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TRA MITOLOGIA E LEGGENDA fERDInAnDO CApuTI
C’ERA UNA VOLTA L’EGITTO Cheope, fossero necessarie non meno di 20-25.000 persone che lavoravano in turni di la-
ANTICO REGNO – IV DINASTIA - LA GRANDE PIRAMIDE DI CHEOPE voro alternati. A questo punto dobbiamo porci un altro problema importante, la logistica.
LA PIRAMIDE – (SESTA PARTE) La logistica doveva innanzitutto provvedere alla sistemazione dei blocchi in arrivo evitan-
Abbiamo parlato di rampe per mezzo delle quali gli operai potevano salire trascinando do grossi depositi che avrebbero intralciato il lavoro, fabbricare nuovi utensili da lavoro
i blocchi di calcare. Su questo punto ci sarebbe ancora una riflessione da fare, imma- e riparare quelli rotti nel minor tempo possibile, coordinare il ricambio della turnazione
giniamo che per trascinare blocchi da 1 a 4 ton, occorressero almeno dieci persone, ci delle squadre, ma non solo, gli operai dovevano anche mangiare, bere, riposarsi, fare i loro
troveremmo di fronte ad una processione di squadre che, a breve distanza l'una dall'altra, bisogni, squadre di medici dovevano essere pronte per ovviare ai numerosi infortuni che
salgono la rampa con il loro blocco ma nel frattempo un'altra processione di squadre di si saranno verificati, portatori o portatrici d’acqua rifornivano gli operai, donne, e forse
operai che, dopo aver depositato il blocco devono scendere. Tenendo sempre presente anche uomini, dovevano confezionare quel poco di abbigliamento per tutti. Ed a tutto
il ritmo con il quale i blocchi dovevano essere sistemati al loro posto: uno ogni quattro questo doveva provvedere un'altra organizzazione non certo meno importante di quella
minuti circa, dobbiamo immaginare che la rampa avrebbe dovuto avere una larghezza tale della costruzione della piramide. Nelle campagne doveva svolgersi un febbrile lavoro di
da permettere il traffico di andata e ritorno degli operai. Le rampe diventavano quindi an- semine e raccolti, molte persone dovevano curare la preparazione del cibo per sfamare
cora più massicce con un volume di materiale enorme per la loro costruzione, più saliva- tutta quella gente, e sul fatto che questi venissero ben nutriti non ci sono dubbi, il corpo
no e più dovevano espandersi in lunghezza ed in larghezza. Se pensiamo che il materiale di un operaio doveva essere perfetto per poter svolgere il proprio duro lavoro (altro che
di cui erano formate le rampe era sabbia e ghiaia queste necessitavano di sponde rigide schiavi malnutriti frustati e maltrattati). Un bel lavoro, che ne dite? Teniamo conto, inol-
di materiale più robusto (pietre) per fare da argine. Torniamo ai nostri operai che stanno tre, che la piramide non è un solido pieno, un mucchio di pietre perfettamente sistemate
trascinando i loro blocchi di calcare. Dopo aver trascinato i blocchi fin sotto la costru- ma pur sempre solo un mucchio di pietre. Ma invece non è così, a complicare le cose va
zione, ed eseguito le operazioni di rifinitura, gli operai dovevano sollevare e trascinare i detto che, come si sa, la piramide di Cheope al suo interno cela un intricato sistema di
blocchi in sito, spostarli fino a farli combaciare e se questi ancora non combaciavano alla cunicoli ascendenti e discendenti, la Grande Galleria, la camera della Regina e quella del
perfezione procedere ad una ulteriore rifinitura, a questo punto devono necessariamente Re dalle quali si dipartono obliquamente due “condotti di aerazione” per ciascuna came-
aver fatto ricorso ad un ingegnoso sistema di leve decisamente robuste, non a semplici ra, inoltre sulla camera del Re si innalzano le “camere di scarico”. Di recente si è parlato
pali di legno. Racconta Erodoto nelle sue “Storie”: <<….quando si giunse a tal punto dell'esistenza di un'ulteriore camera situata sopra alla Grande Galleria. Tenuto conto di
della costruzione, le rimanenti pietre furono sollevate con macchine fatte di “legni cor- quanto detto dal famoso egittologo Zahi Hawass, capo del progetto ScanPyramids per
ti” (!). Venivano sollevate da terra sul primo ordine, da dove venivano tratte su un altro conto del Ministero egiziano delle Antichità, la Grande Piramide sarebbe piena di vuoti.
ordine con un'altra macchina. Le macchine erano altrettante quanti erano gli ordini dei Dieter Arnold, autore del libro ‘Building in Egypt: Pharaonic Stone Masonry’, ha men-
gradini........>>. E' evidente che, la costruzione di una “macchina” in grado di sollevare zionato degli spazi vuoti nella piramide dovuti alle tecniche di costruzione e questi si
massi di quel peso, fatta con “legni corti” (?), presenta non poche difficoltà, pensare poi troverebbero sopra l’ingresso che porta al corridoio discendente e sopra tutti i passaggi,
di averne una per ogni ordine, già di per se, presuppone conoscenze e disponibilità di inclusa la Grande Galleria. Il team del progetto ScanPyramids ha pubblicato un video sul
mezzi non indifferenti anche tenuto conto che in Egitto il legname da costruzione era un lavoro svolto dove emergono chiare le due cavità scoperte nel 2016. Hawass ha aggiunto:
materiale del tutto assente e per procurarlo occorreva organizzare spedizioni in Libano. << Pensiamo che il Ministro delle Antichità Khaled El-Enany abbia nominato questo
Se pensiamo a tutti questi problemi da affrontare viene spontaneo chiedersi: ma in realtà comitato scientifico per riesaminare questo lavoro, perché è importante che questi dati
quanto tempo ci volle per costruire la Grande Piramide? Stuart Kirkland Wier del Den- vengano rivisti da una squadra che ha trascorso la propria vita lavorando all’interno e
ver Museum of Natural History, sul “Cambridge Archaeological Journal”, (aprile 1996), intorno alle piramidi >>.
ha ipotizzato che la piramide abbia richiesto circa 23 anni di lavoro, il che cambia poco << CONTINUA >>
rispetto a quanto affermato dagli storici greci. L'esecuzione dell'opera ci porta ad imma- (L'elenco delle fonti e bibliografia è piuttosto corposo per cui lo pubblicherò con l'ultimo
ginare un immenso cantiere, anzi più di uno. Le cave dovevano brulicare di operai, alcuni articolo).
intenti a staccare i grandi massi dalle pareti della cava, altri a spezzare questi blocchi per
renderli più maneggevoli, altri ancora a procedere alla sgrossatura dei massi più piccoli
ricavati dalla frantumazione di quelli più grandi. Intorno ferveva un lavorio di persone
intente alla preparazione dei blocchi per il traino, squadre che partivano cariche ed altre
che tornavano pronte a ripartire. Un altro grosso cantiere, sicuramente più di uno, doveva
trovarsi nei pressi della piramide dove altre squadre di operai scalpellini rifinivano i bloc-
chi secondo la forma necessaria per incastrarli gli uni con gli altri, di qui poi partivano le
squadre che salivano le rampe. C'è da chiedersi che tipo di organizzazione doveva essere
in grado di coordinare il tutto. Occhio, stiamo parlando solo delle operazioni pratiche
direttamente rivolte alla sistemazione dei blocchi. E' stato stimato che, per la piramide di
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