Page 27 - RIVISTA NOIQUI FEBBRAIO 2022
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DEnIsE bAROnCInI
conoscenza”. Sono d’accordo. Il dolore non serve per bloccarci, ma per andare avanti
nonostante tutto, per comprendere meglio noi stessi. Se devo esprimere il mio pensiero
DOLORE su cosa sia il dolore, mi viene da dire esso è amore, sembra un controsenso, ma quando lo
Di recente ho ascoltato una canzone “Ho conosciuto il dolore” di Roberto Vecchioni. si prova è perché manca qualcos’altro, qualcosa che al momento non c’è. Pensate ad una
stanza con al centro del soffitto una lampadina, a volte è accesa, a volte è spenta, ma il
Chi non lo ha fatto? Lo si conosce tutti. Quell’amico che aiuta nelle situazioni difficili, fatto che sia spenta non significa che è rotta o che non funziona è solo spenta. Noi siamo
solo che spesso non comprendendo il modo, non lo accettiamo, lo allontaniamo, arrivia- quella lampadina, a volte siamo una luce accesa, altre volte una luce spenta, ma il punto è
mo persino ad usarlo. Lo conosciamo bene, è il "nostro" dolore, ci sentiamo al sicuro, ci proprio questo accesa o spenta che sia, noi rimaniamo luce “amore = dolore = energia”.
è comodo, è la nostra “zona comfort”, lì nessuno può farci del male; tuttavia, restando in I momenti di dolore sono come le giornate di pioggia, assurdo desiderare l’arcobaleno,
quella zona dopo un breve tempo cominciamo a sentirci annoiati, a stancarci e per evitare se poi vogliamo solo i giorni sereni, senza accettare quelli di pioggia. Le nostre mancan-
questo arriva “lui”, a me piace il nome “ego”. Capita a volte di chiedere o ci venga chie- ze, i nostri bisogni non sono altro che una futile illusione, dentro noi c'è tutto ciò di cui
sto “Sei felice?” una domanda semplice a cui si risponde quasi meccanicamente “Si. No. necessitiamo.
Abbastanza. Insomma. ecc.…”, tuttavia alla domanda, “Perché non sei felice?” Sapremo
rispondere prontamente? Ecco l’ego risponde a questa domanda, o almeno ci vuole far DENISE BARONCINI
credere questo. Vi è mai capitato di avere mal di stomaco? Sentiamo un dolore e si pensa
che esso avvenga perché abbiamo fame, la mente suggerisce quindi di mangiare, tuttavia AMORE
seppur mangiato non passa, non migliora. Si crede che forse non abbiamo mangiato ab-
bastanza, ce ne occorre ancora per star meglio. Quel dolore che sentiamo sta indicando
una mancanza di qualcosa, che bisogna riempire. Le parole principali. Bisogni, illusioni “Amore”. E’ una parola particolare, al solo sentirla trasmette emozioni diverse, timore,
(credere), mancanze, riempire. L’ego agisce nella stessa maniera. Quando percepisce uno incertezza, gioia, speranza, a volte anche irrequietezza. Una sola parola, tante sfumatu-
stato di dolore, di cui non conosciamo il motivo, lui arriva facendoci credere che ci sen- re, ognuna di esse con un diverso significato. Nell’antica Grecia l’amore lo distingue-
tiamo così perché si ha la necessità di un qualcosa, qualcosa che manca. Comincia così a vano con l’utilizzo di nomi differenti: Philia (φιλία) era l’amore affettivo, come quello
creare bisogni, illudendoci che senza quella cosa si continuerà a sentirci così, infelici ed a dell’amicizia; Anteros (αντέρως) l’amore tra due persone, dove risiede reciprocità; Agape
provare dolore. L’ego è un’esistenza creata dalla mente che vuole solo una cosa “soprav- (αγάπη) era quello incondizionato, immenso. L’amore puro. Eros (έρως) era l’amore
vivere” e pertanto ci mantiene vivi con ciò che ritiene utile a sé stesso, riempiendoci con sensuale, passionale. Thélema (θέλημα) l’amore per ciò che si realizza, per ciò che si fa;
tutto ciò che crede ci necessiti. Oggetti, persone, bisogni, desideri, una continua ricerca di Stοrgé (στοργή) era l’amore familiare e parentale; Himeros (Iμερος) l’amore lussurioso,
qualcosa che possa rendere più felici, per cui si possa avere il piacere e sentirsi sempre più il desiderio sessuale. 7 facce dell’amore, come le note musicali. San Valentino è la fe-
appagati, eppure pur ottenendo, ci si rende conto che non soddisfa abbastanza, non più sta degli “Innamorati” è normale quindi pensare a due persone che provano lo stesso
perché quel dolore sta tornando. Una reazione del tutto comprensibile, tali bisogni sono amore, tuttavia recentemente mi sono imbattuta sulla parola. “Innamoramento” “Inno”
come una droga, man mano la stessa dose non basta, si necessita di una dose sempre “amor” “rammento” “Ricordarsi della musica che si ha dentro”. Se si pensasse all’amore
maggiore o non ne sentiremo più l’effetto. Ecco che il ciclo si ripete e la ricerca riprende come ad una musica, un suono. In effetti ci sono anche delle somiglianze tra le due, en-
con un'altra cosa ed un'altra ancora, convinti che la volta dopo sarà quella decisiva, avuto trambe fanno vibrare il cuore, suscitano emozioni, ma la cosa che mi piace vedere più di
quello non avremo bisogno di nient’altro, ma non è mai così. Più si cerca, più si continua tutte è che la musica unisce i cuori di chi sa ascoltare, come l'amore. Non si vedono, ma
a cercare, più si chiede, più si continua a chiedere, con l’assurdo pensiero che più sia ha, si percepiscono. La musica è suono, vibrazione, energia. Essa ci pervade, facendo risuo-
più si sarà felici. Un pozzo senza fondo, senza fine, vuoto, nella vana speranza di riempir- nare qualcosa dentro di noi, che si amplifica. L’amore, un suono che amplifica un’altro
lo, arrivando ad incolpare persino ciò che non ci soddisfa perché troppo poco. Se fosse di suono che risiede già al nostro interno. Per la musica basta una nota, per l'amore basta
più, non si starebbe male, non si proverebbe dolore. Tendiamo a confondere quello che un gesto, una parola, qualcosa di semplice, di piccolo.
ci da piacere, con quello che ci fa star bene, ma non sono la stessa cosa. Ho conosciuto Ogni nota diversa, per ogni amore provato, ma per quanto diverse quando risuonano
il mio dolore e per cancellarlo mi sono riempita di tante cose, arrivando a distruggere riescono a far vibrare sempre. Mi pongo la domanda se sia la musica ad essere amore?
me sia fisicamente, che mentalmente. Quando alla fine ti rendi conto, che nonostante la O sia l’amore ad essere musica? Non so ancora rispondere a questa domanda, forse un
continua ricerca di un piacere, quel dolore non scomparirà mai, subentra il desiderio di giorno. Ora posso dire che oggi è la festa degli innamorati, è la festa di chi non smette
annullarsi, di annientare se stessi completamente, arrivando a pensare che se cesso io, di udire la musica racchiusa dentro sé. Oggi è la mia festa, è la Vostra festa, è la festa di
cesserà anche lui. Quel forte desiderio di non sentire più nulla. Ci è voluto molto tempo, tutti coloro che non dimenticano di seguire quella musica che dentro noi produce amore
ma ora ho compreso che quel dolore è veramente un amico, nel momento in cui non
soltanto l’ho provato, ma l’ho sentito ed accettato, una domanda mi è giunta: “Chi sta DENISE BARONCINI
creando il tuo dolore?”, come fulmine la risposta fu immediata “Io!”. James Hillman so-
stiene il “dolore = ferita = apertura, apertura vista come possibilità di acquisire ulteriore
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