Page 54 - RIVISTA NOIQUI APRILE 2024
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DANIELA SONCINA RITA STANZIONE IVO TOSTI PASQUALE VULCANO
QUANDO TU VERRAI SE VERRAI A PRENDERMI QUANDO VERRAI SO CHE TU VERRAI
C'è stato il tempo dell’innamoramento, Quando verrai a prendermi Ecco tu arrivi imbronciata E scrivo in versi ciò che detta il cuore,
del piacere e del pianto. non scambiarmi con la notte tra nuvole e nebbie sopite nel pianto che m'affligge di tristezza,
Un'Araba Fenice che rinasceva a tuo né con il giorno Ti guardo e mi lasci parole per la perduta gaia giovinezza,
piacimento. non credermi un paesaggio in fuga che in punta di piedi mi doni nel tempo che fioriva un grande amore.
Un giorno era estate e come il sole traccia affogata, nostalgia ferita. Dove il vento soffia tu vivi
la pelle bruciavi ed il cuore. Se verrai a prendermi in terre e orizzonti lontani Sui fogli intrisi di malinconia,
Di colpo era inverno. non cercare la strada ad asservire premurosa parlo di te, mio palpito e respiro,
Gelate le mani, gli abbracci... non dare il viso a segnaletiche un destino che non ti cerca d'ogni attimo di luce e di sospiro,
Sgomento. dimentica i ponti gli aerei Ed è lontananza un po' amara di note colme d'ogni melodia.
Tornavi come tornano i marinai al le ore di fiori non colti dove ad ogni alba si spegne
porto sicuro i passi non portati ai parchi. annegato lo sguardo e l'amore E sotto le onde affogo i miei pensieri,
o le rondini al nido. Porta tu il tempo, gli universi reclusi accecato dai rumori dei passi parlando all'alba nuova d'ogni giorno,
Giorni di tiepida primavera la sponda e il precipizio. che tu per fuggirmi farai ed al tramonto in sprazzi rossi intorno,
di carezzevole vento, Porta la musica Tempo richiama il tuo tempo all'eco che riporti i giorni veri.
di nuove foglie quella che ci ha trafitti muta in silenzio le parole
brillanti di meraviglie, senza veli, senza altro che noi. che diventino cenere le illusioni E penso a te nel gioco della vita,
di saziate voglie. Avrò il tulle dell’ultima volta e che si spenga quel filo di luce nella tempesta che ha disperso al vento
Da esperto illusionista, scintilla al buio Ecco tu arrivi io parto il sogno a cui m'aggrappo ogni momento,
improvvisamente, e il buio assorto nitido a te solo. e affogo nell'onda del mare con l'anima angosciata e ormai smarrita.
svanivi, Non cercarmi più in là, ogni residuo d'amore
con te portavi fiducia e sogni sto danzando da sempre Nella danza delle onde Ma SO CHE TU VERRAI per starmi accanto
nuovamente infranti. sulla tua vena spengo in silenzio I sospiri da quel lontano lido dell'oblio,
Quando tornerai, che fa rintocchi e brucia. Ombrosa te ne vai dove volasti il giorno dell'addio,
sicuro di trovare le stesse guance da Sto nell’angolo della tua palpebra e nel deserto scompari lasciandomi da solo nel rimpianto
baciare, nel piccolo neo sull’orecchio
braccia arrese alle tue pretese, sulla lingua dove chiami. e dolcemente stenderai la mano
più nulla troverai. Ho mosso le note con la carezza in sogno piano piano,
Bambina ferita è diventata donna. sapendo che tu le toccavi. LORETTA ZOPPI
Stupito, piangerai su inganno svelato, un attimo ad accogliere il sospiro,
corde recise. QUANDO TORNI
Quando torni, davanti a un buon caffè, nel brivido che emana il tuo respiro!
AURELIO ZUCCHI sempre mi offri eterne pulsazioni,
QUANDO COSÌ DOVESSE LEI ARRIVARE Storie mi narri, incontri tuoi per me
Col rischio di tritar notti d’incanto che annuncino l’addio e per finiti in fretta e privi di emozioni.
emerse nel guado di una lunga sempre
estate a tenebre, assassine puntualmente. Quando ritorni mi trovi impreparata
o almeno di un promettente Quando così dovesse lei arrivare, ché senza cuore io vivo eternamente,
inverno, cancellerò le mille mie paure ma tu ripulsi, nella tua gabbia amata,
quando così dovesse lei arrivare, e di queste geometrie gli acuti tra i miei polmoni, ti muovi egregiamente.
alba fiammante aspetterò paziente. che mai allargo così come vorrei.
Deve esser - lei - titana affezionata, Quando così dovesse lei arrivare, Tu disfi e fai, poi disfi nuovamente,
longeva al punto tal da soppiantare diventerò il più infallibile dei ogni matassa imbrogli per scappare
mattino, pomeriggio e sera pescatori e quando torni, sei un tonfo prepotente
insieme, 252 un pugno chiuso pronto a governare.
senza pietà, seppur con rivelato e senza esche e senza reti me ne
garbo. uscirò Ed io obbedisco, ancella del mio cuore,
Ammesse da natura sconosciuta, a catturar con mano le mie tutto patisco e vivo di perdono,
dovrà dotarsi d’eclatanti luci prede… perché, quando ritorni, ritorna il mal d'amore
ed al delirio più folle mi abbandono.
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