Page 86 - RIVISTA LUGLIO 2024
P. 86
TRA MITOLOGIA E LEGGENDA ferdinando caputi
C’ERA UNA VOLTA L’EGITTO
LA GRANDE SFINGE DI GIZA - (Seconda parte)
QUANDO E CHI HA COSTRUITO LA SFINGE DI GIZA
Parliamo ora della costruzione della
Sfinge di Giza, al riguardo sono
state formulate numerose teorie,
secondo gli egittologi accademici la
sua costruzione viene attribuita al
faraone Chefren che l’avrebbe fatta
scolpire davanti alla sua piramide a
protezione del suo riposo eterno. A
riprova di ciò sarebbe la somiglianza
che, secondo gli archeologi, si nota
tra il volto della Sfinge e quello del
faraone Chefren così come appare
scolpito su diverse statue. Altri
studiosi trovano questa teoria azzardata e priva di riscontro reale in quanto non concordano
nel vedere una somiglianza. Personalmente propendo più verso quelli che questa somiglianza
trovano azzardata. Ma allora a chi appartengono i lineamenti del volto umano della sfinge? E’
realmente l’immagine del faraone Chefren oppure, come sostengono altri è quella del grande
Cheope? Secondo l’egittologo Rainer Stadelmann, il volto della sfinge sarebbe il ritratto di
Cheope, (personalmente dissento). Diversi altri egittologi concordano con Stadelmann ritenendo
che l’ipotesi più classica (ma ancora oggi valida) si basi su argomentazioni piuttosto vaghe.
Questa nuova ipotesi si sta ormai affermando a tal punto da porre in seri dubbi quello che era
ormai considerato un dogma accademico. Va comunque precisato che ci troviamo sempre nel
campo delle ipotesi e nulla ci consente di dire con certezza chi si nasconde dietro quel volto
che da millenni sembra sorridere al visitatore mantenendo lo sguardo fisso all’orizzonte, verso
il sole nascente, rivolto al mondo dei vivi. Soffermiamoci ora ad osservare con attenzione la
Grande Sfinge, essa è stata ricavata da una collinetta emergente nella cava dove si presume siano
stati estratti i blocchi di calcare per la piramide di Cheope, cava che venne successivamente
abbandonata poiché il calcare si rivelava di pessima qualità. Se non lo avete mai fatto provate
a soffermarvi ad osservarla con attenzione, ad un osservatore attento non può sfuggire che la
testa della statua è piccola, decisamente sproporzionata rispetto al resto del corpo del leone.
Pensando alla cura con cui gli antichi egizi rispettavano le proporzioni, viene da chiedersi se è
possibile che abbiano commesso un simile errore. Appare inoltre evidente che la testa si presenta
molto meno erosa rispetto al resto del corpo ed anche delle pareti del recinto che la racchiude.
Se si considera che, il corpo come il recinto sono stati quasi sempre sommersi dalla sabbia, la
testa è da millenni esposta ad ogni tipo di erosione, basti pensare agli effetti che può provocare
l’azione della sabbia sollevata dal Khamsin, il vento del deserto che per circa 50 giorni (da marzo
a maggio) ogni anno tormenta l’Egitto. Nell’antichità questo vento tempestoso veniva associato
al dio Seth, simbolo delle forze più oscure della natura. Tutto ciò fa supporre che originariamente
la statua avesse un’altra testa, più antica, che fu poi “riscolpita”. A questo punto, visto lo stato
in cui si trova il resto del corpo viene da chiedersi se la sfinge non sia stata costruita molto
tempo prima e che la sua testa (magari molto danneggiata) sia stata successivamente adattata al
regnante di turno. Voglio ricordare che due egittologi di primissimo piano quali i famosi Auguste
Mariette e Gaston Maspero furono tra i primi a sostenere che la sfinge di Giza doveva risalire
ad un periodo storico di molto precedente, almeno al predinastico. Mariette affermò: “Questa
colossale effigie era, quindi, già esistente prima dell’epoca di Cheope. Essa è di conseguenza
più antica della piramide”. Un altro particolare che sfugge ai più, se non osservata con cura, è
il fatto che il volto della Sfinge (escluse le orecchie) è posto un po’ di traverso, se confrontato
86 periodico mensile del gruppo NOIQUI