Page 12 - RIVISTA NOIQUI MARZO 2022
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PAROLE INFINITE                                                      ALESSANDRA BUCCI                                                                                                                                                          annALIsA pOTEnzA



               Finalmente è arrivata la primavera, la stagione che più amo. Sono nata in primavera, vivo aspettando la primavera. Quando                                     NULLA E’CAMBIATO
               arriva l'autunno è la consapevolezza che la primavera tornerà a far sbocciare i fiori, a svegliare gli animali addormentati, ad
               illuminare e a scaldare il buio e il freddo dei nostri giorni a darmi la forza per andare avanti, per affrontare l'inverno.                                   La constatazione che secoli di civilizzazione non hanno sortito gli effetti sperati sugli esseri umani in termini di attuazio-
               La vita è un susseguirsi di stagioni, quando tutto intorno a noi è opaco, gelido, dobbiamo aver pazienza, la primavera prima                                  ne di comportamenti etici e corretti, provoca un certo sconforto. Se ci guardiamo intorno, la Terra continua ad avere le
               o poi tornerà. Per fortuna questa non è solo una speranza, è una certezza.
               Negli ultimi anni, purtroppo, la primavera non ha più le sfumature intense di una volta, la pandemia prima e la guerra più                                    sembianze di un campo di battaglia che, nell’ambito del villaggio globalizzato del XXI secolo, appare quasi un video game,
                                                                                                                                                                             purtroppo reale, nel quale si reiterano le ormai ben note modalità di azione dei cosiddetti antieroi: distruggo, possiedo,
               recentemente hanno violato la vivacità dei colori di cui si veste questa meravigliosa stagione. Il contrasto tra la promessa di                               domino, mi espando.
               rinascita della natura che, con le sue tinte e i suoi profumi, ci ricorda quanto possa essere bella la vita e la tragedia disuma-                             Perfino il titolo del video gioco è sempre lo stesso: “Conquisto, ergo sum”, a ricordare che esistono determinati corsi e ri-
               na della guerra che si riaffaccia all’orizzonte con i suoi colori di morte risulta assordante, un boato che scava nelle anime                                 corsi storici nei quali certe persone, invece di dar prova dell’evoluzione della razza umana, la riportano indietro di millenni,
               di tutti quegli uomini che considerano sacra la vita di ogni individuo. La storia non ci ha insegnato nulla e la bramosia di                                  mediante l’attuazione di modi di pensare e di agire che veicolano esigenze non proprio dettate dalla ragione o dal cuore ma
               potere ci ha reso ciechi di fronte alle bellezze del creato, interessati solo al potere e agli affari. L’uomo non si accorge più
               delle meraviglie che la natura ci offre al risveglio, con i suoi concerti di colori e fragranze, della magica atmosfera di un                                 dagli istinti e desideri più bassi. Sono proprio questi ultimi a guidare le azioni di quegli esseri poco evoluti che trascorrono
                                                                                                                                                                             la propria vita a trovare modi e mezzi atti ad accumulare beni e risorse, senza tener conto che così facendo possono nuoce-
               prato in fiore, di un volo di uccelli in festa per il ritorno della bella stagione e questo ci rende aridi, incapaci di rinascere,                            re agli altri. Così è stato per i cosiddetti grandi conquistatori e condottieri come Alessandro Magno, Carlo Magno, Carlo V,
               di apprezzare ciò che conta davvero. Forse basterebbe aprire gli occhi, svegliare il cuore intorpidito, per provare a rifiorire                               Napoleone, Hitler e tutti coloro che non si sono mai voluti accontentare di quello che avevano ma facevano coincidere la
               anche da dentro come la primavera insegna.                                                                                                                    propria realizzazione e felicità nel possedere nuovi territori e popoli, forse anche con il recondito fine di lasciare ai posteri
               Ed io sempre molto attenta agli spettacolo naturali, donna forte e determinata ma anche sensibile e molto empatica, con                                       un’adeguata impronta nella loro memoria; così è ancora oggi, perché in effetti “nulla è cambiato”.
               l’anima in subbuglio, devastata dal contrasto che tale situazione genera, non posso che continuare a sperare che un giorno
               la forza della natura, con i suoi continui spettacoli di bellezza, possa di nuovo prendere il sopravvento e riportare l’umanità                               L’homo sapiens potrà anche indossare l’ultimo giaccone alla moda, andare nei migliori centri estetici per cercare di in-
                                                                                                                                                                             gentilire i retaggi della sua linea ancestrale, usare l’ultimo modello di smartphone o di automobile, ma alla fine il risultato
               stessa a rinascere anch’essa.                                                                                                                                 è sempre quello: non bastano leggi, Stati, norme e divieti a disciplinare la sua profondamente contraddittoria natura, in
                                                                                                                                                                             bilico tra il il “mi accontento” e il “voglio di più”, tra la quiete e il movimento, tra l’istinto e la ragione, tra la pace e la

               Primavere sofferenti                                                                                                                                          guerra. Coloro che riescono a mantenere in una sorta di precario equilibrio le proprie contrastanti pulsioni ed esigenze e
                                                                                                                                                                             si accontentano di ciò che la vita offre, non recano danni a sé e al prossimo; viceversa, coloro
               Flutti liberi e ribelli                                                                                                                                       che sono continuamente alla ricerca di qualcosa che li soddisfi, o, in termini schopenhaueriani,
                                                                                                                                                                             sono dominati interamente dalla loro stessa “volontà”, possono diventare un serio pericolo
               lasciano residui                                                                                                                                              non tanto per sé stessi, ma per gli altri, come sta accadendo di nuovo, oggi, nel 2000. Dato
               di malinconica brina                                                                                                                                          che non è piacevole restare a guardare passivamente le vicende dell’ultimo e purtroppo reale
               fra meningi vibranti                                                                                                                                          “video gioco al massacro”, non ci resta che sperare o che il novello antieroe miracolosamente
               su rami già adorni di gemme.
                                                                                                                                                                             torni in sé oppure che qualcuno lo fermi al più presto prima che per tutti sia troppo tardi…

               E mentre la primavera incombe
               la neve lieve si posa
               su intimi giardini coltivati a lutto
               dove il nero cupo e denso
               combatte coi nascenti colori.

               E m'accendo ogni giorno,                                                                                                                                        MARIAGRAzIA MARRuCCI
               come tenera madre,
               per regalare tepore
               ai germogli nuovi
               che popolano le mie siepi.
                                                                                                                                                                               Speriamo che sia femmina...
               E la notte evapora
               tra lucciole di stelle
               mentre scaldo le mani                                                                                                                                        Cammino per le vie della vita sfogliando le pagine di storia. Un libro che non
               con la penna in mano                                                                                                                                         ha mai fine, un racconto che non si rinnova, che stoppa la fantasia di un lieto
               respirando aloni di vita
               fra residui di sogni.                                                                                                                                        fine. Mi sento Donna ogni qual volta incontro gli occhi di un'altra Donna,
                                                                                                                                                                            quando leggo spietatamente la malinconica realtà di avere quella veste strap-
                                                                                                                                                                            pata, avvilita, derisa, manipolata, uccisa mille e mille volte, da una violenza
                                                                                                                                                                            viva o trasparente. Mi sento femmina quando incontro quel grido assordante
                                                                                                                                                                            di aiuto, di una femmina derubata da ogni parvenza di umanità, incatenata
                                                                                                                                                                            da un corpo usato, frantumato, violentato, dove l'anima è estirpata ad ogni
                                                                                                                                                                            respiro. Mi sento Madre ad ogni viso che incontro, quando mi imbatto negli
                                                                                                                                                                            occhi di una vergine infante, massacrata da un'esistenza vile e bastarda. La re-
                                                                                                                                                                            ligione maschilista vive ancora oggi in ogni luogo, in ogni parte, in ogni terra,
                                                                                                                                                                            che sia viva o latente è ancora esistente, nella mente, con leggi minimizzanti,
                                                                                                                                                                            in territori che fingono di avere abbattuto muri, con la tutela. Ogni Donna
                                                                                                PIOGGE DI SAKURA                                                            vive con la consapevolezza di esserlo, di avere un limite, quello che non è
                                                                                                                                                                            stato scritto da nessuna parte, ma che è stato firmato da un uomo minuscolo,
                                                                                                Durante gli Hanami                                                          disumano, diabolico.
                                                                                                meravigliosi dell’anima                                                     Esiste ancora quella discriminazione, con finti buoni propositi. Ancora, esse-
                                                                                                piogge di sakura                                                            re donna significa essere femmina, ancora la differenza è palese anche quan-
                                                                                                bagnano i miei tormenti                                                     do la veste è corta e i tacchi sono alti. Ancora si cercano diritti, perché i
                                                                                                e perdo l’amaro                                                             doveri hanno ancora voce. "Speriamo che sia femmina"...
                                                                                                per tingermi di rosa
                                                                                                consapevole che domani
                                                                                                la sfavillante musica
                                                                                                avrà già cambiato viso
                                                                                                e mi troverò di nuovo
                                                                                                a correre lungo spiagge
                                                                                                di polvere sperando
                                                                                                che la notte senza profumi
                                                                                                non mi raggiunga ancora
                                                                                                in attesa di una pioggia
                                                                                                nuova pregna di colori.





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                periodico mensile del gruppo NOIQUI                                                                                                                                                                                                 periodico mensile del gruppo NOIQUI
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