Garofani

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Garofani

12/05/2025 | pubblicazioni_poesie | Nessun commento

Garofani

Sulle sponde di quelle strade cristalline, sotto un rosso risveglio di nostalgia, qualunque fosse quel ricordo volevo il silenzio per chiederti di restare.
Portavo i bagagli sulle spalle, un turbinio di cose che ricamavo sulle strade, mentre le cuciture che mi facevano male ai piedi resistevano ancora alle mie impronte.
Volevo essere la casa dei miei sogni, rendere l’estate un segno di pioggia passeggera.
Tuttavia, quel pomeriggio, raccolsi il mio petto nel fogliame, ricamai sotto le mie parole il rosario di rose, senza sentire in quale momento le piangevo, alzai lo sguardo;
assistendo al vuoto della tua assenza.
L’incompletezza residente nell’infanzia è finita la sera di infiniti garofani dopo la pioggia, come se la vita fosse l’affetto di lettere impassibili, e vivere fosse ancora una questione di donazione, attraverso la quale consegnavo la mia verità.
Qualunque fosse il tuo ricordo, mentre percorrevo la strada, per un solo istante, il mio cuore non riuscì a contenere l’attesa manifestazione delle lacrime.
Mentre la madre non guardò dicendo che le parole avevano ucciso l’anima, che morirò per l’assenza di parola, che un ti amo non significasse quasi nulla.
Forse era vero… E la verità, quando non viene detta, diventa presto un’omissione.

Ti amavo, babbo

© Franco Carta

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✍️ Pubblicata da Franco Carta

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Franco Carta

Medico odontoiatra, volontario in Madagascar con la onlus "operazione africa" dei padri gesuiti.
Poeta e scrittore ibrido (in italiano e in verrnacolo sardo)

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