Page 9 - RIVISTA OTTOBRE 2024
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settembre che tutti noi adulti ricordiamo, un passaggio più dolce verso il periodo più freddo.

                Come dire, le nostre “mezze stagioni” sono solo un ricordo, quando ancora si poteva avver-

                tire la differenza tra le 4 stagioni dell’anno.


                Ma tant’è, e comunque sono cambiamenti obbligatori di un ciclo di vita che ritorna e bisogna
                accoglierli al meglio. Ogni stagione ha i suoi vantaggi e i suoi disagi, sta a noi saperne cogliere

                il meglio che riusciamo a catturarne.


                Personalmente amo l’atmosfera autunnale, i suoi ramati colori, i gravidi vitigni, gli ulivi fe-

                condi e mani laboriose affaccendate a trasformare i frutti della terra in provviste gustose
                per i mesi più freddi. Una dolce melanconia pervade i nostri giorni in cui versi di poesia si

                vestono a festa a dare il benvenuto a una nuova attesa di rinascita.


                E per non farci mancare l’incanto che ispira questo momento di soffice sospensione vi ri-

                porto alcuni miei versi dedicati all’autunno.





                Poesia d’autunno



                Sono appena più umidi i sassi

                dall’afa asciugati

                tra un acquazzone e l’odor di mosto
                che si fa strada in questo vento autunnale.

                Gli alberi ramati alle foglie invecchiate

                e bacche scolorite
                son guardiani d’un tempo che cambia vestito.

                Un foulard di fortuna mi copre le spalle

                dalla sera infreddolite, a uno scorcio d’orizzonte

                chiazzato da imminenti nuvole d’acqua
                gonfie a scalpitare.

                Respiro questa brezza, tra i capelli ricama

                 pensieri e speranze
                in un giorno che dovrà venire

                ancora da capire...

                Eppur a bellezza di vitigni gravidi a

                un annuncio di un nuovo inverno in corsa
                s’adagiano i tumulti della vita

                che mi prende e mi sorprende ancora

                tra le tine in attesa del nuovo nettare
                nell’incessante divenire

                sconosciuto.

                E questi versi attendono un lettore stanco
                di dolcezza affamato, a gustare arilli di melograno

                frutto di buon auspicio

                ch’apre le porte ai singhiozzi di un gelido
                fremente solstizio…

                …è la danza delle stagioni dell’anima...







                                                                                                                    Francesca Patitucci









                                                                                 periodico mensile del gruppo NOIQUI                             9
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