito un mal al petto pure io,                                                La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto: è la stessa di prima, c’è una

                                                                          vedere dal di fuori le fatiche per dire addio, mi ha                                                 continuità che non si spezza.  Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua men-
                                                                          fatto pensare a tutte le cose che ci teniamo dentro,                                                 te, solo perché sono fuori dalla tua vista?  Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio

                                                                          che non diciamo; mi ha fatto pensare a quanto sia-                                                   dietro l’angolo.  Rassicurati, va tutto bene.  Ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza

                  mo fragili, vulnerabili, transitori e spesso ci scordiamo di amarci, di vivere... ed è così, non si                                                          purificata. Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.
                  sa quando possa accadere, ma la morte porta via con sé il mistero ultimo della vita.                                                                         La morte porta con sé dubbi e domande, mi chiedo perché non diciamo quelle cose che

                  La vita è andata via dalla stanza accanto, mi chiedo dove si sia nascosta in questo momento?                                                                 sappiamo possano fare piacere e che di solito pensiamo soltanto? Perché, a volte, lasciamo

                  Può la vita, forse, ancora essere richiamata? Forse la vita vive dentro una lacrima, nel nome                                                                parlare la rabbia e ci esprimiamo senza cognizione, tatto o considerazione delle conseguen-
                  affettuoso che ci è stato dato dai nostri genitori... Forse per richiamarla ancora bisogna sem-                                                              ze, e senza la sicurezza di avere il tempo materiale per scusarci?  Mi chiedo perché ci perdia-

                  plicemente cambiare tono di voce, e provare a chiamarla come quando eravamo piccoli.                                                                         mo in battaglie verbali, controversie e dibattiti accesi, invece di perderci nei sorrisi?

                  Mi è venuta in mente una poesia che ho letto tempo fa, chissà perché nel mio immaginario
                  ho voluto dare voce alla morte? Forse ci risulta più facile accettare di non vivere nella vita,                                                              (Sicuramente, molti di noi sono fortunati, possono scegliere come vivere, anche se ci vo-

                  che accettare di morire nella morte...                                                                                                                       gliono piccole morti per imparare a farlo.)

                  Io però, alle prime luci dell'alba ho sentito una caduta silenziosa nella stanza accanto, come
                  se la morte fosse scivolata dalla pelle all'anima, come una caduta che lascia le ossa intatte,                                                               Toccando il fondo

                  perché sa che saranno le ultime a morire.

                  Ho sentito la morte che saltava nella branda di un                                                                                                           Chiudo le finestre,
                  ospedale. Nella stanza accanto, un letto affondava                                                                                                           torno al buio ospitale

                  al ritmo del massaggio cardiaco. Un lenzuolo arro-                                                                                                           della mia casa,

                  tolato cadeva a terra, senza essere guardato da uno                                                                                                          dove il silenzio difende
                  sguardo senza occhi e da una fronte preoccupata                                                                                                              la penombra

                  per la vita.                                                                                                                                                 e il figlio che fu e più non è

                  Giuro che ho sentito la morte come un soffio fred-                                                                                                           sa di naufragio.
                  do, si è portata via per un attimo perfino la voce                                                                                                           Chiudo la porta,

                  urlante delle infermiere, per un attimo la morte ha                                                                                                          di sole nemmeno un raggio.
                  chiuso la bocca di tutti e ha fatto silenzio.                                                                                                                Di angeli morti

                  Allora mi sono chiesta perché, se non siamo ancora                                                                                                           tutta la mia stanza

                  morti, lasciamo le cose che contano, andare? Per-                                                                                                            è una oscura leccornia
                  ché non usiamo la voce per dire cose belle o per                                                                                                             per vermi,

                  perdonare e perdonarci?                                                                                                                                      dove la mia anima inerme

                  Se la morte lascia il ricordo di tutte le virtù dell'uo-                                                                                                     se ne va in vacanza,
                  mo e porta via i suoi vizi, perché noi, invece, da                                                                                                           insieme alla più galoppante pesca.

                  vivi,  diamo più rilevanza  ai brutti  ricordi rispetto                                                                                                      La ferita che nascondo,

                  alle cose belle che qualcuno ha fatto per noi? Perché                                                                                                        insieme all'esca,
                  non riusciamo a sottolineare pregi e virtù di tutto                                                                                                          chiede di cancellare il nome

                  quel che ha ancora vita?                                                                                                                                     con il quale prima rispondevo.


                                                                                                                                                                               Se pagare devo,
                                                                                                                                                                               che la mia infelicità non corra

                                                                                                                                                                               di bocca in bocca.




                76   periodico mensile del gruppo NOIQUI                                                                                                                                                                                            periodico mensile del gruppo NOIQUI                       77
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